"Se dovessi scommettere su una coltura, scommetterei su pesche e nettarine. Lo sostengo da tanti anni. E non sottovaluterei il periodo tardivo, tipo il mese di settembre, che dà spesso ottimi riscontri di mercato".
Daniele Neri, vivaista di Faenza (Ravenna) ritiene che il futuro della peschicoltura italiana passi anche da un cambio netto di mentalità. "Produrre meno per produrre meglio significa seguire passo dopo passo il proprio impianto e fare un investimento oculato. In realtà, come vivaista dovrei essere solo interessato a vendere più piante possibile, ma non è così che si fa il bene del settore".
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itDaniele Neri
Protezione dell'impianto, irrigazione con doppia manichetta distante dal colletto, sistema antibrina: al giorno d'oggi non si può più fare a meno di questi investimenti. Le piante, ormai, sono la voce meno dispendiosa. "La scelta varietale va accompagnata da una chiara idea di coltivazione: saper potare bene e diradare ancora meglio. Non si dirada mai abbastanza. Al giorno d'oggi, il consumatore vuole un frutto di calibro elevato e buon sapore. Per frutti di questo livello è disposto a pagare anche cifre importanti e, di conseguenza, il produttore deve agire per ottenere tali caratteristiche. Meglio avere meno frutti sulla pianta, diminuendo le rese totali, ma di alta qualità, aumentando il reddito. La vecchia mentalità di puntare sulla quantità guadagnando pochi centesimi al kg, non porta (e non ha portato) da nessuna parte".
"Avere in produzione di pesche e nettarine a settembre - aggiunge Neri - apre invece scenari nuovi. Io sono convinto che la frutta buona da mangiare abbia sempre spazio. Siamo noi produttori che spesso non coltiviamo più pensando a chi poi deve mangiare. Quando invece c'è la piacevolezza al palato, i prezzi sono alti, con produzione lorda vendibile molto interessante".
Riguardo alle varietà in possesso di Neri, "la linea Romagna ormai conta numerose varietà che coprono tutto il calendario produttivo italiano. Ma le varietà non bastano se non cambia la mentalità e se non si cambia il sistema", conclude.
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