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A Corigliano-Rossano si è tenuto il Clementina Festival

La forza di un frutto che racconta la storia e l'anima della Calabria

Quando pensiamo alla Calabria, e in particolare alla Piana di Sibari, l'immagine che spesso ci viene in mente è quella di un piccolo 'sole' arancione, profumato e dolcissimo: la clementina. Ma questo frutto è molto più di una semplice delizia per il palato. Per questo territorio, è un vero e proprio "prodotto identitario", il motore economico che per generazioni ha fatto progredire la comunità locale.

Immaginate generazioni di famiglie che, grazie alle clementine, hanno potuto crescere, studiare e costruire un futuro. Ogni aspetto dell'economia locale è legato a questa coltivazione. Sebbene la sua bontà sia conosciuta in tutto il mondo, la strada che compie per arrivare dalla pianta alle nostre case è piena di ostacoli e sfide complesse. Ma cosa rende così difficile portare questo tesoro arancione dalla pianta alla nostra tavola?

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.it

Se ne è parlato a Corigliano-Rossano, la città più grande della provincia di Cosenza sia per superficie sia per numero di abitanti, che è diventata la capitale italiana di questo agrume speciale con il "Clementina Festival", tenutosi dal 23 al 25 ottobre 2025. Oltre a un convegno-tavola rotonda, la tre-giorni ha previsto una mattinata di incontri B2B tra importatori e buyer esteri, provenienti da Polonia, Estonia e Lituania, e aziende calabresi della produzione e della commercializzazione di clementine.

Inoltre, la delegazione di buyer e importatori, insieme alla stampa specializzata, ha visitato cinque aziende del territorio (Ortofrutta Malagrinò, Grillo Ful, La Capricciosa, Carpe Naturam/Biosybaris e Coop Agricola Morgia). FreshPlaza pubblicherà ulteriori approfondimenti e un fotoreportage al riguardo nei prossimi giorni.

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.itOperativi sul progetto gli assessorati all'agricoltura e al turismo del Comune, in collaborazione con le Organizzazioni dei produttori del territorio, con il Consorzio della Clementina di Calabria IGP e il supporto, in particolare per le relazioni nazionali ed estere, dell'agenzia specializzata Omnibus. L'evento ha ricevuto il contributo della Regione Calabria attraverso l'ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese), e il sostegno dello stesso Consorzio della Clementina di Calabria IGP e dell'azienda di tecnologie Sorma Group.

Durante il convegno-tavola rotonda, Agnieszka Klimczak, buyer della Consorfrut Polska, ha sottolineato con emozione il legame personale con la Calabria, terra dove ha mosso i primi passi con la lingua italiana, e ha portato la prospettiva di uno dei principali player europei nella distribuzione per tutto l'anno di frutta e verdura. Klimczak ha spiegato come il consumatore polacco sia abituato a clementine con una colorazione piena al 100%, mentre da anni l'azienda cerca di educare il mercato ad accettare anche frutti con un'80% di colorazione, già perfettamente idonei alla commercializzazione.

Klimczak ha poi messo in guardia sui rischi che pesano sulle clementine italiane, a partire dalla forte pressione al ribasso dei prezzi nei mesi di novembre e dicembre, periodo in cui i supermercati si contendono i clienti con promozioni aggressive, fino agli effetti dei cambiamenti climatici, che negli ultimi anni hanno accorciato la campagna costringendo gli importatori a rivolgersi altrove. Per questo, ha suggerito ai produttori calabresi di investire sulle varietà tardive, in grado di prolungare la presenza sul mercato oltre dicembre e di garantire maggiori opportunità di redditività in un contesto competitivo e instabile.

