"Non sarà ricordata come un'annata straordinaria, ma quella del 2025 la possiamo comunque catalogare come una campagna discreta, quasi buona". Così si esprime Markus Tscholl, coordinatore di Asta Frutta Alto Adige, commentando il termine delle aste delle mele che si sono concluse la scorsa settimana.
"Alcune varietà hanno registrato un aumento di prezzo rispetto al 2024, come la Fuji e la Golden. Altre hanno registrato prezzi costanti o in leggero calo. A ogni modo, rapportando rese in campo e prezzi, la plv per i produttori è stata discreta, per qualcuno anche buona".
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Rispetto all'andamento commerciale, Tscholl annota che "le varietà destinate al mercato tedesco hanno sofferto di più, perché in Germania c'è stata un'elevata produzione interna, superiore addirittura del 20% rispetto agli aumenti preventivati. Perciò in Germania il mercato non è stato mai vivace".
Continua il coordinatore: "Per contro, i nostri clienti dalla Spagna hanno effettuato notevoli acquisti, perché a loro è mancato prodotto. Oltre alla Spagna, abbiamo venduto molto bene anche in Turchia: dove il meteo aveva causato cali produttivi. Fra le varietà con prezzi in aumento, da segnalare anche Stayman. In calo invece i prezzi per le Granny destinate alla Germania".
Le aste sono terminate a fine ottobre; i conferitori ricevono la liquidazione nel giro di poche settimane. Con un numero di clienti che quasi pareggia quello dei produttori (550 compratori registrati e 760 produttori), Asta Frutta Alto Adige rappresenta una realtà storica del territorio, nella vendita delle mele, dato che la prima esperienza risale al 1960. La superficie totale che fa capo ai 760 produttori supera i 900 ettari, con un volume atteso di circa 40-45mila tonnellate di mele. Fra gli ettari che fanno capo all'Asta, circa un 55% è protetto da reti. Va però specificato che i produttori sono quasi tutti assicurati. Gli acquirenti delle mele all'asta sono anche esteri.
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