"I nostri prodotti si biodegradano entro trenta giorni e se piove in quindici – spiega Elżbieta Danielska, fondatore e Ceo di Bonfitaly – Non servono impianti industriali per lo smaltimento e, una volta nell'umido, diventano concime ricco di minerali e vitamine. Vogliamo produrre valore, non rifiuti". Una filosofia chiara che oggi guida la start-up verso il traguardo più ambizioso: aprire una produzione totalmente italiana entro l'annata 2026/27, così da creare finalmente "una vera economia circolare a basso impatto ambientale".
© Bonfitaly
Elżbieta Danielska (fondatore e Ceo) e Sandro Bonfini (co-fondatore) di Bonfitaly
Bonfitaly Srl è una giovane realtà marchigiana con sede a Pesaro, pronta a introdurre un cambiamento concreto nel mondo del packaging sostenibile. La start-up nasce nel 2021 come naturale evoluzione di una collaborazione avviata nel 2016 con l'azienda polacca che ha perfezionato la tecnologia delle stoviglie edibili e biodegradabili. "Dopo anni di sviluppo con il nostro partner polacco, nel 2021 abbiamo fondato la nostra ditta individuale in Italia, iniziando a commercializzare i prodotti. L'accoglienza positiva del mercato ha confermato la nostra visione e dato il via alla fase successiva della nostra avventura. Questa eredità di ingegno e osservazione della natura è oggi il motore della nostra tecnologia unica e brevettata".
Oggi Bonfitaly sta preparando il passo successivo: portare la produzione in Italia entro il 2027 e creare qui una filiera realmente circolare. L'azienda collabora con Ecoarea Start Up Lab, università italiane, aziende agroalimentari, centri di ricerca sui materiali naturali, per avviare la prima linea produttiva made in Italy. Sono in fase di sviluppo nuove miscele edibili e senza glutine, destinate alla Grande distribuzione organizzata (GDO), al food service e al settore pet food.
© Bonfitaly
Una soluzione concreta per la GDO e l'ortofrutta
L'azienda sta lavorando insieme a un partner agricolo marchigiano per sviluppare forme e miscele adatte alla GDO e all'ortofrutta. Le prime prove non sono state semplici: il contatto con ortaggi come il radicchio e la permanenza in cella refrigerata tendevano a indebolire le vaschette, ma dopo vari test l'azienda ha ottenuto contenitori che resistono fino a 10-15 giorni in refrigerazione. È un risultato che apre la strada a un utilizzo quotidiano nelle linee di confezionamento, con potenziali benefici nella gestione del punto vendita. Quando il prodotto non è più vendibile, l'intera confezione può essere conferita nell'umido, riducendo tempi, personale e soprattutto costi di smaltimento.
"Chi usa le nostre vaschette risparmia tempo, personale e costi di smaltimento" spiega Danielska. "La bioplastica dovrebbe andare nell'umido, ma nella pratica spesso finisce nell'indifferenziato. Con noi non c'è questo problema: i nostri materiali spariscono in natura senza lasciare traccia".
La start-up ha già testato le sue soluzioni per il confezionamento di radicchio, cipolle, sedano, carote, mirtilli, funghi e perfino salsicce. Ogni prodotto richiede una miscela diversa, perché la crusca non ha mai gli stessi parametri.
© Bonfitaly
"Si tratta di un prodotto naturale – sottolinea Danielska – e per questo va capita, ascoltata, regolata. Non è come lavorare con miscele sintetiche. Serve adattare la formula a ogni esigenza specifica del cliente, ma questa è anche la nostra forza". Bonfitaly ha sperimentato le proprie soluzioni, dimostrando che ogni categoria può avere la sua miscela specifica. La crusca non ha parametri costanti come una biomiscela sintetica e, per questo, ogni formulazione richiede un lavoro continuo di taratura. È un processo complesso, ma è anche ciò che rende l'azienda difficile da imitare: la tecnologia, sviluppata e brevettata in Polonia e ora in fase di estensione in Italia, si basa sull'utilizzo puro delle materie prime, senza PLA, coating o additivi chimici.
Un percorso di crescita strutturato: acceleratori, incubatori e programmi di eccellenza
Nel 2025 Bonfitaly entra contemporaneamente in percorsi di crescita tra i più qualificati in Italia:
- AC75 Startup Accelerator (Ancona) - Programma focalizzato su sostenibilità, innovazione e transizione ecologica.
- ELITE – Borsa Italiana, powered by Intesa Sanpaolo (Milano) - Ecosistema di crescita per PMI ad alto potenziale, con focus su finanza, governance e scale-up.
- SDA Bocconi School of Management/Moduli formativi avanzati - Percorsi dedicati a strategia, internazionalizzazione e corporate finance.
- Ecoarea Start Up Lab – Incubatore certificato (Cerasolo di Coriano, Rimini) - Incubatore fondato da Romano Ugolini, con focus su sostenibilità, economia circolare e innovazione green. Ecoarea supporta Bonfitaly nello sviluppo operativo, nella R&S, nella validazione di materiali naturali e nel posizionamento nel mercato del packaging sostenibile.
Parallelamente, Bonfitaly è stata selezionata tra le 14 finaliste del concorso "Nuove Idee, Nuove Imprese 2025".
© Bonfitaly
Una storia che unisce Polonia e Italia
Tra i tanti aspetti tecnici, però, uno degli elementi più affascinanti della storia di Bonfitaly resta l'episodio che ha dato il via a tutto. Danielska lo racconta: "L'idea nasce nel 1998, nel mulino di mio zio: un giorno trova un macchinario bloccato e a fermarlo era un grumo di crusca. Lo prende in mano, lo osserva e capisce che, senza nessun additivo, quel materiale riusciva a compattarsi e diventare duro. Da quel momento ha iniziato a fare prove, una dopo l'altra".
Anni dopo, nel 2012, da quello stesso mulino uscì il primo prototipo: un piatto di pura crusca. "Mio zio lo mise sul tavolo della cucina e la mattina dopo si accorse che ne mancava un pezzo. Pensò che fosse un fallimento. Poi vide il gatto che si avvicinava e sgranocchiava il piatto. Quel momento cambiò tutto. Mi disse: 'Se lo mangia lui, allora possiamo mangiarlo anche noi'. Non era l'obiettivo fare stoviglie edibili, ma lì abbiamo capito che avevamo creato qualcosa di davvero naturale e innocuo".
Oggi Bonfitaly vuole portare questa visione dentro la filiera europea della frutta e verdura. "Ogni settimana torno dalla spesa con un bidone pieno di plastiche", afferma Danielska. "Non è più sostenibile. La nostra soluzione è diversa, perché elimina il concetto stesso di rifiuto". L'ambizione è internazionale: "Non vogliamo fermarci all'Italia. All'estero c'è più sensibilità su questi temi e crediamo che il nostro prodotto possa fare la differenza".
La sfida è culturale - prima ancora che industriale - e riguarda un settore, quello ortofrutticolo, che ogni giorno movimenta enormi volumi di packaging. Bonfitaly propone un'alternativa che nasce dagli scarti e ritorna alla terra senza lasciare tracce, con un potenziale enorme per produttori, confezionatori e GDO. "Noi crediamo davvero nel cambiamento – conclude Danielska – e siamo pronti a costruirlo insieme a chi vuole fare un passo avanti".
Per maggiori informazioni:
Elżbieta Danielska - fondatore e Ceo
+39 377 35 13 199
Bonfitaly Srl
Via G. Mameli n. 42 scala A int. 114
61121 Pesaro (PU) - Italy
[email protected]
www.bonfitaly.info