L'Open Day 2025 di OP San Lidano, tenutosi il 14 novembre a Sezze (LT), è stato molto più di un appuntamento tecnico: è diventato un luogo di confronto diretto tra ciò che chiede oggi l'Europa, con la nuova Politica Agricola Comune, e ciò che avviene realmente nei campi dove si producono le baby leaf per la IV gamma. Una giornata pensata per capire quanto le norme riescano davvero a dialogare con la pratica agricola, e come innovazione e ricerca possano trasformare obblighi e vincoli in soluzioni operative.
È proprio su questo terreno che si inserisce il progetto di ricerca congiunto San Lidano-Crea-Evja, dedicato alla "Produzione sostenibile degli ortaggi a foglia di IV gamma in coltura protetta e in pieno campo": un programma pensato come risposta pratica alle richieste europee, per usare tecnologia, dati e agronomia non per produrre di meno, ma per farlo meglio.
© San Lidano/Marco Salvini Studio
Ad aprire i lavori è stato Paolo Cappuccio, responsabile Ricerca & Sviluppo di OP San Lidano, che ha ricordato come "il Reg. UE 2115/2021 imponga alle OP di destinare almeno il 2% della spesa a ricerca e sviluppo per metodi sostenibili, più competitivi e resilienti". Un'impostazione che considera "virtuosa", ma che nasconde alcune criticità.
Secondo Cappuccio, infatti, "l'aumento del reddito agricolo medio (+12,5% nel 2024) non racconta tutta la storia: la crescita dei costi di produzione rischia di annullare ogni miglioramento". Allo stesso modo, la spinta europea verso digitalizzazione e approccio al mercato "non sempre arriva fino alle aziende primarie", mentre la transizione energetica chiede di abbandonare il gasolio a favore dell'elettrico "quando molti investimenti in motori termici devono ancora essere ammortizzati".
Le sfide non mancano nemmeno sul fronte ambientale: biodiversità, riduzione degli input chimici, benessere animale. "Produrre meno per ettaro mantenendo un reddito dignitoso è la vera partita", ha sottolineato Cappuccio, ricordando anche il peso della crisi demografica e la difficoltà ad attrarre giovani in agricoltura.
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Paolo Cappuccio, responsabile Ricerca & Sviluppo di OP San Lidano, nel corso del suo intervento
Per superare queste sfide, una soluzione è adottare nuovi processi e nuove tecnologie. Nel progetto sono infatti utilizzati i Sistemi di Supporto Decisionali (DSS) di Evja, che integrano sensori pedo-climatici e modelli predittivi per ottimizzare irrigazione, difesa e previsione delle rese. "L'obiettivo è dare a tecnici e agricoltori indicatori semplici, alert chiari e finestre ottimali di intervento", ha illustrato Marco Oliva, Senior Technical Sales di Evja, mostrando le scelte concrete nelle serre mediterranee low-tech.
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Marco Oliva, Senior Technical Sales di Evja, nel corso del suo intervento
I risultati non sono solo teorici. Simone Scarpa, responsabile agronomico di Evja, ha presentato le prime prove su lattughino e spinacio realizzate nei campi San Lidano. "Il monitoraggio continuo dell'umidità del suolo ci ha permesso di modulare i volumi irrigui mantenendo le colture nella loro comfort zone, evitando da una parte stress idrici e dall'altra ristagni che potrebbero favorire malattie. Parallelamente, il controllo di temperatura e radiazione in serra ha guidato l'uso mirato di schermi ombreggianti e ventilazione, assicurando un microclima più stabile e risparmi d'acqua rispetto ai turni irrigui tradizionali".
"Il nostro modello di evapotraspirazione mostra come valori ottimali consentano di mantenere la coltura entro la zona di comfort, evitando eccessi. Nei casi analizzati, il controllo della evapotraspirazione permette una riduzione media dei consumi idrici del 12-18% rispetto a irrigazioni condotte senza considerare il reale fabbisogno della pianta", ha sostenuto Scarpa.
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Il tema della difesa fitosanitaria è stato affrontato da Catello Pane, ricercatore del Crea Orticoltura e Florovivaismo, che ha richiamato l'attenzione sulla progressiva riduzione dei mezzi tecnici disponibili e la necessità di implementare metodi biologici e agroecologici. "Densità elevate, cicli serrati e clima caldo-umido rendono le ortive baby leaf coltivate in serra molto vulnerabili", ha spiegato Pane. In questo scenario, i modelli previsionali basati su dati microclimatici diventano fondamentali per stimare il rischio e programmare trattamenti mirati: "La prevenzione è importante per migliorare la sostenibilità della difesa".
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Simone Scarpa (responsabile agronomico di Evja) e Catello Pane (ricercatore del Crea Orticoltura e Florovivaismo)
A chiudere la parte tecnica è stata Alejandra Navarro Garcia, anche lei ricercatore del Crea Orticoltura e Florovivaismo, che ha illustrato i principi dell'irrigazione di precisione: sensori di suolo, misure della linfa (sap flow) per stimare la traspirazione e modelli di evapotraspirazione che permettono di calcolare il fabbisogno idrico giornaliero in base allo stadio colturale e ai dati forniti dai sensori climatici all'interno della serra. "Integrati nel DSS, questi strumenti trasformano l'acqua da costo incerto a variabile controllata, contribuendo in modo concreto agli obiettivi ambientali".
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Il messaggio finale dell'Open Day è stato chiaro: le richieste europee in tema di sostenibilità non possono gravare esclusivamente sul reddito dell'agricoltore. Servono ricerca applicata, strumenti digitali e modelli produttivi capaci di rendere la transizione non solo possibile, ma conveniente. Il progetto San Lidano-Crea-Evja vuole essere un esempio concreto: un percorso per costruire una IV gamma più resiliente, competitiva e davvero "green", andando oltre le parole dei regolamenti.
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San Lidano
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