L'emergenza idrica è una delle criticità maggiori per il settore agricolo, ormai anche nella stagione autunno-vernina. "Nonostante le abbondanti piogge cadute nelle ultime settimane abbiano rimpinguando parzialmente gli invasi, la crisi idrica non è considerata terminata, poiché la criticità persiste - commenta l'imprenditore agricolo Marco Vitelli - L'estate scorsa è stata caratterizzata da un caldo torrido in Basilicata, regione del Sud Italia da sempre nota per la sua complessa orografia e la ricca rete idrografica, oltre che fornitrice di risorse anche per le regioni Puglia e Calabria".
L'incertezza idrica ha portato a una contrazione delle superfici coltivate, specialmente quelle destinate alle orticole. "Si stima un calo delle superfici, in questo comparto, pari al 35%. Questa riduzione è una conseguenza diretta della paura e della disperazione vissute dagli agricoltori durante i mesi precedenti, impossibilitati a irrigare i lori campi. Chi era solito coltivare 10-20 ettari a orticole ha preferito dimezzare le superfici, quest'anno. Chi invece faceva pochi ettari, tipo 3-5, ha deciso di rinunciarci del tutto".
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La scarsità idrica si riflette già sulla produzione e sulla qualità dei prodotti ortofrutticoli autunnali, in seguito a quelli estivi. "Per gli agrumi, si registra un calo di produzione e una difficoltà nel raggiungere la pezzatura desiderata – osserva Vitelli - Nel caso del kaki, si è registrata una diminuzione dei calibri, che viene tuttavia compensata da una risposta positiva del mercato".
© Marco VitelliColtivazione di finocchio
© Marco VitelliQuesta situazione è particolarmente grave per le colture protette, che hanno un fabbisogno irriguo notevole e per le quali le piogge recenti non hanno apportato benefici sostanziali. "Le fragole, gli ortaggi e altre colture sotto serra continuano ad avere un'esigenza idrica costante. Sebbene per le coltivazioni in pieno campo i quantitativi di acqua siano sufficienti e l'irrigazione risulti sospesa grazie alle piogge recenti, le superfici destinate a colture protette sono inferiori rispetto a quelle in pieno campo". (In foto a lato, coltivazione di angurie danneggiato da caldo e siccità).
L'attenzione si sposta ora sulla necessità che piogge abbondanti cadano fino alla prossima primavera, non solo per garantire l'acqua alle colture in pieno campo, ma soprattutto per rifornire le riserve nelle dighe. "Se non dovessimo raggiungere quantomeno valori vicino a quelli dello scorso anno, quest'estate sarà un dramma per noi agricoltori non solo della Basilicata, ma anche della Puglia e di parte della Calabria".
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