Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Il Perù prevede una crescita del 10 per cento in agroesportazioni nel 2025

Nel corso delle ultime due decadi, il Perù è emerso come protagonista nello scenario agricolo internazionale, posizionandosi tra i principali esportatori mondiali di prodotti come asparagi, mirtilli, avocado e uva da tavola. Questa crescita non solo ha reso l'agroesportazione la seconda fonte più importante di entrate per il Paese, dopo l'attività mineraria, ma ha contribuito in modo significativo anche all'occupazione nazionale, coinvolgendo quasi un quarto della popolazione.

Diversità geografica e climatica: il grande vantaggio del Perù
Una delle maggiori forze del Perù è la sua diversità naturale. Con fino a 38 tipi differenti di clima distribuiti sul territorio, il Paese può produrre alimenti durante tutto l'anno. Questa capacità gli conferisce un vantaggio comparativo rispetto ad altri Paesi che dipendono da stagioni più marcate.

© Maulucioni - Wikipedia

Geograficamente, il Perù è diviso in tre regioni: Costa, Sierra e Selva. La Costa peruviana, pur essendo una regione prevalentemente desertica, concentra circa il 60% della popolazione e ha sviluppato un'agricoltura ad alto valore aggiunto grazie all'uso intensivo di sistemi di irrigazione tecnologici. Ciò ha permesso la produzione di colture orientate all'esportazione come uva da tavola, avocado, mango, mirtillo, asparago, carciofo, cipolla e peperone, soprattutto grazie alla presenza di grandi aziende agroindustriali. Vale la pena menzionare che la costa nord e, in misura minore, quella centrale presentano vulnerabilità al fenomeno del Niño costiero, che periodicamente porta piogge intense e talvolta devastanti.

Al contrario, la Sierra ospita il 26% della popolazione nazionale: qui predominano i piccoli agricoltori che lavorano appezzamenti inferiori alle cinque ettari. Questi produttori sono orientati al mercato interno e coltivano prodotti tradizionali come patata, mais, quinoa, cavolo, carota e pomodoro. Tuttavia, in alcune zone andine si producono anche colture più commerciali, come l'avocado, e si stanno sperimentando produzioni come la ciliegia.

La Selva, che rappresenta il 60% del territorio nazionale, ospita appena il 14% della popolazione. Qui predomina l'agricoltura di sussistenza, anche se negli ultimi anni è aumentata la produzione commerciale di caffè, cacao, banano, zenzero e curcuma.

Struttura agricola e sfide per i piccoli produttori
Gran parte della coltivazione dei principali prodotti agroesportati dal Perù, come avocado, mango, banano, agrumi, asparago, peperone, carciofo, cipolla, zenzero e curcuma, è nelle mani di piccoli produttori, una configurazione dovuta in parte alla riforma agraria degli anni '70 e alla successiva frammentazione delle terre attraverso l'eredità. I minifundios abbondano in alcune zone della Costa e in tutta la Sierra e la Selva.

Questa frammentazione della terra genera ostacoli alla commercializzazione efficiente, a causa della mancanza di organizzazione, infrastrutture, standardizzazione e accesso alla tecnologia. Per superare queste barriere, diverse aziende esportatrici stanno puntando sull'integrazione dei piccoli produttori tramite formazione, fornitura di input e iniziative per aggregare i volumi di produzione.

Al contrario, colture come uva da tavola e mirtillo si sviluppano principalmente in grandi estensioni gestite da imprese agroindustriali, il che facilita la standardizzazione, il rispetto delle norme fitosanitarie internazionali e l'accesso diretto ai mercati globali.

Le cifre della crescita: agroesportazioni verso i 14 miliardi di dollari
Secondo le proiezioni della ministra del Commercio Estero e del Turismo, Teresa Mera, le agroesportazioni peruviane supereranno i 14 miliardi di dollari nel 2025, il che rappresenterà una crescita del 10% rispetto all'anno precedente. Questo dinamismo si concentra principalmente nelle regioni costiere: Ica, La Libertad, Piura e Lambayeque raggruppano oltre l'80% del totale esportato.

© Hujsunqu - Wikipedia

Top 5 dell'agroesportazione peruviana (2024)

1. Mirtilli
Con oltre 20.000 ettari coltivati, il Perù è il maggior esportatore mondiale di mirtilli, davanti agli Stati Uniti e al Marocco, che occupano rispettivamente il secondo e il terzo posto con volumi sei volte inferiori a quelli peruviani. Nel 2024 ha esportato 325.846 tonnellate per un valore di 2.269 milioni di dollari. La Libertad e Lambayeque concentrano oltre il 75% della produzione. La stagione di raccolta inizia generalmente a giugno, raggiunge i picchi di esportazione tra settembre e ottobre e termina a marzo dell'anno successivo. Gli Stati Uniti sono il principale mercato, assorbendo il 57% degli invii, seguiti dall'Unione Europea (22%), Cina e Hong Kong.

2. Uva da tavola
Il Perù è anche leader mondiale nell'esportazione di uva, con 558.063 tonnellate inviate nel 2024, per un valore di 1.705 milioni di dollari, davanti a Cile (529.470 ton) e Cina (483.373 ton nel 2023). La raccolta inizia a settembre e prosegue fino ad aprile dell'anno successivo, con i volumi maggiori tra dicembre e gennaio. Ica e Piura rappresentano oltre l'80% della produzione. I principali mercati sono Stati Uniti (47%), Unione europea (17%) e Asia (13%). La superficie coltivata supera i 22.000 ettari.

