Il Centro Attività Vivaistiche (CAV) continua a consolidare la sua posizione d'eccellenza non solo a livello nazionale ed europeo, ma anche globale. Ne parlano Marco Pancaldi e Marco Cardoni, rispettivamente direttore e responsabile del laboratorio della società cooperativa di vivaisti che ha sede presso il Polo di Tebano, nel Comune di Faenza (provincia di Ravenna), e che offre i propri servizi ai vivaisti ma anche alle aziende agricole e ai consorzi.
"La legislazione europea ha catalogato i laboratori di fitopatologia in varie fasce – premette Cardoni – Tra questi, ci sono i 'laboratori di autocontrollo', che fanno controlli interni e ai propri clienti. I patogeni ricercati sono i ORNQ, che significa 'Organismi Regolamentati Non da Quarantena', perché quelli da quarantena sono di competenza delle istituzioni pubbliche, i servizi fitosanitari".
© Centro Attività Vivaistiche
"Dal maggio 2024 il laboratorio del CAV è stato riconosciuto anche come laboratorio ufficiale (Determina n. 9626 / 2024) - riprende Cardoni - Questo significa che siamo saliti in uno step superiore e che ora possiamo analizzare anche patogeni da quarantena su campioni ufficiali".
Pancaldi aggiunge: "In sostanza, mentre il laboratorio di autocontrollo analizza i campioni consegnati da clienti privati, un laboratorio ufficiale analizza campioni portati dagli ispettori dei servizi fitosanitari e prelevati nell'ambito delle ispezioni ufficiali presso i produttori e vivaisti. I Servizi Fitosanitari Regionali sono dotati di propri laboratori interni, ma per aumentare le potenzialità di controllo possono portare una parte dei loro campioni a laboratori riconosciuti come il nostro, chiaramente questi campioni saranno anonimizzati. Questo per noi è un upgrade importante: il nostro cliente non è più solo il privato, ma anche il pubblico".
© Centro Attività Vivaistiche
Cardoni sottolinea infine l'opportunità del laboratorio CAV di partecipare come Laboratorio Ufficiale al Tavolo Ministeriale Permanente dei Laboratori: "È un valore aggiunto, che ci consente di restare aggiornati sulle problematiche fitopatologiche emergenti e sulle tecniche da utilizzare nella diagnosi fitopatologica. In questo tavolo siamo anche coinvolti nei 'proficiency test'(PT) che consistono in un confronto tra tutti i laboratori nazionali ufficiali per confermare la professionalità dei laboratori stessi e irrobustire le metodiche di diagnosi proposte. I PT sono effettuati annualmente per la ricerca di funghi, batteri, virus, fitoplasmi, insetti e nematodi. Le attività del Tavolo sono coordinate dal Laboratorio Nazionale di Riferimento CREA – DC. E per noi è un'opportunità per continuare a lavorare su un livello di qualità alto".
In ambito internazionale, nei mesi scorsi il laboratorio è stato inserito dalle autorità dell'Australia – Dipartimento dell'Agricoltura, Pesca e Forestale – nella lista dei laboratori per l'analisi di due virus, il Tomato brown rugose fruit virus e il Tomato mottle mosaic virus, su semi di pomodoro e peperone.
© Centro Attività Vivaistiche
"Le aziende sementiere orticole che intendono esportare in Australia sementi di peperone e pomodoro devono eseguire test per verificare l'assenza di questi virus e lo possono fare in laboratori riconosciuti – spiega Pancaldi – Questo riconoscimento è un opportunità di collaborazione con un nuovo settore. L'accreditamento si aggiunge al precedente riconoscimento del CAV quale Stazione di Pre-Quarantena per l'export di materiale vivaistico frutticolo in Nuova Zelanda".
"Alla base di tutti questi riconoscimenti vi è la comprovata solidità tecnico scientifica del laboratorio che è stato il primo laboratorio fitopatologico italiano a operare seguendo la norma ISO 17025:2018; è il livello di qualità più alto e ci ha dato credibilità a livello internazionale" aggiunge Pancaldi.
© Centro Attività Vivaistiche
Da tempo, a livello europeo il CAV è inoltre nella lista dei laboratori riconosciuti dall'EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization), l'organizzazione dell'Unione Europea con sede a Parigi che si occupa della protezione delle piante. "Oltre a ciò, vari tecnici del nostro laboratorio sono inseriti nella lista degli esperti EPPO per le specifiche competenze diagnostiche", aggiunge Cardoni.
"L'intera nostra attività – conclude Pancaldi - è estremamente legata alla sinergia con il CIVI-Italia, che per noi è l'interlocutore principale con il Ministero dell'Agricoltura, il MASAF. La crescita del CAV in questi anni è collegata al fatto di operare nel sistema CIVI-Italia e nella certificazione volontaria nazionale QVI (Qualità Vivaistica Italia)".
© Centro Attività Vivaistiche
La scheda del CAV
II Centro Attività Vivaistiche è una società cooperativa di vivaisti con lo scopo principale di attuare la certificazione genetico-sanitaria. Opera all'interno del Polo tecnologico di Tebano e si propone di stimolare iniziative idonee alla qualificazione del materiale vivaistico, fornire servizi di analisi e di controllo, e svolgere, nell'ambito dei programmi di certificazione nazionali ed europei, le fasi e i compiti assegnati per i quali possiede i requisiti e i riconoscimenti ufficiali dagli organismi preposti.
È socio fondatore di CIVI-Italia, il Consorzio riconosciuto dal Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, con il quale opera in stretto collegamento e connessione. Per i propri associati e per i clienti nazionali e internazionali, la cooperativa produce piante di categoria Pre-Base e Base nel settore delle piante da frutto, fragola, olivo, vite, agrumi, piante orticole, piccoli frutti e frutta a guscio. II CAV dispone di un laboratorio designato dal servizio fitosanitario per eseguire controlli e diagnosi di virus, batteri, funghi, fitoplasmi, viroidi, organismi virus-simili, acari, nematodi e insetti e per l'effettuazione di analisi di rispondenza varietale.
Con una superficie globale di 5.000 mq in serre "screen-house" che custodiscono oltre 1.000 varietà iscritte al sistema di certificazione italiano QVI, il CAV è il maggiore centro di conservazione e pre-moltiplicazione italiano. Le candidate piante madri di pre-base entrano all'interno delle screen-house di conservazione solo dopo essere risultate esenti dai patogeni indicati nei disciplinari nazionali di certificazione che prevedono requisiti più restrittivi rispetto ai regolamenti di certificazione UE in vigore. La produzione, da parte del vivaista, di piante certificate (QVI, Qualità Vivaistica Italia) prevede l'utilizzo obbligatorio di materiale di moltiplicazione proveniente da questo processo.