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Reportage fotografico di Euronion 2025 presso Bejo Zaden

Raccolto di cipolle a livelli record, preoccupazioni per l'emergenza del fusarium e la carenza di mezzi di difesa

Rappresentanti dei principali produttori di cipolle d'Europa e di altri continenti si sono riuniti nei giorni scorsi presso la sede di Bejo Zaden a Warmenhuizen (Paesi Bassi) per il congresso annuale europeo delle cipolle Euronion. Per la prima volta, oltre ai Paesi europei, erano presenti anche delegazioni dagli Stati Uniti e dal Sud America.

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© Jannes Goedbloed | FreshPlaza.it

Nonostante le notevoli differenze tra regioni, Paesi e continenti, il filo conduttore emerso dalle presentazioni è che l'ultimo anno è stato, a livello mondiale, positivo per la coltivazione delle cipolle. In Europa, nonostante la riduzione delle superfici coltivate, si registra un raccolto record, e anche in Nord e Sud America le rese sono elevate.

Tuttavia, non mancano le preoccupazioni, in particolare per la diffusione di malattie e parassiti come stemphylium, fusarium e tripidi, aggravata dalla progressiva riduzione dei prodotti fitosanitari disponibili a causa di normative sempre più restrittive.

I Paesi Bassi si avviano verso un record di esportazioni
William Nannes della società J.P. Beemsterboer ha illustrato la situazione olandese. Secondo i dati presentati, i Paesi Bassi hanno registrato quest'anno un numero record di ettari coltivati e rese per ettaro, per una produzione totale di circa 1,7 milioni di tonnellate e un volume esportabile di circa 1,45 milioni di tonnellate. Finora ne sono state esportate circa 448mila; se il trend continuerà, la campagna 2024/25 potrebbe chiudersi con un nuovo record di esportazioni.

© Jannes Goedbloed | FreshPlaza.it

Nannes ha tuttavia evidenziato anche alcuni rischi: nei periodi di minore domanda può crearsi rapidamente un surplus, con conseguente pressione sui prezzi. L'aumento delle esportazioni verso i Paesi dell'Africa occidentale (come Senegal e Costa d'Avorio) contribuisce però a evitare un crollo dei prezzi. Rimangono invece incertezze per i coltivatori sull'andamento dei prezzi a partire da gennaio.

Anche nel resto d'Europa - e persino a livello globale - le condizioni di crescita favorevoli hanno portato a rese più elevate. Per la prima volta erano presenti al congresso anche rappresentanti di Nord e Sud America. Il presidente David O'Connor ha scherzato dicendo che questa edizione avrebbe potuto essere ribattezzata "Worldonion". Nonostante le alte rese registrate ovunque, sono emerse comunque grandi differenze tra gli areali di produzione.

© Jannes Goedbloed | FreshPlaza.it
In rappresentanza dell'Italia, Matteo Freddi

Differenze di clima, irrigazione e sviluppo delle superfici

  • Paesi Bassi: superficie e resa record (+17% di resa per ettaro). Buon inizio di stagione, seguito da stress da siccità e differenze regionali dovute alle possibilità di irrigazione (in ampie aree della Zelanda non è possibile irrigare a causa dell'acqua salmastra superficiale).
  • Svezia: dopo una primavera fredda, la stagione di crescita è stata buona. Le superfici sono aumentate del 4-5% e si prevede un'ulteriore crescita l'anno prossimo. Rese per ettaro simili agli anni precedenti. Crescente preoccupazione per l'aumento dell'oidio, poiché in Svezia è rimasto solo un principio attivo efficace (Zorvec). È in corso un'indagine sulla presenza di PFAS nei fitofarmaci, sul modello della normativa danese.
  • Danimarca: forti piogge hanno aumentato localmente la pressione di stemphylium e fusarium. Le severe restrizioni normative lasciano pochissimi prodotti disponibili. Il divieto dei PFAS rende la difesa ancora più difficile. La produzione è quasi interamente destinata al mercato interno, con esportazioni minime. Circa il 20% delle coltivazioni è biologico.
  • Regno Unito: la siccità estrema ha causato problemi di irrigazione e danni qualitativi, soprattutto perché la coltivazione delle patate competeva per l'acqua disponibile. Si osserva un aumento del fusarium in fase di stoccaggio, oltre a problemi di tripidi e infestanti. I fitofarmaci sono disponibili, ma cresce la resistenza delle erbe infestanti.
  • Polonia: le superfici si sono ridotte da 25.000 a 22.000 ettari. Molti agricoltori hanno abbandonato la coltivazione a causa dei bassi prezzi e dei raccolti deludenti degli anni precedenti. Le importazioni di cipolle olandesi continuano ad aumentare.
  • Germania: forti differenze regionali. Buone rese al nord, ma nel sud più pioggia e conseguente aumento di fusarium, oidio e marciume batterico. La superficie totale è salita a 892mila ettari. Nuova minaccia: la cicalina Metcalfa pruinosa, in grado di trasmettere batteri e infezioni. Il suo ruolo preciso è ancora oggetto di studio.
  • Francia: nonostante la siccità, buone rese grazie all'irrigazione, anche se mancano ancora dati precisi. Grandi differenze qualitative dovute a fusarium e infezioni batteriche. Le importazioni da Paesi Bassi e Belgio aumentano, le esportazioni restano stabili.
  • Italia: forti differenze regionali di resa. In Piemonte si registra un netto calo a causa di piogge intense e infezioni del suolo. La produzione totale è stimata intorno alle 390mila tonnellate, ma i dati esatti non sono ancora disponibili.
  • Spagna: le condizioni di semina umide hanno causato problemi di oidio, seguiti da siccità e ondate di calore estremo. È stato l'anno più caldo mai registrato in Spagna. La resa è inferiore del 12,5% rispetto al 2023. Per effetto del clima, la produzione di cipolle si sta spostando verso nord.
  • Stati Uniti: l'abbondante raccolto ha provocato un eccesso di offerta e quindi prezzi bassi fino a febbraio. Stemphylium e fusarium hanno causato problemi locali. In corso studi sugli effetti delle piogge estreme.
  • Sud America: il Brasile è il maggiore produttore, mentre Perù e Argentina sono i principali esportatori. L'Argentina esporta soprattutto in Brasile, il Perù verso Stati Uniti ed Europa. Il cambiamento climatico causa forti variazioni di resa per piogge o siccità estreme. Aumentano fusarium, marciume batterico e resistenza agli erbicidi.

