"Ho partecipato all'Euronion Congress e, ancora una volta, è emerso che noi italiani siamo disorganizzati sul fronte cipolla. Serve creare un associazionismo che raggruppi i principali player della cipolla italiani, così da avere più voce un capitolo, almeno sul fatto di scelte strategiche, a livello europeo". Lo afferma Matteo Freddi, operatore della provincia di Reggio Emilia il quale, la scorsa settimana, nei Paesi Bassi ha partecipato al congresso Euronion (cfr. FreshPlaza del 10/11/2025), rendendosi conto ancora una volta che il comparto cipolle è ben organizzato e coeso in tutti i principali Stati produttivi europei, Italia esclusa.
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itMatteo Freddi
"Come minimo dovremmo organizzare due distretti, quello del nord Italia e quello del sud, perché come 'sistema cipolle' italiano non possiamo non sapere quali sono le nostre produzioni e quali scelte dobbiamo fare per muoverci bene sul mercato. Ad esempio, i polacchi hanno tutti i dati produttivi aggregati, con una produzione stimata molto precisa".
Gli interventi si sono susseguiti con focus sulle produzioni dei vari Stati. "In Europa, quest'anno la produzione è stata maggiore rispetto agli anni passati. In Spagna e Polonia c'è stato un calo di ettari, ma in altre zone ci sono stati aumenti. Sul mercato c'è più prodotto, quindi i prezzi sono in calo. Alcune nazioni stanno esportando molto, come i Paesi Bassi, che destinano molto prodotto a nazioni africane come Senegal e Costa D'Avorio, con ritmi di 30mila tonnellate complessive di esportazione a settimana".
"Qualche trader sta cercando di far capire ai produttori che la situazione è complicata e occorre vendere, anche se i prezzi non sono elevati. Non si può pretendere che ogni anno vi siano prezzi da 1 euro/kg, come nel recente passato. Questo perché occorre tenere fuori dalla porta altri competitor che potrebbero intervenire sui mercati con prezzi ancora più bassi", precisa Freddi.
"Il principio degli esportatori è quello di liberare gli stock con regolarità, per evitare accumuli e deperimento di prodotto. Anche io sto vendendo il più possibile, perché ho paura che da metà febbraio ci sia ancora troppa merce".
Sul fronte agronomico, "il problema principale è il Fusarium che causa danni nei lotti e non fa stare sereni i confezionatori. È un problema europeo, non solo italiano".
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