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La cucina italiana diventa Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità

Sì, è ufficiale: la cucina italiana è stata iscritta alla Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Unesco. Il riconoscimento è arrivato ieri, 10 dicembre 2025, durante la ventesima sessione del Comitato Intergovernativo della Convenzione del 2003, in corso a Nuova Delhi, in India. Come affermato nella documentazione presentata per la candidatura, "la cucina italiana è una pratica quotidiana che comprende conoscenze, rituali e gesti che hanno dato vita a un uso creativo e artigianale dei materiali, contribuendo a creare un'identità socio-culturale condivisa e, allo stesso tempo, cronologicamente e geograficamente variegata".

L'Unesco riconosce in questo modo la rappresentatività della cucina italiana come veicolo di cultura: si tratta di un insieme di saperi non solo culinari, ma anche conviviali e sociali che sono trasmessi di generazione in generazione su tutto il territorio nazionale. Attraverso la condivisione del cibo, la creatività gastronomica e lo stare insieme, la cucina italiana si fa portatrice valori di inclusività e di sostenibilità ambientale.

© ChatGPT/OpenAI
Immagine generata con intelligenza artificiale (ChatGPT/OpenAI)

L'iscrizione giunge al termine di un lungo processo di studio e coordinamento da parte delle comunità proponenti, teso a valorizzare le numerose sfaccettature culturali e locali di un elemento che contraddistingue il nostro Paese nella sua interezza in un'ottica di apertura e ospitalità, in linea con i valori dell'Unesco. Un coro di commenti positivi ha scandito la notizia: da ogni settore arrivano entusiasmo e fierezza per un riconoscimento atteso da anni.

"È un risultato storico che rende giustizia a generazioni di agricoltori che, ogni giorno contribuiscono al mantenimento della ruralità e quindi dei più grandi paesaggi italiani, oltre che alla conservazione e crescita di economie locali fondamentali anche per portare il nome dell'Italia nel mondo". È il pensiero di Gerardo Diana, presidente del Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP.

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it

"La cucina italiana si basa su materie prime eccellenti che sono legate indissolubilmente alla terra, alle stagioni e alla cultura dei nostri territori. Penso in particolare alla Sicilia, non a caso nominata Regione Europea della Gastronomia per il 2025 (prima regione italiana a ottenere questo riconoscimento), che oggi si afferma al centro della scena internazionale proprio grazie alla sua identità agricola e gastronomica, all'innovazione in agricoltura e a un impegno concreto per la sostenibilità. L'Arancia Rossa di Sicilia IGP è un esempio straordinario di come la biodiversità, la sapienza degli agricoltori e la loro passione possano diventare un simbolo di eccellenza riconosciuto in tutto il mondo".

"Con il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell'umanità, l'Unesco ha premiato non solo la cultura enogastronomica che da secoli si tramanda di famiglia in famiglia nel nostro Paese, ma anche quanti producono quelle eccellenze agroalimentari che sono i primi ingredienti per il successo di una ricetta", ha commentato Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino.

© FreshPlaza

"Un onore per l'Italia e un onore per noi, che ogni giorno ci dedichiamo con passione e sacrificio a portare avanti produzioni che tutto il mondo ci invidia, come il Pomodoro di Pachino IGP, un prodotto non riproducibile in nessun'altra area del pianeta, frutto di un clima e di un territorio unico. Sono questi i valori da salvaguardare per far fronte alla globalizzazione che ci vuole tutti appiattiti su prodotti standardizzati: il riconoscimento Unesco è un passo importante verso questo traguardo", ha aggiunto Fortunato.

Un risultato importante anche dal punto di vista della crescita del Paese. Secondo un'indagine Coldiretti/Censis il 94% degli italiani ritiene che il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell'Unesco sia un'opportunità di sviluppo per l'economia italiana e per l'Italia in generale. "L'iscrizione Unesco dà alla nostra cucina quel che si è conquistata sul campo da tempo, con una sorta di certificazione di alto profilo di cui non potranno che beneficiare filiera e territori coinvolti.

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it

La cucina italiana vale oggi nel mondo ben 251 miliardi di euro, con una crescita del 5% rispetto all'anno precedente, secondo l'analisi Coldiretti su dati Deloitte Foodservice Market Monitor 2025. I soli Stati Uniti e Cina rappresentano insieme oltre il 65% dei consumi globali per la cucina italiana. Ma il riconoscimento è importante anche per fare chiarezza rispetto alla proliferazione dell'Italian sounding, con oltre un italiano su due (53%) che all'estero si ritrova abitualmente a tavola pietanze e prodotti tricolori "taroccati", fatti con ingredienti o procedure che non hanno nulla a che fare con la vera tradizione culinaria nazionale, secondo Ixè.

A questo proposito Paolo De Castro, presidente di Nomisma, ha così commentato: "Oltre a rafforzare l'identità culturale dei nostri prodotti, l'iniziativa potrà giocare un ruolo fondamentale anche per promuovere le nostre eccellenze e per proteggere il cibo italiano dall'Italian sounding che, sfruttando la reputazione del made in Italy, oggi ci sottrae significative quote di mercato. Il riconoscimento riguarda l'intero sistema culinario italiano, che si fonda non solo su una straordinaria varietà di prodotti apprezzati su scala globale, ma anche su un modello culturale che trova il suo fondamento nella diversità che caratterizza la nostra cucina, nel forte legame con i territori, nell'elevata sostenibilità delle nostre produzioni agricole, nella convivialità e socializzazione, nella trasmissione orale e pratica dei saperi e delle tecniche culinarie alle nuove generazioni".

"Il riconoscimento della cucina italiana patrimonio dell'umanità è un risultato straordinario, frutto di un'azione di sistema coordinata dal Masaf e dagli altri enti istituzionali coinvolti, a cui va il nostro ringraziamento e la riconoscenza dell'intero comparto. Auspichiamo che questo risultato rappresenti una best practice per il futuro, perché testimonia come l'Italia sia in grado di fare rete per raggiungere ambiziosi obiettivi", ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di FIPE-Confcommercio. "Questo riconoscimento testimonia come l'intero sistema economico-produttivo espressione della cucina italiana non sia solo un'attività economica, ma un condensato di valori, che identifica un modello culturale e stili di vita, capaci di coniugare qualità, biodiversità, stagionalità, testimonianza di una tradizione depositaria di valori culturali universali che unisce generazioni ed esperienze familiari, locali e globali".

© FIPE

"La forza del made in Italy agroalimentare sta nella stretta sinergia tra agricoltura e ristorazione, tra chi produce e chi trasforma. Nella collaborazione lungo la filiera, dal campo alla tavola, risiede il valore aggiunto del cibo italiano nel mondo". Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha commentato con soddisfazione l'ingresso ufficiale della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco. "Il riconoscimento rappresenta una nuova, grande opportunità per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dai prodotti agricoli. Si tratta di un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori che riflettono l'immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali. Così vaste e peculiari da rendere la cucina tricolore la più amata e ricercata anche all'estero".

Corrado Martinangelo, presidente nazionale Agrocepi, ha dichiarato: "È un riconoscimento che anche nelle motivazioni va al di là dell'indiscussa eccellenza della nostra cucina e del nostro agroalimentare. Il nostro cibo è cura, benessere e legami. Nessun'altra cucina finora era stata riconosciuta da sola e nella sua interezza come patrimonio dell'umanità. Parliamo dell'insieme della nostra cultura e della nostra filiera agroalimentare. L'Italia non solo è l'unico Paese a vantare una cucina patrimonio dell'umanità, ma può anche vantare la dieta mediterranea anch'essa patrimonio dell'Unesco".

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