L'agroalimentare italiano emerge dal Rapporto Ismea 2025 - presentato ieri, 3 dicembre 2025, a Roma - come un settore solido e trainante dell'economia nazionale, capace di raggiungere primati europei in termini di valore aggiunto agricolo, qualità certificata, produttività ed export, che nel 2024 ha sfiorato i 70 miliardi di euro. Con una filiera che pesa il 15% del PIL e investimenti privati ai massimi storici, l'Italia registra anche una crescita dell'occupazione agricola e del reddito tra le più alte dell'Unione europea. Tuttavia, lo scenario resta segnato da tensioni geopolitiche e dai nuovi dazi statunitensi, il cui impatto potrà essere valutato con precisione solo dal 2026. Intanto, il Governo ha destinato oltre 15 miliardi di euro negli ultimi tre anni per rafforzare filiere, innovazione e ricambio generazionale nel settore.
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Secondo quanto si legge nel Rapporto, l'agricoltura italiana si distingue a livello europeo per la forte prevalenza delle coltivazioni (56%) rispetto alla zootecnia (31,4%). All'interno della produzione agricola nazionale, le coltivazioni orticole rappresentano il primo comparto per peso (14,9%), mentre la frutta costituisce l'8,2% della produzione totale.
Tuttavia, l'analisi del valore aggiunto a prezzi costanti evidenzia una divergenza strutturale. La produzione vegetale nel suo complesso ha registrato un trend decrescente nell'ultimo decennio (2015-2024), con una riduzione complessiva in volume dell'8,1%. Questa flessione è stata interrotta solo da brevi fasi di recupero (2018 e 2020).
Nel 2024 si è osservato un lieve segnale di recupero per la produzione vegetale, che è aumentata dello 0,8% rispetto al 2023. Le colture orticole hanno registrato un incremento in volume dell'1,4%, mentre la produzione frutticola è aumentata del 5,2%, recuperando in parte i risultati negativi del 2023 dovuti a eventi climatici avversi. Da notare, in particolare, la crescita di mele, pere, pesche e altri frutti (+10,9%) e uva da tavola (+5,4%), mentre gli agrumi hanno subito un calo del 6,3%.
Il comparto ortofrutticolo ha superato i 12 miliardi di euro di fatturato estero nel 2024, registrando un incremento del 5,4% rispetto all'anno precedente. Questo valore è ripartito quasi equamente tra ortofrutta fresca (6,2 miliardi di euro, +5,4% in valore) e ortofrutta trasformata (6,099 miliardi di euro, +5,5% sul 2023). Inoltre, il settore della trasformazione ortofrutticola rappresenta una quota significativa dell'industria alimentare italiana (8,5% del fatturato complessivo).
Per quanto riguarda i prodotti a Indicazione Geografica (IG), il comparto degli ortofrutticoli e cereali (DOP/IGP) ha generato 392 milioni di euro nel 2024, con un aumento del 6% e un incremento della quantità certificata del 7,2% sul 2023.
La resilienza di ortaggi e frutta
Nella sua presentazione, Fabio Del Bravo, responsabile della direzione filiere e analisi dei mercati di Ismea, ha sottolineato come il settore della produzione vegetale, che include ortaggi e frutta, mostra segnali contrastanti, evidenziando la necessità per le imprese di accrescere la propria capacità di resilienza in un contesto di incertezza strutturale.
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L'analisi della produzione agricola nazionale (calcolata a prezzi costanti con anno di riferimento 2020) rivela una flessione significativa nel lungo periodo: la produzione vegetale ha subito un calo complessivo dell'8,1% nell'ultimo decennio. Tuttavia, il 2024 ha segnato una modesta inversione di rotta per questa categoria. "Nello scorso anno, infatti, la produzione vegetale ha registrato una crescita dello 0,8% rispetto al 2023. Questo andamento positivo si allinea alla crescita generale della produzione agricola (+2,8%) e del Valore Aggiunto agricolo (+2%) registrata nello stesso anno".
Ortaggi e frutta rivestono un ruolo fondamentale nella spesa alimentare delle famiglie italiane. Come si legge nel Rapporto, nel 2024, la spesa per ortaggi e legumi è aumentata del 3,5% in valore e del 2,7% in volume. La spesa per la frutta fresca è aumentata del 4,6% in valore e dell'1,1% in volume. Questa dinamica positiva è proseguita nel primo semestre del 2025, con la spesa per la frutta che è cresciuta del 5,4% e quella per gli ortaggi del 3,8%.
Analizzando la ripartizione dei consumi domestici (media del periodo 2022-2024), i due comparti rappresentano insieme quasi un quinto del budget destinato all'alimentazione. "Gli ortaggi incidono per il 10,4% della spesa alimentare, la frutta costituisce l'8,8% della spesa. Complessivamente, la loro quota supera quella di categorie rilevanti come le carni (10,9%) e i prodotti ittici (8,0%), ma si posiziona dopo i derivati dei cereali (15,1%) e il latte e derivati (14,0%)".
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Nonostante un aumento complessivo della spesa alimentare domestica del 2% nel 2024, e una spinta accelerata nel primo semestre 2025 trainata principalmente da carni, ittico, lattiero-caseario e uova, la centralità del consumo interno, mirata alla qualità che caratterizza l'agroalimentare italiano, viene indicata come elemento chiave per il futuro.
L'intero comparto agricolo italiano, inclusa la produzione vegetale, deve imparare a convivere con l'incertezza, che è ormai definita come un fattore strutturale. "Si confida che gli importanti investimenti in agricoltura effettuati finora, e quelli futuri che dispiegheranno i loro effetti soprattutto a partire dal 2026-2027 tramite i Contratti di Filiera, possano sostenere il percorso verso una maggiore capacità di adattamento, sostenibilità ambientale e innovazione", ha concluso Del Bravo.
Il ruolo del biologico
In merito al mercato biologico, nel Rapporto si legge che l'ortofrutta mantiene un ruolo dominante nella spesa delle famiglie. Nel 2024, i comparti ortofrutticoli rappresentavano il 42,8% del totale dei consumi biologici, sebbene questa quota abbia registrato una lieve contrazione. Tuttavia, il biologico ha mostrato una decisa ripresa nel primo semestre del 2025, con la spesa per la frutta in crescita dell'11,8% in valore e del 10,1% in volume, e la spesa per gli ortaggi in aumento del 10,9% in valore e dell'11,0% in volume.
Per maggiori informazioni:
www.ismea.it