Una decina di anni fa un gruppo di coltivatori del Laos, guidati da Chue Lor, si è trasferito in Suriname. L'obiettivo era formare i surinamesi nella coltivazione della pitaya. Quando si sono resi conto che il Suriname offriva grandi opportunità anche per la produzione di frutti considerati comuni nel loro Paese d'origine - dato che il clima è simile a quello del Laos - hanno deciso di restare. L'intera famiglia si è trasferita e oggi coltivano, oltre alla pitaya, anche lime, mandarini, pomelo e arance, tutte varietà provenienti dal Laos o dalla Thailandia.
© Pieter Boekhout | FreshPlaza.it
Accanto a Chue Lor operano in Suriname anche altri produttori di pitaya
Attualmente la famiglia coltiva su una superficie di 30 ettari, di cui 25 ettari ad agrumi e 5 ettari a pitaya. Sono previsti progetti di espansione fino a 300 ettari. I periodi di raccolta delle diverse colture si alternano armoniosamente, garantendo lavoro durante tutto l'anno.
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La pitaya rossa (a polpa rossa o bianca) si adatta bene ai terreni surinamesi. La varietà gialla, invece, riscontra maggiori difficoltà: le dimensioni restano inferiori agli standard
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Corline Boekhout controlla la qualità
© Pieter Boekhout | FreshPlaza.itLa pitaya viene distribuita sul mercato locale e nei Paesi confinanti
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La raccolta della pitaya può protrarsi per sette mesi consecutivi
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I mandarini coltivati da Chue Lor provengono dalla Thailandia e sono destinati principalmente alla comunità cinese in Suriname
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Pur mantenendo la buccia verde, i mandarini sono dolci: a causa della scarsa escursione termica tra il giorno e la notte, infatti, colorano con difficoltà. La raccolta avviene due volte all'anno
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Sui terreni di Chue Lor cresce anche la graviola (guanabana)