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Cibi salutari? Per il 90% non ci sono prove scientifiche

Il 90 per cento dei prodotti presenti sugli scaffali dei supermercati che promettono di migliorare la salute dei consumatori non ha alcun supporto scientifico. "Riduce il rischio di osteoporosi", "migliora il colesterolo", "la salute dei vostri denti ve ne sarà grata": questi sono solo alcuni dei messaggi pubblicitari ambigui che hanno spinto l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) a indagare sulla loro veridicità, con veri e propri studi.

Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato sul quotidiano spagnolo "El Pais", dai risultati delle ricerche dell'Efsa è emerso che sette reclame su otto sono delle bufale. In particolare, l'autorità ha analizzato un gruppo di otto reclame pubblicitarie su prodotti che promettevano di esser in grado di ridurre malattie e aiutare la crescita e lo sviluppo dei bambini. Sette di questi prodotti non hanno superato la prova.

Ma la cosa che preoccupa maggiormente gli esperti è che, secondo il nuovo regolamento europeo in materia entrato in vigore circa un anno fa, anche se non è permesso proclamare nelle pubblicità le presunte virtù salutari di un prodotto senza una base scientifica che lo testimoni, le imprese hanno a disposizione una finestra temporale relativamente lunga per adeguarsi alla norma. Alcune aziende, a seconda del prodotto che pubblicizzano, possono ritardare la correzione dei loro messaggi fuorvianti fino al 2010 o addirittura fino al 2015.

Inoltre, El Pais ha sottolineato come molto spesso queste pubblicità "ambigue" sono anche la causa dell'elevato costo di alcuni prodotti. Infatti, molte aziende sono "costrette" ad aumentare il prezzo dei loro prodotti per via delle spese pubblicitarie subite per venderli. Le organizzazioni dei consumatori hanno finora scovato in alcuni prodotti fino a 22 messaggi pubblicitari distinti. Secondo uno studio della Confederazione spagnola delle associazioni dei consumatori e degli utenti (Ceaccu), si tratta di prodotti che per questo aumentano del 130 per cento il loro prezzo. E la media delle pubblicità è di 6,3 reclame per prodotto.

A volte lo stesso messaggio, anche se falso, è parte del marchio e, in tali casi, le aziende non hanno alcun obbligo di modifica fino al 2015. L'Efsa ha finora ricevuto 220 sollecitazioni per valutare le frasi promozionali che promettono al consumatore adulto e non di migliorare la propria salute. Inoltre, l'Efsa ha ricevuto altre 2.500 sollecitazioni di tutti i tipi da parte della Commissione europea.

Fonte: agi.it