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I produttori sudafricani potrebbero presto coltivare una super-patata

Il Consiglio sudafricano per la Ricerca Agricola (Agriculture Research Council - ARC) ha inoltrato domanda al governo per ottenere l'autorizzazione alla produzione di una patata geneticamente modificata, sviluppata con alcuni ricercatori americani. Se rilasciato, il permesso consentirebbe all'ARC di fornire la super-patata anche ai piccoli produttori locali.

Le patate geneticamente modificate non sono disponibili per la commercializzazione in nessuna parte del mondo al momento: malgrado infatti siano state approvate dai legislatori americani, la paura della resistenza da parte dei consumatori ha finora visto bocciare il prodotto da parte della grande distribuzione e delle catene di fast food.

L'ARC, nell'arco di sei anni, ha sperimentato la patata OGM SpuntaG2, che è stata modificata al fine di uccidere la tignola della patata, un comune parassita che danneggia il raccolto sia in campo sia in magazzino. Gli scienziati hanno introdotto nel DNA della patata un gene proveniente dal Bacillus thuringiensis, un comune batterio presente nel terreno, che interferisce con l'apparato digestivo degli insetti.

Le coltivazioni dei piccoli agricoltori sudafricani sono particolarmente vulnerabili alla tignola, poiché non si hanno a disposizione mezzi sofisticati per lo stoccaggio come invece i produttori commerciali, a quanto riportato da Gurling Bothma, ricercatore dell'ARC. La SpuntaG2 aiuterebbe a ridurre l'uso di pesticidi, tagliando i costi di produzione e riducendo l'impatto ambientale.

La richiesta dell'autorizzazione sarà posta al vaglio dal Consiglio per gli Organismi Geneticamente Modificati (Genetically Modified Organisms Council), ma, secondo Bothma, potrebbero passare mesi prima che si raggiunga una decisione. Se la richiesta sarà approvata, l'ARC ha già pianificato ulteriori ricerche circa la sostenibilità di questa coltivazione per i produttori su piccola scala, prima di renderla disponibile agli agricoltori commerciali. L'ARC spera anche di poter sviluppare varietà modificate delle patate più comunemente coltivate in Sudafrica. La SpuntaG2 non è infatti largamente diffusa in questo territorio.

La richiesta dell'ARC è comunque contrastata dai gruppi che sono contrari alle coltivazioni geneticamente modificate, come il Centro Africano per la Biosicurezza (African Centre for Biosafety). Il Centro si dice preoccupato che la SpuntaG2 possa mettere a repentaglio la sicurezza degli esseri umani e dell'ambiente e che possa avere conseguenze negative sulle esportazioni sudafricane di patate.

Più del 90% delle esportazioni di patate sudafricane è destinata a paesi aderenti alla SouthernAfrican Development Community. Poiché molti di questi paesi non hanno leggi sulla biosicurezza, non sarebbero in grado di importare patate geneticamente modificate, denuncia Vanessa Black, una delle responsabili del Centro.

Fonte: businessday.co.za