3. Avocado
Con circa 35.000 ettari coltivati nel Paese, soprattutto a Lambayeque, La Libertad, Lima e Ica, il Perù ha esportato 570.457 tonnellate nel 2024, per un valore di 1.247 milioni di dollari. È il secondo esportatore mondiale, dopo il Messico (1.120.918 ton) e davanti a Israele (151.374 ton nel 2023). Le esportazioni si svolgono praticamente tutto l'anno, ma la maggior parte degli invii avviene tra marzo e settembre. L'Unione europea è il principale acquirente (51,8%), seguita dagli Stati Uniti (13,9%).

4. Asparagi
Il Perù mantiene una capacità unica al mondo: produrre asparagi tutto l'anno. Nel 2024 ha esportato 96.731 tonnellate (406 milioni di dollari). È il secondo esportatore mondiale, dietro al Messico (129.837 ton) e davanti agli Stati Uniti (42.873 ton nel 2023). La Libertad è la principale regione produttrice, con il 50%. La superficie coltivata si aggira intorno ai 28.000 ettari.

5. Mango
Prodotti principalmente a Piura (65%), i mango peruviani vengono esportati tra ottobre e aprile. Nel 2024 sono state inviate 177.903 tonnellate per 317 milioni di dollari, posizionando il Perù come quarto esportatore mondiale, dopo Messico (461.766 ton), Thailandia (377.351 ton) e Brasile (266.575 ton nel 2023). La superficie coltivata raggiunge i 42.000 ettari.

Nel 2024, il Perù ha inoltre esportato 195.032 tonnellate di agrumi per un valore di 255 milioni di dollari, mentre le esportazioni di paprika secca hanno raggiunto le 34.400 tonnellate generando 130 milioni di dollari. La cipolla fresca o refrigerata ha totalizzato 308.368 tonnellate esportate, per 127 milioni di dollari. I carciofi lavorati o conservati hanno raggiunto 43.445 tonnellate, generando 120 milioni di dollari, mentre i banani - per lo più biologici - hanno totalizzato 150.760 tonnellate per 115 milioni di dollari. Infine, lo zenzero ha raggiunto 47.793 tonnellate esportate, pari a 104 milioni di dollari, nonostante la recente riduzione dei volumi. Insieme, questi 11 prodotti rappresentano il 53% delle agroesportazioni peruviane. Accanto a essi, caffè (8,6%) e cacao (5,8%) continuano a essere protagonisti rilevanti del paniere agroesportatore.

Destinazioni internazionali e logistica portuale
Le principali destinazioni delle agroesportazioni peruviane sono: Stati Uniti (34,7%), Paesi Bassi (14,8%), Spagna (6,4%), Regno Unito (3,7%), Cile e Messico (3,5% ciascuno), Ecuador (3,1%), Germania, Cina e Canada (tra il 2,4% e il 2,6%). Per macro-aree: Stati Uniti e Canada assorbono il 37,1%, l'Europa il 33,2%, l'America Latina il 17,2% e l'Asia il 10,1%.

I principali porti di partenza nel 2024 sono stati Callao (39%), Paita (Piura; 19,4%), Salaverry (La Libertad; 14,1%), Pisco (Ica; 11,6%) e Chiclayo (Lambayeque; 4,7%). Merita particolare attenzione il porto di Chancay (quota dello 0,5% nel 2024), che si profila come snodo chiave per rafforzare il collegamento con il mercato asiatico, dove la domanda di frutta peruviana sta crescendo rapidamente.

Espansione futura: investimenti e nuovi progetti agricoli
L'agenzia statale Proinversión ha identificato un grande potenziale per espandere l'agricoltura moderna nel Paese. Si stima che, attraverso i partenariati pubblico-privati, potrebbero essere aggiunti circa 250.000 nuovi ettari coltivabili, il che comporterebbe un investimento di oltre 4,3 miliardi di dollari. Questo permetterebbe di raddoppiare l'attuale superficie destinata all'agroesportazione, oggi vicina alle 250.000 ettari. Lo sviluppo dei progetti agricoli dovrebbe essere affidato a grandi agroindustrie.

I progetti principali includono: Chavimochic III Fase (La Libertad; ~111.000 ha), Majes Siguas II Fase (Arequipa; ~38.500 ha), Chinecas (Áncash; ~83.000 ha) e Chancay–Lambayeque (Lambayeque; ~20.000 ha). Si sta inoltre valutando l'inclusione di altre 168.000 ettari tramite progetti come Olmos II (Lambayeque), Pampas Verdes (Ayacucho), Alto Piura e Chira (Piura).

I dati forniti in questo articolo provengono dal Ministero dello Sviluppo Agrario e dell'Irrigazione (Midagri), dal Ministero del Commercio Estero e del Turismo (Mincetur), dalla Sovrintendenza Nazionale delle Dogane e dell'Amministrazione Tributaria (Sunat), dall'Istituto Nazionale di Statistica e Informatica (Inei) e da Faostat.

Articoli Correlati → Vedi