La stagione dell'uva da tavola continua a essere caratterizzata da più ombre che luci. Dopo mesi difficili, la situazione non migliora sui bancali e riguardo alle prospettive per le imminenti festività natalizie, quando le imprese agricole registrano di solito un aumento della domanda, molti operatori non prevedono svolte in positivo.
"La campagna rimane gravemente influenzata dalle condizioni climatiche e da forti squilibri tra offerta e prezzi, portando a una generale demoralizzazione – dice Giacomo Suglia, presidente dell'associazione Apeo - Il prodotto arriverà a Natale, grazie alle scorte presenti nelle celle, ma non sono previsti grossi aumenti delle quotazioni, complici i consumi che procedono troppo a rilento. La domanda rimane fiacca - secondo il manager - a causa delle evidenti difficoltà di spesa da parte dei consumatori, ma questo non riguarda soltanto l'uva da tavola. Non si vuole compromettere ulteriormente il mercato con degli aumenti. A differenza dell'anno precedente, infatti, caratterizzato da estrema euforia e voglia di nuovi investimenti, il periodo attuale è segnato dalla sfiducia".
La situazione peggiora a causa dell'andamento climatico. "Il mese di novembre, in particolare, risulta essere molto negativo, caratterizzato da piogge frequenti e tassi di umidità elevati. Queste condizioni si sono rivelate peggiori rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Danneggiano difatti la qualità del prodotto, aggravando una situazione commerciale già difficile. Di conseguenza, la merce arriva sul mercato già compromessa e non riesce a mantenere un livello qualitativo premium. La qualità è messa a dura prova anche dalla disponibilità di prodotti per la difesa, con i produttori che dispongono di sempre meno molecole autorizzate".
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Mentre si registra un aumento generale della produzione di circa il 35%, dovuto alla maggiore produzione e ai nuovi ettari messi a dimora, si verifica al contempo una diminuzione dei prezzi del 20-25% rispetto allo scorso anno. Tale squilibrio ha determinato una sfiducia e una confusione nel lavoro da parte degli operatori agricoli.
Inoltre, l'operatività, anche in vista delle frequenti pulizie dei grappoli in campo, ha comportato un innalzamento delle spese. "I costi sono davvero esosi, per noi protagonisti della filiera - afferma Giacomo Suglia - La frutta sui bancali costa parecchio, ma a noi non ce la pagano poi così tanto".
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La stagione è ormai giunta alla fine e il prodotto sulle piante è praticamente terminato. "Si sta vendendo ciò che è stato raccolto e collocato in cella per la frigoconservazione, soprattutto considerando che il meteo permane piovoso. A questo si somma l'avvio dell'importazione da paesi extra-UE, compromettendo una stagione che ha già delle lacune importanti".
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