Non appare positivo il bilancio della campagna 2025 dell'uva da tavola italiana, ormai alle sue battute finali. Sebbene le operazioni di taglio stiano terminando, Donato Fanelli, membro della Commissione Italiana Uva da Tavola (CUT) e imprenditore agricolo pugliese, illustra come l'andamento climatico abbia influito in modo avverso anche sull'esito finale della stagione, facendola risultare complessivamente compromessa.
© Commissione Italiana Uva da Tavola | © Commissione Italiana Uva da Tavola |
"Nell'ultimo mese - spiega l'esperto - il 90% delle ultime scorte di prodotto che era ancora presente in campo è andato distrutto. Il danno si manifesta sulla stragrande maggioranza dell'uva, sia quella con semi che quella seedless, Un clima umido ha infatti determinato la diffusione della botrite, rendendo i grappoli non idonei al consumo, con conseguenze negative per le spedizioni su lunghe tratte. La perdita degli ultimi grappoli colpisce una stagione che, inizialmente, ha registrato un volume di prodotto in campo superiore del 20-30% rispetto alla passata campagna. Le ragioni di questa eccedenza in campo risiedono in primo luogo nella mancanza di manodopera, che ha impedito di procedere a raccogliere i quantitativi previsti nei mesi precedenti e generando così un accumulo, giorno dopo giorno, del prodotto non tagliato".
A questa problematica operativa si aggiunge un calo generalizzato dei consumi, che ha provocato ulteriori eccedenze e mancate raccolte.
Tali condizioni di mercato e produttive hanno spinto molti operatori a conferire uva alle cantine: "Abbiamo portato in cantina tanto prodotto, nelle ultime 3-5 settimane - dice Donato Fanelli - e lo stiamo facendo tuttora. A causa di questa pressione, anche varietà di uve premium finiscono per diventare mosto, con prezzi che oscillano tra 0,10 e 0,15 €/kg. La realtà è che in questa stagione non si è salvato quasi nessuno".
© Commissione Italiana Uva da Tavola
Fanelli ribadisce che la strategia della filiera è ormai poco sostenibile: "Fino a quando si ragiona con la mentalità ludopatica, invece che con quella imprenditoriale, questo settore non vedrà mai un futuro. Anziché basarsi sull'andamento produttivo, spesso si agisce a sensazione, senza leggere i dati. All'inizio dell'estate, molti commercianti hanno acquistato in campagna a quotazioni che raggiungevano 1,50 €/kg, nella previsione di assistere a un mercato vivace, simile a quello della stagione precedente. Nonostante gli ultimi due anni pieni di innovazione varietale e ascolto delle preferenze di acquisto, le sorti per noi imprenditori non sanno poi tanto cambiate".
Una delle carenze più evidenti è la mancanza di un'analisi approfondita dei dati. "C'è gente che ancora sta mettendo a dimora nuovi vigneti, mentre in altre parti del mondo si decide di estirpare per riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta. Qui da noi, invece, le superfici continuano ad aumentare. Cruciale per orientarsi in futuro sarà la presenza di un catasto nazionale dell'uva da tavola italiana: oggi ha censito oltre 12.000 ettari su circa 40.000 ettari totali in produzione tra Puglia, Sicilia e Basilicata".
Per maggiori informazioni:
Commissione Uva da Tavola
Sede associativa
Piazza Aristotele, 21
70018 Rutigliano (BA) - Italy
+39 342 719 6429
[email protected]
commissioneuvadatavola.it

