Il Partito Popolare Europeo ha fatto marcia indietro sulla richiesta di sottoporre all'aula del Parlamento europeo la procedura d'urgenza prevista dall'articolo 170, legata alla clausola di salvaguardia bilaterale dell'Accordo di partenariato Ue-Mercosur e dell'intesa commerciale interinale sui prodotti agricoli. A comunicarlo, durante la sessione plenaria, è stata la presidente Roberta Metsola.
Secondo Coldiretti e Filiera Italiana, che l'hanno definita "una vittoria della democrazia", si è scongiurato il rischio immediato di un vergognoso colpo di mano che avrebbe sottratto la discussione sull'intesa al confronto parlamentare e pubblico sui gravissimi rischi a essa legati, a partire dalla mancanza del principio di reciprocità.
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"L'obiettivo reale della procedura d'urgenza, imposta dalla Von der Leyen, era infatti quello di impedire qualsiasi intervento del Parlamento: come già avvenuto in Consiglio, si mirava a bloccare ogni possibilità di modifica del testo e ad accelerarne il voto già nella giornata di giovedì 27 novembre. In questo modo sarebbero state escluse la presentazione e la discussione di emendamenti su una proposta che avrà conseguenze dirette e profonde non solo per l'agricoltura europea, ma anche per i consumatori. Di fatto, si puntava a mettere a tacere le proteste degli agricoltori riguardo a una misura assolutamente inadeguata a tutelare le filiere agroalimentari europee rispetto all'invasione di prodotti sudamericani a dazio zero", si legge in una nota di Coldiretti.
"L'auspicio è ora che il Parlamento europeo faccia sentire la propria voce per tutelare i cittadini e le imprese agroalimentari rispetto ai rischi contenuti nell'attuale stesura dell'accordo. La mancanza del principio di reciprocità nell'intesa rappresenta una forma di concorrenza sleale verso le imprese agroalimentari, con potenziali rischi anche per la salute dei consumatori - continua la nota - Basti pensare all'uso, nei Paesi sudamericani, degli antibiotici e di altre sostanze come promotori della crescita negli allevamenti, o al massiccio ricorso ad agrofarmaci vietati da anni in Europa".