La campagna del kaki, che si trova a metà della raccolta nella Comunità Valenciana, è stata sorpresa da una tempesta di grandine nel pomeriggio di lunedì 17 novembre, nei comuni di Carlet, Massalavés e l'Alcúdia, situati nella comarca della Ribera Alta, una delle principali zone produttrici di kaki in Spagna.
"Stavamo mantenendo un buon ritmo di raccolta e tutto procedeva secondo le previsioni, ma la grandine ha avuto un impatto significativo sulla produzione che restava da raccogliere, ovvero circa il 50% del raccolto", racconta Rafael Cosme, direttore generale della cooperativa Ribercamp, di Carlet. "Le aziende colpite dalla grandine registrano danni compresi tra il 40 e il 60%".
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Il presidente dell'Associazione Spagnola del Kaki, Pascual Prats, stima quindi che la grandinata abbia danneggiato circa il 20% della produzione che era ancora in attesa di essere raccolta. "Già provenivamo da una riduzione produttiva intorno al 20% rispetto a quanto previsto nel primo trimestre della campagna, a causa dell'impatto delle avversità climatiche e delle fitopatie. Ora l'offerta torna a diminuire in un momento in cui il mercato risultava fin troppo tranquillo. Quest'anno sono stati pagati prezzi elevati per l'acquisto in campo e stanno risultando difficili da sostenere".
"Nella prima metà di novembre solitamente si concentra una maggiore offerta e le vendite rallentano perché il mercato si satura", spiega Rafael Cosme. "Tuttavia, i volumi stanno diminuendo da giorni e prevediamo che la riduzione causata dalla grandine influirà sugli ordini, dato che ci sarà ancora meno disponibilità di frutta".
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Il direttore generale di Ribercamp ricorda che le perdite di produzione dovute a tempeste come questa, insieme all'impatto delle fitopatie, continuano a far aumentare i costi di produzione. "Produrre kaki è diventato il 50% più costoso negli ultimi 10 anni. Con l'arrivo di nuove fitopatie e la loro proliferazione, abbiamo dovuto incrementare significativamente il numero di trattamenti in campo con prodotti autorizzati dalla Commissione europea, che curiosamente sono più costosi e meno efficaci".
Ribercamp, che inizialmente prevedeva un raccolto di 52.000 tonnellate, commercializza circa il 90% della sua frutta tramite la cooperativa di secondo grado Anecoop, destinandola principalmente alle catene della Grande distribuzione. "Speriamo di concludere la campagna a metà gennaio, anche se la tendenza dei clienti è quella di voler prolungare le stagioni", conclude Rafael.
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