L'agricoltura romagnola si conferma un laboratorio di adattamento ai cambiamenti e innovazione, ma le sfide da affrontare sono sempre più numerose: climatiche, fitosanitarie, ambientali, geopolitiche, di mercato e demografiche. È quanto emerge dall'Annata agraria 2025 di Cia Romagna, presentata il 28 novembre a Ravenna. La "vulnerabilità" del settore non può essere gestita solo in emergenza o tramite indennizzi; per questo Cia Romagna sollecita politiche mirate e interventi rapidi per salvaguardare la tenuta delle aziende agricole e dell'intero territorio; una pianificazione strategica condivisa e una nuova alleanza tra istituzioni, cittadini e agricoltori, per garantire cibo, qualità, tutela ambientale e continuità produttiva. Tra i temi più rilevanti che emergono nell'analisi dell'Annata 2025 spiccano la difficoltà a produrre (calo delle rese) e la questione generazionale: da come si affrontano dipende il futuro dell'agricoltura.
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Entrando nello specifico della presentazione dei dati e delle informazioni raccolte nel report dell'Annata Agraria di Cia Romagna, la demografia delle imprese dell'aggregato Romagna (province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini) riscontra, al 30 settembre 2025, rispetto allo stesso periodo del 2024, una flessione delle imprese attive complessive (-0,5%), analogamente al dato regionale (-0,7%) e nazionale (-0,6%). Per quanto riguarda il settore agricolo, le imprese risultano in diminuzione del -2,3% (sono 13.838), diminuzione accentuata per le relative imprese femminili e giovanili agricole, rispettivamente -3,5% e -5,2%. Le femminili agricole sono 2.475 e le giovanili agricole sono 488. Gli occupati totali in agricoltura in Romagna sono 23.869, il 4,7% del totale occupati (questo dato si riferisce al 2024).
Dal punto di vista meteo, l'annata agraria è stata termicamente molto calda (media di 15,2°C, un grado in meno rispetto al record del 2024) e con una pluviometria irregolare: il bilancio idrico è positivo, ma con cattiva e discontinua distribuzione. Non si registrano condizioni di siccità. L'umidità dei suoli appare eccessiva nel ravennate, nella norma nel riminese, buona nel forlivese-cesenate.
Frutticoltura
Imprevedibilità climatica, fisiopatie e fitopatie influiscono in modo significativo sul comparto mettendo a rischio qualità e quantità. Nel 2025 viene confermata una generale contrazione delle superfici coltivate in Romagna, ad eccezione per quelle a kiwi (trainate dalla varietà "gialla", che determina l'incremento degli ettari complessivi del +5%).
Anche la fragola subisce una riduzione delle superfici, soprattutto in serra (-8%). con un calo produttivo del -5% in campo e del -8,6% in serra.
Le superfici in produzione diminuiscono per pesco (-11%), nettarina (-6%), albicocco (-3%) e susino (-2). Aumento degli ettari in produzione fra il 2% e il 4% per ciliegio, melo e kiwi. Per quanto riguarda le rese medie, dalle stime a disposizione, si nota il calo di quelle delle principali colture: dal -27% dell'albicocco al -8% di quella del ciliegio; dal -7% della resa media del pero al -5% sia per pesco sia per nettarina; la fragola registra un calo produttivo del -5% in campo e del -8,6% in serra.
Contrazione generalizzata della produzione in quintali, fatta eccezione per nocciolo e probabilmente per il kiwi, il cui raccolto dovrebbe essere in linea con quello del 2024 o leggermente migliore. L'orientamento in Romagna è sempre più verso varietà "club/premium", prodotti a maggior valore aggiunto, che richiedono grande impegno e investimenti importanti da parte dei produttori e trovano maggior interesse nei consumatori. In generale, le quotazioni medie per prodotto all'origine nel 2025 si sono mantenute buone rispetto al 2024 o migliori (ciliegio e pero). Per albicocche, pesche e nettarine le migliori degli ultimi 5 anni.
Colture industriali
Il pomodoro da industria mostra superfici stabili ma una flessione delle rese dovuta all'andamento stagionale, mentre il comparto orticolo regionale vede aumentare le produzioni di lattuga, zucchina e zucca, quest'ultima protagonista dell'espansione sia nel fresco sia nella trasformazione, trend confermato anche in Romagna. Il cocomero beneficia di consumi vivaci e di una campagna lunga e regolare, a fronte di prezzi più bassi in campo ma più accessibili al consumo.
Le colture da seme confermano la Romagna come uno dei principali poli sementieri nazionali ed europei, pur registrando un 2025 complesso. L'instabilità climatica, tra eccessi di pioggia e ondate di caldo precoce, ha penalizzato la fioritura e la qualità del seme in diverse specie, soprattutto orticole e leguminose, mentre la domanda di mercato e il sistema dei contratti quadro continuano a rappresentare un ancoraggio fondamentale per produttori e industria.
Agricoltura biologica
Il bio Vive una fase di consolidamento dopo un decennio di forte espansione. Le imprese certificate scendono del 1,3%, con una riduzione più marcata tra le aziende agricole e un aumento invece tra trasformatori e preparatori, segno di una filiera che continua a crescere soprattutto nella fase di lavorazione. Le superfici regionali restano stabili e superano ampiamente i 193.000 ettari, più che raddoppiati nell'ultimo decennio. Forlì-Cesena e Rimini figurano tra le province più avanzate, avendo già oltrepassato il target europeo del 25% di SAU biologica, mentre Ravenna manifesta una leggera battuta d'arresto ma mantiene un ruolo significativo.