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OP Opens

Mercato lento per l'uva da tavola, salta la ripresa autunnale

La campagna dell'uva da tavola siciliana nell'area di Mazzarrone (CT) ha attraversato due momenti commerciali nettamente distinti: un avvio molto positivo e una fase finale segnata da una crescente lentezza del mercato e da sfide legate alla tenuta qualitativa. È quanto emerge dalla panoramica fornita da Salvatore Consoli (in foto qui sotto), presidente della OP Opens, l'organizzazione di produttori ortofrutticoli con sede a Mazzarrone, in provincia di Catania. L'organizzazione, che conta oggi 54 soci e rappresenta circa 1000 ettari, prevalentemente a uva da tavola, ma anche agrumi, pesche e ortaggi, affronta come altri operatori alcune difficoltà produttive causate dal clima.

© Opens O.P.

In questa annata, ad esempio, la combinazione tra temperature alte e recenti piogge non è stata favorevole, in quanto ha favorito un'umidità elevata che, purtroppo, aumenta i problemi di tenuta del prodotto. Attualmente, la raccolta si concentra ancora sulle uve con semi: si tagliano varietà come Italia, Red Globe e Black Magic, affiancate da alcune uve rosse senza semi come Scarlotta e Autumn King.

© Opens O.P. L'incidenza dell'uva tradizionale e le sfide produttive
All'interno della produzione dell'OP Opens, il peso dell'uva tradizionale con semi varia notevolmente a seconda della fase della campagna. Se nelle varietà precoci la ripartizione è intorno al 50% tra uva tradizionale e seedless, sulle tardive si registra ancora un netto dominio delle prime: l'80% è uva con semi, mentre il restante 20% è senza semi. Salvatore Consoli sottolinea che il mercato rimane interessato alle uve tradizionali, a condizione che il prodotto sia di qualità. Tuttavia, la difficoltà maggiore non risiede nello sbocco commerciale, ma nell'ottenere produzioni eccellenti in campo: "le difficoltà più grandi stanni nel produrle e nel farle produrre bene, con i cambiamenti climatici che stiamo avendo negli ultimi anni".

L'andamento commerciale altalenante
La campagna, avviata intorno a metà maggio, si è sviluppata positivamente nella sua prima fase, sia dal punto di vista produttivo che commerciale, con ottime rese e un buon collocamento sul mercato, senza accavallamenti con altre aree. Questo equilibrio però si è spezzato verso la fine di agosto, quando il mercato ha reagito fiaccamente, una condizione che prosegue tuttora. Contrariamente alle stagioni passate, la ripresa del mercato attesa tra metà e fine settembre non si è verificata, lasciando un mercato lento, caratterizzato da prezzi più bassi.

Consoli evidenzia che: "A fine agosto il mercato non ha reagito bene alle vendite e possiamo dire che da allora abbia continuato sempre su questa scia".

© Opens O.P.

Un grave fenomeno riscontrato sono le contestazioni da parte della GDO. L'annata è stata caratterizzata da un anticipo di maturazione di circa tre settimane per tutte le varietà, ma adesso questo fenomeno, combinato con tassi più alti di umidità, fa sì che il prodotto non arrivi integro ai mercati. Per gestire il problema, l'organizzazione ha modificato le prassi di taglio e condizionamento della merce.

Secondo quanto spiegato dal presidente dell'OP: "Si adotta la strategia di tagliare il prodotto con un giorno di anticipo e lasciarlo in cella per 24 ore prima della lavorazione. Questo permette di far sviluppare i difetti che non sono visibili al momento della raccolta, consentendo di pulire e scartare la merce non idonea, prima della spedizione".

Bilancio e prospettive future
Nonostante la prima fase sia stata "nettamente positiva", la seconda non lo sarà, secondo Salvatore Consoli. "Facendo una media complessiva, dato che la maggior parte della campagna si sviluppa nella fase precoce, il bilancio si pone in equilibrio tra il positivo e il negativo", dice.

© Opens O.P.

A livello di investimenti, il territorio dimostra grande dinamismo. L'OP Opens ha in previsione la chiusura della campagna uve da tavola entro la fine di novembre. Per la produzione del 2026 sono già in corso i lavori per nuovi impianti, con una forte tendenza a dirigere gli investimenti sulle uve senza semi precoci. L'organizzazione stima un aumento dei volumi movimentati nell'anno compreso tra il 15% e il 18%, pari a 2–2,5 milioni di kg in più, rispetto alle 12.000 tonnellate annuali.

Per quanto riguarda i marchi di origine protetta (IGP/DOP), questi mantengono un'importanza cruciale per il mercato nazionale, dove vengono apprezzati sia dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) che dai consumatori, portando sicuramente un valore aggiunto. Al contrario, sui mercati esteri non si osserva lo stesso valore spendibile.

Infine, l'OP Opens registra un positivo ricambio generazionale, con diversi ragazzi, spesso figli degli attuali imprenditori, che si avvicinano al lavoro con entusiasmo, portando "linfa nuova" necessaria per i rapidi cambiamenti strutturali e varietali del settore. Permane, tuttavia, una difficoltà reale nel reperire manodopera, soprattutto qualificata, un problema che perdura da due o tre anni. Una possibile causa contingente nella zona di Mazzarrone è l'assorbimento di personale da parte di grossi lavori statali in corso.

Per maggiori informazioni:
Salvatore Consoli
OP Opens
+39 335 7391744
+39 0933 29779
+39 0933 29133
[email protected]
www.opopens.it

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