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Davvero male il 2025

Cosa non ha funzionato nella campagna dell'uva da tavola italiana?

Quella che sta chiudersi, è senza dubbio una delle annate peggiori per l'export di uva da tavola italiana. A commentare la stagione per l'Organizzazione di produttori Asso Fruit Italia, sono Piero Pontrandolfi della cooperativa Tellus associata all'OP e di riferimento per l'export, e Costantino Pirolo dell'Italian Variety Club.

© Asso Fruit Italia Soc. Coop. Agr."Sarebbe dovuta essere una buona campagna, i presupposti c'erano tutti, ma poi ci siamo scontrati con una realtà molto diversa da quella immaginata. Il clima favorevole ha determinato una forte concentrazione dell'offerta di uva da tavola con sovrapposizione dei calendari produttivi dei competitor provenienti da diversi Paesi europei ed extraeuropei - spiega Piero Pontrandolfi - Lo stesso clima ci ha invece penalizzati a partire da agosto, con umidità elevata e costante, che ha generato gravi danni qualitativi e una scarsa tenuta del prodotto. Inoltre, sono andati in produzione i nuovi impianti di uva apirene, molto più produttivi, generando una disponibilità di uva da tavola molto superiore alla domanda, già di per sé debole, con conseguente e pesante caduta dei prezzi".

A scuotere le dinamiche di mercato ci sono stati anche altri fattori. "I produttori hanno dovuto misurarsi con i prezzi molto bassi alla produzione di uva praticati da altri Paesi come Grecia o Egitto fino alla metà di settembre – precisa Pontrandolfi - Si consideri poi che la Moldavia si è aggiunta all'offerta di produzione continentale di uva da tavola, quindi anch'essa ha potuto proporre uva da tavola a prezzi competitivi. Per i produttori italiani sarebbe impensabile, e impossibile, proporre prezzi più bassi. Sostenere gli standard qualitativi, di sicurezza e di etica della produzione ha dei costi importanti e imprescindibili che gravano sulla capacità delle aziende di fare margine sul venduto".

© Vincenzo Iannuzziello | FreshPlaza.it

Per il produrre pugliese Pontrandolfi è possibile intravedere possibili rimedi: "Regole chiare e uguali per tutti i player, affinché anche nei fatti sia assicurata la leale concorrenza. Inoltre, favorire l'aggregazione produttiva per una gestione del rischio e dei costi spalmata su più aziende agricole e su più articoli. Infine, non si può non constatare che l'aumento delle superfici, oltre a incidere sui prezzi, impone una considerazione pratica legata all'insufficienza cronica di manodopera", ha concluso Pontrandolfi.

© Asso Fruit Italia Soc. Coop. Agr. Costantino Pirolo invece si sofferma sul ruolo della ricerca varietale e sull'esigenza di programmare e sperimentare prima di intraprendere percorsi non adatti agli areali italiani di riferimento.

"In linea generale, in Italia abbiamo tardato a rinnovare la piattaforma varietale e ora lo stiamo facendo in modo confuso e disorganizzato, affidandoci a quello che le società ci offrono, spesso senza un'adeguata sperimentazione delle nuove varietà nei nostri ambienti. L'annata 2025 ha mostrato la necessità di ponderare la scelta varietale nei nuovi impianti, di investire non solo sul segmento tardivo ma anche su quello precoce, di ampliare la gamma delle uve disponibili, in riferimento al periodo di maturazione e ai sapori e colori delle bacche".

Pirolo, nel riferirsi all'innovazione varietale nel settore, ha poi precisato: "Nel 2016 è stato avviato un progetto di miglioramento genetico che vede 22 aziende collaborare in una Rete di Imprese denominata Italian Variety Club, con 2 enti di ricerca (SInagri - spin off dell'Università di Bari e Centro Ricerche CRSFA Basile Caramia) e che, dopo quasi un decennio di incroci e allevamenti, ha presentato lo scorso settembre le prime quattro varietà ufficialmente certificate CPVO e si appresta a iscriverne altre 8. Le nuove varietà di vite da tavola IVC sono frutto di una sinergia tra mondo delle imprese e della ricerca, uniti per rispondere alle moderne esigenze del mercato, in termini di caratteristiche organolettiche, parametri qualitativi e sostenibilità ambientale. Con l'ottenimento delle privative vegetali CPVO, dal 2026 le varietà IVC entreranno a far parte dei nuovi impianti pugliesi, contribuendo in modo determinante alla piattaforma ampelografica del vigneto futuro.

Per maggiori informazioni:
Asso Fruit Italia
Via Tagliamento 31
75020 Scanzano Jonico (MT) - Italy
+39 0835 953125
[email protected]
assofruititalia.it

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