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.it
Agnieszka Klimczak, buyer della Consorfrut Polska

Natalino Gallo, presidente della Op Agricor, ha portato la sua testimonianza partendo da una storia familiare che arriva ormai alla quarta generazione e che ha sempre vissuto di agricoltura, ricordando come un tempo gli agrumi della Sibaritide fossero considerati "pregiati" e come oggi, invece, il settore si trovi stretto tra costi crescenti e una corsa al ribasso dei prezzi. Gallo ha evidenziato come la sfida principale sia quella di allungare il calendario produttivo, superando la concentrazione di novembre e dicembre e arrivando a coprire con nuove varietà un periodo che va da ottobre fino a marzo inoltrato, in linea con le mutate dinamiche di consumo che premiano sempre di più i mesi invernali. L'imprenditore ha menzionato anche un'opportunità mancata: "Dieci anni fa, per colpa della diffidenza generale, ci siamo lasciati sfuggire un'occasione storica: avremmo potuto piantare 500 ettari di nuove varietà precoci in Calabria, ma quella possibilità non fu colta e oggi ne paghiamo le conseguenze".

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.it
Natalino Gallo, presidente della Op Agricor

"Stare sul mercato richiede ormai grandi investimenti in innovazione, tecnologie di confezionamento e strutture moderne, senza dimenticare il peso crescente del cambiamento climatico e delle restrizioni fitosanitarie imposte dall'Europa che si scontrano con l'importazione di frutti supertrattati da altri Paesi – ha continuato Gallo – Perciò non basta più affermare che la clementina calabrese è la migliore; occorre valorizzarla come prodotto premium legato all'IGP, garantendo standard qualitativi elevati e presentandosi in maniera unitaria sui mercati internazionali. Solo così, con una filiera compatta e consapevole, sarà possibile affrontare le sfide globali e ridare competitività a un frutto che unisce qualità organolettiche uniche a un forte valore identitario".

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.it
Vista panoramica dalla torre del Castello Ducale, che ha ospitato il Clementina Festival. Dietro i palazzi, vaste coltivazione di agrumi, la maggior parte delle quali dedicate a clementine.

Nicola Cilento, presidente della Op COAB, ha offerto un intervento intenso e personale che ha intrecciato ricordi di vita con riflessioni strategiche sul futuro della clementina calabrese. Ha raccontato di quando, da giovane studente a Firenze, si trovò a vivere sulla propria pelle la diffidenza verso i calabresi, al punto da dover presentare una lettera di referenza per affittare casa, salvo poi scoprire al mercato rionale cartelli che pubblicizzavano con orgoglio le "clementine di Corigliano". Un paradosso che lo segnò e che ancora oggi considera un simbolo della forza intrinseca di questo frutto, capace di conquistare i consumatori ben prima che esistessero strumenti di marketing o strategie promozionali.

"Negli anni Ottanta, infatti, le clementine si vendevano da sole, apprezzate e pagate bene, mentre oggi il settore si trova a fare i conti con dinamiche completamente diverse: concorrenza internazionale agguerrita, scelte politiche europee che spesso penalizzano l'agricoltura locale con regole rigide e 'ambientalismo ideologico', in un mercato globale che non lascia spazio a improvvisazioni".

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.it
Nicola Cilento, presidente della Op COAB

Cilento ha riconosciuto i passi avanti compiuti con la creazione dell'IGP Clementine di Calabria. Tuttavia, ha ribadito che "negli anni passati si è perso tempo prezioso e che oggi bisogna colmare quel ritardo con un'azione più incisiva, perché non basta appellarsi alla tradizione o vantare una qualità superiore, se non si è in grado di comunicarla e di difenderla sui mercati". L'IGP, secondo Cilento, è uno strumento fondamentale, ma deve essere accompagnato da una comunicazione forte e condivisa, che riporti al centro il valore unico della clementina di Corigliano, senza frammentazioni e senza dispersioni.

