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Collaborazione tra Unifoggia e OP APOC

La sfida del Cyperus rotundus per il pomodoro da industria: sperimentazioni in campo tra chimica, meccanica e bioerbicidi

Contrastare il Cyperus rotundus nelle coltivazioni di pomodoro da industria è una priorità crescente per molte aziende agricole del Mezzogiorno. La sua diffusione nei terreni dedicati al pomodoro in alcuni areali della Puglia ha spinto l'Organizzazione di produttori APOC a commissionare un progetto di ricerca al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria (DAFNE) dell'Università di Foggia, coordinato dalla professoressa Angela Libutti, con l'obiettivo di individuare strategie di controllo efficaci e sostenibili.

"Si tratta di un'infestante rizomatosa perenne, appartenente alla famiglia delle Cyperaceae, che si riproduce attraverso una rete sotterranea di tuberi e rizomi" spiega Libutti. "Questa propagazione per via vegetativa la rende estremamente difficile da combattere, perché moltiplica molto rapidamente e compete con la coltura per i fattori vitali, quali luce, CO2, O2, acqua, elementi nutritivi e spazio". Le conseguenze sono pesanti: riduzione delle rese e, nei casi più gravi, anche uno scadimento qualitativo del prodotto. Gli effetti variano a seconda dell'intensità dell'infestazione, ma nei terreni più colpiti rappresentano ormai "un'emergenza agronomica".

© DAFNE - Unifoggia
Prova sperimentale 2024. A sinistra: lancio del quadrato per il conteggio delle specie infestanti diverse dal C. rotundus all'interno di ogni singola parcella sperimentale. A destra: esecuzione del trattamento diserbante

Il progetto è entrato ufficialmente nella fase operativa nel 2024, dopo alcune attività preparatorie avviate nel 2023. La prima serie di prove sperimentali è stata condotta in Puglia, all'interno di un'azienda agricola dell'agro di Foggia, operando su terreno nudo, prima del trapianto di pomodoro da industria. Sono stati applicati due mezzi di controllo delle infestanti integrati tra loro, il mezzo meccanico, mediante l'esecuzione della lavorazione di aratura del terreno a diverse profondità e il mezzo chimico, mediante l'applicazione di erbicidi chimici di sintesi, a base di diversi principi attivi e con diverse modalità di azione. "In quella fase abbiamo potuto usare anche principi attivi non selettivi nei riguardi della coltura di pomodoro, da trapiantare successivamente, proprio perché il terreno era libero", chiarisce Libutti. La prova è stata condotta in un'azienda dove si interveniva da anni con diserbanti chimici in maniera intensiva, e il suolo presentava "una condizione agronomica un po' degradata". I risultati hanno evidenziato che, tra i diserbanti testati, il Loyant (principio attivo florpyrauxifen-benzyl, noto anche come Rinskor™ Active) - appartenente al gruppo delle auxine sintetiche e caratterizzato da un meccanismo di azione che mima l'ormone vegetale auxina, alterando i normali processi di accrescimento delle infestanti - in abbinamento con una lavorazione più superficiale del suolo, si è dimostrato il trattamento più efficace degli altri.

© DAFNE - Unifoggia
Prove sperimentali 2025. Squadramento delle parcelle sperimentali

Un secondo ciclo di prove, avviato a metà 2025 e tuttora in corso, in un'altra azienda agricola a indirizzo cerealicolo-orticolo, sita anch'essa in agro di Foggia, ha previsto la realizzazione di parcelle sperimentali con differenti lavorazioni del terreno, dall'aratura, alla ripuntatura, alla minima lavorazione. La condizione di grave siccità che aveva già da mesi interessato l'areale in cui è localizzata l'azienda e che si è protratta per tutto il periodo estivo fino all'inizio dell'autunno, ha però devitalizzato e/o indotto dormienza come meccanismo di difesa nei tuberi e rizomi del Cyperus. "Non abbiamo osservato emergenze significative, perché gli organi riproduttivi sono stati compromessi dalla siccità prolungata e dalle elevate temperature". La ricerca è stata quindi reindirizzata verso il controllo delle infestanti effettivamente presenti, come convolvolo, loietto, senape selvatica, falsa camomilla. Anche in questo caso sono stati effettuati trattamenti chimici su terreno nudo, in attesa dell'avvio del ciclo colturale del pomodoro nella prossima stagione.

