Un avvio di campagna anticipato e volumi quasi raddoppiati rispetto allo scorso anno: è questo il quadro che emerge dalle parole di Luca Castellino, seconda generazione della F.lli Castellino di Villanova Mondovì, in provincia di Cuneo, il quale racconta un'annata insolita per castagne e marroni, sotto diversi punti di vista.
Il primo elemento da sottolineare è l'anticipo con cui il prodotto è arrivato nei centri di raccolta. "Sono quasi quarant'anni che esiste la nostra azienda – spiega Castellino – e non avevamo mai avuto castagne in conferimento già dal 1° settembre. È stato un evento del tutto nuovo che ha colto tutti di sorpresa e ha portato a muoversi troppo presto sul mercato, generando un abbassamento dei prezzi e un certo disordine commerciale".
© F.lli Castellino
Il meteo, poi, ha giocato un ruolo determinante. "La campagna 2025 si è aperta in modo anomalo, complice un clima che non ha seguito i ritmi stagionali. Le temperature di inizio autunno sono rimaste alte, rendendo difficile per il consumatore orientarsi negli acquisti. Con una media di 20 °C, la gente continua a comprare meloni e angurie, non certo castagne. Abbiamo visto un boom di vendite all'inizio, poi un rallentamento improvviso. Il consumatore stesso non capiva cosa volesse: un giorno cercava frutta estiva, il giorno dopo caldarroste. È stato un paradosso", aggiunge Castellino.
Dal punto di vista produttivo, invece, il bilancio è positivo, sia in quantità sia in qualità. Dopo la scarsità dell'anno scorso, quest'anno i volumi sono praticamente raddoppiati, con castagne sane e di buona pezzatura. Castellino non nasconde però qualche perplessità su certe varietà. "La francese Bouche de Bétizac, tra le prime a comparire sul mercato, mostra segni di flessione nei consumi. Non pela bene, non si presta ad altri usi se non al consumo fresco ed è destinata a calare. Io consiglio ai produttori di guardare alle varietà autoctone, alle cosiddette castagne 'nobili' come il Garrone rosso, il Garrone nero o il Marrone di Chiusa Pesio. Sono quelle che hanno un futuro, perché sono resistenti, buone da consumare e riconosciute sul mercato".
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In questo avvio anticipato e con il caldo che frenava i consumi interni, a dare respiro sono stati soprattutto i mercati esteri. "Abbiamo lavorato molto con i Paesi del Nord e dell'Est Europa, dove le temperature erano già più basse e il clima favoriva la voglia di castagne. Slovenia, Lituania, Estonia: piattaforme e distributori di quelle aree hanno iniziato a chiedere prodotto subito, permettendoci di smaltire le prime partite. Lì l'arrivo anticipato della stagione italiana non è stato visto come un'anomalia, ma come un'opportunità".
A rendere il quadro ancora più favorevole è stata la situazione nei Paesi produttori limitrofi. "Quest'anno la Romania era in ritardo con la propria campagna e non aveva prodotto a sufficienza – spiega Castellino – Lo stesso è successo in Albania, dove la disponibilità locale è arrivata più tardi. Questo ha fatto sì che i primi quantitativi dall'Italia andassero a coprire le lacune. Abbiamo rifornito le loro catene e i loro distributori, creando una finestra commerciale preziosa che ha compensato il rallentamento del consumo interno".
Un equilibrio precario, che però ha permesso di non sprecare l'occasione. "Se era strano iniziare già a settembre, almeno abbiamo trovato sbocchi dove il clima era favorevole e dove i ritardi altrui hanno aperto spazio per noi. Senza questi mercati, sarebbe stato molto più difficile assorbire un raccolto così abbondante, in una fase in cui in Italia nessuno aveva ancora voglia di castagne".
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Ora lo sguardo è rivolto al mercato interno che, con l'arrivo del freddo, dovrebbe recuperare il passo. "Adesso che le temperature cominciano a calare, ci aspettiamo un ritorno della domanda. Dopo un avvio anticipato e confuso, speriamo che la stagione si stabilizzi e ci riporti sul binario giusto", conclude Castellino.

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