"La vera sfida è dunque quella di rilanciare un'immagine chiara e coesa, capace di far percepire al consumatore, sia in Italia sia all'estero, che qui si produce un frutto che non ha eguali per gusto, profumo e dolcezza". Cilento ha sottolineato anche il vantaggio competitivo legato all'etichettatura, che impone per legge di indicare il luogo di produzione e confezionamento: un vincolo che in passato appariva una seccatura, ma che oggi rappresenta un potente strumento di identificazione e promozione territoriale. Da qui il suo appello a trasformare iniziative come il festival in un'occasione stabile e strutturata per attrarre visitatori, raccontare il territorio e fare della clementina di Corigliano non solo un'eccellenza agricola, ma un simbolo identitario da trasmettere alle nuove generazioni. "La nostra fortuna – ha concluso Cilento – è che quando le nostre clementine arrivano sul mercato, la Spagna si ferma, perché il consumatore le preferisce. Questa è la nostra arma vincente, e dobbiamo usarla fino in fondo, con coraggio, unità e visione".

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.it

Maria Grazia Minisci, membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela delle Clementine di Calabria IGP nonchè nuova presidente di Confagricoltura Cosenza, ha portato i saluti della neopresidente del Consorzio, Maria Salimbeni, e ha ribadito la volontà del nuovo consiglio di dare un'impronta innovativa alle proprie attività. Minisci ha sottolineato che la sfida oggi è duplice: "Sul piano microeconomico, occorre pianificare la produzione per allungare la campagna e garantire un prezzo equo, mentre sul piano macroeconomico bisogna guardare al mercato europeo e globale con strumenti più strutturati, investendo in ricerca, tecnologie e comunicazione".

Ha rimarcato inoltre l'importanza di innalzare i paletti qualitativi, affinché le Clementine di Calabria IGP siano sempre riconoscibili e coerenti con i valori che il marchio trasmette, dal gusto unico alla salubrità del prodotto. Questo impegno deve essere accompagnato da una visione aggregante che coinvolga tutti i produttori calabresi, perché soltanto unendo le forze è possibile affrontare un mercato globalizzato che non fa sconti a nessuno. Nel suo intervento, Minisci ha usato un'immagine efficace: quella di Corigliano come "capitale senza regno". Ha spiegato che se la Piana di Sibari resta il cuore pulsante della produzione e merita di essere la capitale della clementina, questo ruolo ha senso solo se tutto il territorio calabrese diventa il suo regno, unito sotto l'ombrello dell'IGP e capace di garantire qualità uniforme e riconoscibile in ogni provincia. Senza questo sforzo collettivo, la capitale resterebbe isolata, mentre con una visione più ampia la Calabria potrebbe diventare davvero la "California d'Europa", capace di attrarre turismo, generare economia e trasformare la clementina in un simbolo internazionale di pregevolezza agricola.

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.it

Luigi Bianchi, direttore di Cesena Fiera e Chief Operation & Chief Sales Manager di Macfrut, ha sottolineato: "Il successo della Regione risiede nella sua modernità e inventiva nel promuovere l'ortofrutta calabrese. Tale visione allargata è vitale, spesso guidata da assessori, presidenti e funzionari che hanno una prospettiva più ampia, poiché senza l'amministrazione pubblica a fianco dei produttori, le cose si farebbero peggio. A Macfrut, per esempio, la presenza della Regione Calabria con lo slogan 'Calabria Straordinaria' ha cambiato realmente il modo di pensare e interagire delle altre regioni italiane del comparto ortofrutticolo".

Bianchi ha ribadito che eventi fieristici come Macfrut e momenti di incontro come il Clementina Festival servono a un obiettivo cruciale per i professionisti: creare opportunità di business, incontrare la GDO e affrontare tematiche di coesione. Ma la valorizzazione è la chiave: "Molti operatori esteri che acquistano frutta – ha garantito Bianchi – non conoscono il territorio. Portarli sul posto per far capire loro, ad esempio, che non stanno comprando un agrume qualsiasi, ma una clementina calabrese, offre una visione totalmente differente e fornisce il valore aggiunto necessario. Del resto, l'obiettivo è dare voce a tutti gli operatori, perché l'unione fa la forza, sempre".