© DAFNE - Unifoggia
Prove sperimentali 2025. Trattamenti sperimentali a confronto

L'aspetto più innovativo del progetto riguarda la futura sperimentazione di bioerbicidi, ottenuti da biomasse vegetali con proprietà allelopatiche. L'allelopatia è una strategia che alcune piante usano per inibire lo sviluppo di altre piante vicine, mediante la produzione di sostanze chimiche, dette anche allelopatiche o allelochimiche (raggruppabili nelle tre classi dei terpeni, fenoli e alcaloidi). L'impiego di tali sostanze, in grado di interferire con la germinazione dei semi e l'accrescimento delle piante infestanti, rappresenta una pratica agronomica che sta ricevendo crescente attenzione da parte del mondo scientifico e della ricerca. Per sfruttare direttamente in campo l'allelopatia, si può ricorrere all'interramento delle biomasse vegetali o all'applicazione di estratti vegetali (in acqua o solventi organici) da esse ottenute, questi ultimi da applicare come "bioerbicidi".

"L'idea è verificare se possiamo sostituire, o quantomeno integrare, i diserbanti di sintesi con estratti vegetali. Abbiamo già verificato in laboratorio e in serra l'efficacia di molti estratti, e ora vogliamo realizzare uno 'scaling-up' di queste applicazioni in pieno campo e vedere cosa succede". Le biomasse potranno essere interrate tal quali oppure trasformate in estratti liquidi. Per Libutti si tratta di "una possibilità sostenibile, compatibile con la tutela dell'ambiente e con la qualità del prodotto, perché tradizionalmente il controllo delle infestanti nel pomodoro è affidato ai mezzi chimici".

"Accanto agli aspetti tecnici, la collaborazione con le aziende agricole coinvolte costituisce una parte centrale del progetto, anche se i nostri obiettivi e i nostri tempi non coincidono con quelli dell'agricoltore, che deve fare i conti con la produttività immediata e con le condizioni di campo. Lavorare assieme è fondamentale, ma richiede pazienza e comprensione reciproca". In prospettiva, una parte delle nuove attività si svolgerà presso un'azienda in dotazione di un centro di saggio, condizione che secondo la ricercatrice "permetterà di operare con rigore scientifico, con tecnici specializzati formati che adottano una gestione più omogenea e controllata del campo sperimentale e utilizzano attrezzature calibrate per l'esecuzione dei trattenimenti diserbanti, in modo da ottenere risultati sperimentali caratterizzati da maggiore affidabilità, ripetibilità, e trasferibilità".

© DAFNE - Unifoggia
Prove sperimentali 2025. Esecuzione diserbo con erbicidi chimici di sintesi a base di principi attivi diversi, caratterizzati da diverse modalità di azione

L'obiettivo finale è arrivare alla definizione di linee guida operative per gli agricoltori, ma non si tratta di un percorso breve. "Servono almeno tre o quattro anni di sperimentazione", sottolinea Libutti. "Solo dopo un numero adeguato di prove potremo individuare modalità operative precise e trasferibili, basate sull'integrazione di diversi mezzi di controllo".

Il messaggio rivolto ai produttori è chiaro: la gestione delle infestanti non può essere affidata esclusivamente ai diserbanti chimici. "L'agricoltore deve aprirsi a una visione diversa, che integri strumenti meccanici, agronomici, fisici e soluzioni biologiche. I bioerbicidi derivati da specie vegetali ad azione allelopatica possono rappresentare una reale alternativa, e le prove che stiamo conducendo vanno proprio in questa direzione".

Per maggiori informazioni:
Angela Libutti PhD
Professore Associato AGRI-02/A - Agronomia e Coltivazioni Erbacee
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria (DAFNE)
Università di Foggia
Via Napoli, 25
71122 Foggia (FG) - Italy
+39 0881 589111
www.agraria.unifg.it/it

APOC
Via R. Wagner K1 (P.co Arbostella)
84131 Salerno – Italy
+39 (0)89 331758
www.apocsalerno.it

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