Un tema importante per tutti i Paesi rappresentati all'Euronion è stato l'aumento di fusarium, oidio e marciume batterico, sia in campo sia durante la conservazione. I partecipanti hanno descritto problemi di sviluppo tardivo del fusarium in magazzino e un aumento delle infezioni dopo periodi piovosi. "Quando ho iniziato, anni fa, il fusarium non era affatto un grande problema", ha detto Jens Kjeldahl (Brdr. Kjeldahl, Danimarca). "Ora peggiora ogni anno. Come mai?", si è chiesto ad alta voce.

© Jannes Goedbloed | FreshPlaza.it

Parallelamente si registra una perdita progressiva di fitofarmaci. Peter Hartvig dell'Università di Aarhus (Danimarca), nel suo decimo aggiornamento annuale sulla registrazione degli agrofarmaci, ha ribadito che il numero di principi attivi disponibili diminuisce ogni anno e non vengono introdotte nuove molecole efficaci. La sua presentazione mostrava numerosi punti rossi, ciascuno dei quali rappresentava un prodotto eliminato o in procinto di esserlo.

La politica danese sui PFAS
Molti prodotti vengono ritirati per motivi tossicologici o ambientali, ma la misura più drastica è legata alla politica danese sui PFAS, composti chimici utilizzati per la loro stabilità e idrorepellenza. Tuttavia, queste stesse proprietà li rendono altamente persistenti nell'ambiente: si degradano lentamente e si accumulano nel suolo, nell'acqua e negli organismi.

© Jannes Goedbloed | FreshPlaza.it

La Danimarca, spesso apripista nelle politiche ambientali dell'Unione europea, ha vietato i prodotti contenenti PFAS. Studi hanno dimostrato che i PFAS a catena lunga (come quelli usati negli agrofarmaci) possono degradarsi in PFAS a catena corta, rinvenuti poi nelle acque superficiali e sotterranee. È così caduto l'argomento secondo cui gli agrofarmaci non contribuirebbero all'inquinamento.

Secondo Hartvig, questa evidenza è stata decisiva per un irrigidimento della normativa, anche se dubita dell'efficacia della misura nel ridurre i PFAS nelle acque sotterranee: "È più facile vietare i PFAS negli agrofarmaci che nelle padelle o nelle schiume antincendio, ma l'impatto sull'agricoltura sarà molto più grande".

Possibile estensione al resto dell'Ue
Il divieto danese, che riguarda ormai decine di prodotti, potrebbe rappresentare un'anticipazione di ciò che attende il resto dell'Unione europea. Per la coltivazione delle cipolle, già limitata nelle opzioni di difesa contro oidio, tripidi e fusarium, le conseguenze potrebbero essere gravi.

In Danimarca molti di questi prodotti potranno essere utilizzati solo fino al 2026, senza che vi siano alternative adeguate. "Esistono prodotti biologici sul mercato, ma per la maggior parte non sappiamo ancora se siano realmente efficaci", ha aggiunto Hartvig.

© Jannes Goedbloed | FreshPlaza.it

Il presidente O'Connor ha poi posto la domanda cruciale: "Cosa potremo fare in futuro contro fusarium e oidio?". Hartvig ha risposto che la chiave potrebbe risiedere in varietà resistenti e strategie di difesa integrate, ma ciò richiede anni di ricerca e maggiori investimenti.

Innovazione: spot-spray, selezione e intelligenza artificiale
Sul piano tecnologico, l'innovazione è emersa come strumento chiave per aumentare efficienza e sostenibilità. Tra le tendenze citate: sistemi di irrorazione mirata (spot-spray), macchine di selezione più avanzate e l'uso dell'intelligenza artificiale per rilevare anomalie nelle cipolle.

Il congresso ha inoltre presentato progetti di ricerca sul fusarium (UIREKA, FUSED) con contributi da Regno Unito, Paesi Bassi e Stati Uniti. Queste iniziative sottolineano l'importanza della collaborazione internazionale nella ricerca e nella condivisione delle conoscenze, un punto ribadito dal presidente O'Connor, il quale ha ricordato come il settore abbia bisogno di maggiori risorse per sostenere la ricerca e le misure collettive.

Opportunità e sfide urgenti
Euronion 2025 ha mostrato che il settore europeo della cipolla sta attraversando un periodo di alte rese e buoni risultati, ma deve affrontare sfide importanti: crescente pressione delle malattie, riduzione dei prodotti fitosanitari efficaci e incertezze legate al clima.

Le innovazioni in genetica, meccanizzazione e tecnologie digitali offrono nuove prospettive, ma, come hanno concordato i partecipanti, servono maggiori investimenti nella ricerca e nello sviluppo di strategie alternative di difesa per mantenere la crescita del comparto.

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