È noto come la pericoltura italiana abbia attraversato una delle fasi più complesse della sua storia recente, a causa delle difficoltà produttive strettamente legate al cambiamento climatico. Il 2025 registra un calo delle superfici rispetto all'anno precedente, ma è una diminuzione più in linea con il normale ricambio e gli abbattimenti sono stati molto inferiori in termini di entità rispetto a quanto registrato negli anni precedenti.
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A livello nazionale, la superficie in produzione si è attestata quest'anno su circa 19.600 ettari, con l'Emilia-Romagna che mantiene il primato con 10.500 ettari. In entrambi i casi si registra una diminuzione del 7%. A questa contrazione si aggiunge un calo delle rese medie per ettaro, valutato in circa il -20% sulla stagione 2024 che porta la produzione complessiva a circa 293.000 tonnellate.
Dopo una fioritura promettente l'instabilità climatica e le piogge primaverili hanno causato una marcata cascola dei frutti. A questo si sono aggiunte, durante l'estate, le problematiche fitosanitarie: la maculatura bruna e un ritorno incisivo della cimice asiatica, specialmente nelle regioni settentrionali.
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Tuttavia, non mancano le note positive, in particolare sul fronte della qualità del raccolto. Nonostante i volumi più ridotti, si registra un aumento della percentuale di pere di prima qualità e una minore incidenza di scarto. Le varietà estive hanno mostrato calibri maggiori rispetto alla scorsa stagione, mentre le varietà autunno-invernali presentano pezzature stabili o leggermente inferiori alla stagione 2024/25.
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Analizzando i bacini produttivi, l'Emilia-Romagna ha visto la sua produzione scendere a circa 174.000 tonnellate (-28% sul 2024), con cali più incisivi per le varietà estive, Conference, Decana e Abate Fetel. Ancora una volta le province romagnole hanno avuto una performance migliore rispetto a quelle emiliane. Pure nel resto del Nord Italia la situazione è simile all'Emilia-Romagna, con cali produttivi che sono oscillati tra il -35% e il -40% sul 2024.
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Spostandosi al Sud, lo scenario non cambia drasticamente: si evidenziano lievi riduzioni delle superfici e dell'offerta, con una contrazione leggera in Sicilia (varietà Coscia) e più marcata in Campania.
Il 2025 sembra delinearsi come un anno di transizione e resistenza, in cui la qualità del prodotto finale potrebbe compensare le perdite quantitative.
Fonte: CSO Italy per FreshPlaza.IT