La concorrenza dei Paesi extra-Ue, in particolare Tunisia ed Egitto, continua a rappresentare una delle principali criticità per il comparto italiano del carciofo, sia per il fresco sia per il trasformato. Il tema è stato al centro anche di un incontro del 20 novembre 2025 a Orta Nova (FG), in Puglia, dove un gruppo di agricoltori francesi dell'associazione RÈS'AGRI Légumes 29, provenienti dalla Bretagna, ha visitato le aziende locali specializzate nella produzione di carciofo violetto pugliese.
© Giuseppe Bracone
Ad accoglierli è stato il produttore Giuseppe Bracone, il quale ha organizzato l'incontro come momento di confronto diretto tra produttori della stessa coltura, seppur operanti in contesti climatici e produttivi diversi. "Siamo in una concorrenza continua con le produzioni estere – spiega Bracone – perché arriva molto prodotto da Tunisia ed Egitto, a costi decisamente inferiori rispetto ai nostri".
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Durante la giornata, dopo un pranzo a base di specialità pugliesi e piatti tipici preparati con carciofo violetto, il gruppo francese ha visitato i campi nelle campagne di Orta Nova, entrando nel vivo delle tecniche produttive locali. Il confronto si è arricchito anche grazie alla presenza degli agronomi Antonio Minafra ed Edoardo Antonetti, che hanno risposto alle domande dei colleghi francesi su nutrizione, difesa fitosanitaria e gestione agronomica della coltura. Il carciofo violetto pugliese, varietà autoctona del territorio, è stato al centro dell'analisi tecnica. Si tratta di un prodotto caratterizzato da un sapore delicato, una consistenza tenera e una tipica colorazione violacea legata alle condizioni climatiche e alla fertilità dei suoli pugliesi. È inoltre un ortaggio apprezzato per le sue proprietà nutrizionali, essendo ricco di fibre, vitamine e minerali, oltre a vantare un'azione diuretica.
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Il dialogo con i produttori francesi, anch'essi coltivatori di carciofi, ma in un periodo diverso dell'anno a causa del clima più rigido del Nord della Francia, ha fatto emergere punti di contatto, ma anche differenze sostanziali. "I francesi non hanno il problema legato all'industria del trasformato, perché producono solo fresco – chiarisce Bracone – e una parte del loro prodotto arriva in Italia quando noi non siamo ancora presenti sul mercato, tra agosto e settembre. In questo senso, le nostre campagne si compensano".
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Diverso, invece, il discorso per il prodotto proveniente dal Nord Africa. "Oltre al fresco, il problema più serio riguarda la trasformazione – spiega Bracone – In Tunisia hanno aperto veri e propri impianti industriali dove viene effettuata la prima lavorazione del carciofino. Il prodotto viene messo sotto aceto, in grandi contenitori, e poi importato da industrie italiane. A quel punto, molto probabilmente, diventa anche 100% italiano. Questo crea una concorrenza sleale e un problema di trasparenza della filiera".
Un tema condiviso anche dai produttori francesi presenti all'incontro e che, insieme a Bracone e ad altri produttori locali, hanno discusso apertamente delle difficoltà economiche legate alla gestione della coltura del carciofo violetto, tra costi di produzione elevati e pressione sui prezzi esercitata dal prodotto estero.
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Stagione in corso
Sul fronte produttivo e commerciale, la campagna in corso presenta luci e ombre. "Dovrebbe essere un periodo freddo, con rischio di gelate, invece le temperature non scendono sotto i 4-5 °C nemmeno di notte – afferma Bracone – Stiamo producendo poco, ma anche i mercati vendono poco, quindi c'è un equilibrio che sorregge i prezzi. Sui mercati nazionali, il carciofo non è mai sceso sotto i 40-50 centesimi a capolino. La richiesta è stata alta fino al 4-5 dicembre. La domanda supera l'offerta almeno da ottobre".
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A pesare sulla produzione è stata soprattutto la siccità. "Abbiamo registrato piogge solo di recente – conclude Bracone – Tutto l'autunno è stato asciutto e questo ha fortemente influenzato la produzione".
Per maggiori informazioni:
Giuseppe Bracone
+39 328 0227382
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