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.it
Francesco Madeo (assessore con delega all'agricoltura del Comune di Corigliano-Rossano), Fulvia Caligiuri (commissario dell'ARSAC) e Luigi Bianchi (direttore di Cesena Fiera e Chief Operation & Chief Sales Manager di Macfrut).

Francesco Madeo, assessore all'agricoltura della città di Corigliano-Rossano, ha definito la clementina calabrese il vero pilastro economico e identitario della Sibaritide, un prodotto che non è soltanto una risorsa per il territorio, ma anche parte integrante della sua cultura e tradizione. Madeo ha sottolineato come, nonostante la qualità riconosciuta a livello internazionale, questo agrume viva oggi una fase difficile a causa di due nodi cruciali: la debolezza della comunicazione e la concentrazione della produzione in un periodo troppo ristretto, che inonda il mercato e abbassa il potere contrattuale dei produttori.

"Per invertire la rotta, c'è bisogno di una strategia in tre direzioni: programmare la produzione attraverso un piano agrumicolo regionale che favorisca la diversificazione varietale e un periodo di raccolta più ampio; rafforzare il legame tra prodotto e turismo esperienziale, trasformando i visitatori in ambasciatori della clementina; e, soprattutto, fare squadra all'interno della filiera attraverso il Consorzio di Tutela della Clementina di Calabria IGP. Solo così, sarà possibile costruire un futuro in cui la clementina non sia più un prodotto sottovalutato, ma il simbolo forte e riconoscibile della Calabria nel mondo", ha concluso Madeo, il quale ha lavorato a stretto contatto con l'assessore al turismo Costantino Argentino (nella foto sotto).

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.it

Elisa Scutellà (nella foto a lato), facente parte del Consiglio regionale calabrese, ha ricordato il peso della Calabria, che produce i 2/3 di tutte le clementine italiane (vedi articolo correlato), ma ha focalizzato anche l'attenzione sulla necessità di attrarre nuove forze e modernizzare il sistema produttivo per garantire longevità al settore. "La clementina non è solo un agrume, ma rappresenta storia, valore e futuro; dobbiamo rendere il prodotto e il mercato più appetibile, soprattutto per i giovani, migliorando la filiera agroalimentare attraverso la digitalizzazione, l'innovazione e una mobilità più snella".

Fulvia Caligiuri, commissario dell'ARSAC, ha ricordato come attorno a un frutto piccolo, ma straordinario, si riescano a unire imprenditori con passione, visione e coraggio, capaci di trasformare il lavoro in impresa e di dare valore a un'intera filiera. L'ARSAC, braccio operativo della Regione Calabria e del Dipartimento Agricoltura, svolge un ruolo centrale nella promozione ma, come sottolineato da Caligiuri, "questa azione è resa possibile solo grazie alla qualità del lavoro degli imprenditori, che permette di presentarsi alle fiere internazionali con un paniere agroalimentare di livello altissimo, senza nulla da invidiare ad altre regioni o nazioni".

© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.itA chiudere gli interventi, l'Assessore Regionale Gianluca Gallo (foto a lato) ha sottolineato il ruolo storico della clementina IGP come motore di progresso socio-economico, insistendo sulla necessità di superare la frammentazione interna, data la quantità di produzione non associata, e di pianificare strategicamente il futuro. "Se chi opera nel settore lo vorrà, dobbiamo disegnare il futuro attraverso un approccio scientifico e un Piano Agrumicolo Regionale, investendo anche sulla trasformazione, come l'utilizzo della buccia che oggi sottovalutiamo". Gallo ha chiarito che il Piano Agrumicolo Regionale dovrà essere legato ai fondi europei per sostenere la riconversione e dare maggiore potere contrattuale alla filiera.

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