I produttori agricoli siciliani, specialmente nelle aree distanti dall'Etna, si trovano regolarmente ad affrontare le difficoltà generate da suoli poveri, l'aggressività dei parassiti e l'incremento costante dei costi per diserbanti, concimi e trattamenti. Tuttavia, nelle immediate vicinanze del vulcano, uliveti, vigneti, agrumeti e pistacchieti crescono da secoli più sani e forti limitando il ricorso a prodotti chimici, grazie a una risorsa naturale: la cenere vulcanica.

Questa risorsa è stata oggetto di approfondimento scientifico. Secondo uno studio del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) pubblicato su JSFA Reports, la cenere vulcanica è stata identificata come un fertilizzante inorganico multinutriente. Il suo meccanismo d'azione è di tipo catalitico, in quanto integra i metalli in traccia necessari agli enzimi batterici per rendere disponibili e fissare elementi chiave per le piante, tra cui l'azoto, il carbonio, lo zolfo e il fosforo. Proprio questa azione catalitica rende possibile fertilizzare vaste aree di suolo utilizzando quantità relativamente ridotte di cenere vulcanica.

Benefici agronomici e opportunità per l'agricoltura
L'utilizzo della cenere vulcanica rappresenta un'opportunità significativa di sviluppo socioeconomico e ambientale per gli agricoltori, in quanto è disponibile in sovrabbondanza . La cenere è ricca di minerali essenziali spesso carenti nei terreni agricoli siciliani, tra cui il potassio, che è fondamentale per frutti più resistenti e saporiti, il calcio che migliora la struttura del terreno, e il magnesio, indispensabile per la fotosintesi,. Inoltre, apporta silice, che ha la funzione di rinforzare le piante, rendendole meno attaccabili dagli insetti. Sono presenti anche microelementi importanti come ferro, rame, zinco e manganese.

L'integrazione di questa "roccia naturale finissima" si traduce in un concime completo, non chimico e non inquinante, con il risultato di piante più vigorose, frutti più gustosi, una maggiore produzione e una minore necessità di concimi artificiali.
Oltre all'arricchimento nutritivo, la cenere contribuisce alla gestione del campo. Grazie alla sua composizione basica e alla struttura fine, ostacola la germinazione di molte erbe infestanti, favorendo le piante coltivate rispetto a quelle spontanee. Ciò permette di ridurre le erbacce, il lavoro manuale e i costi associati ai diserbanti. La cenere non agisce come pesticida, ma come un riequilibratore naturale del terreno, e numerosi agricoltori locali riportano che, a seguito della sua applicazione, larve e insetti si riducono e le piante reagiscono meglio agli stress. Ciò consente di ridurre l'uso dei trattamenti chimici, in particolare dove gli insetticidi sono ormai quasi obbligatori.
Da costo a risorsa: il quadro economico e normativo
I risultati della ricchezza minerale dei suoli vulcanici sono evidenti sul mercato: il pistacchio di Bronte, gli agrumi e i vini etnei sono apprezzati per la loro qualità superiore e presentano un valore economico più alto rispetto a quelli coltivati altrove. L'aggiunta di cenere vulcanica alle coltivazioni significa valorizzare le produzioni, migliorando il sapore, la forza e l'aroma unici delle piante.

Lo studio del CNR evidenzia anche il notevole impatto economico generato dalla cenere in eccesso. Attualmente, le eruzioni dell'Etna rappresentano un onere significativo per i territori circostanti, poiché la cenere deve essere rimossa da piazze e strade. I costi di raccolta e stoccaggio sono così alti da richiedere un intervento della Regione Siciliana, che spende diversi milioni di euro per fronteggiare la situazione.
Il coordinatore dello studio, Mario Pagliaro del CNR, ha chiarito che rendendo la cenere disponibile alle imprese agricole, essa si trasformerebbe in una preziosa risorsa, capace di trasferire anche alle colture lontane dall'Etna le formidabili proprietà di quelle che crescono nei terreni etnei.

Perché questo cambio di paradigma si realizzi, è necessario che la Regione Siciliana si doti di una legge che disciplini il prelievo e l'uso della cenere lavica come fertilizzante inorganico, a vantaggio dell'intero sistema produttivo agricolo della Sicilia.

Per i produttori agricoli siciliani, procurarsi questa risorsa significa colmare una differenza naturale, fornendo ai propri campi i benefici che la natura ha conferito solo in parte all'isola, con un uso semplice ed economico: la cenere si sparge a secco, come un normale concime, in piccole quantità (1-3 kg per pianta). Provare l'applicazione della cenere su una porzione di terreno può portare a risultati concreti, come una maggiore produzione e una minore dipendenza dai trattamenti chimici.