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Donne in Campo-Cia

Un piano d'azione per le imprenditrici agricole e i territori rurali

Dalla ripresa degli incentivi dedicati all'introduzione del co-manager aziendale, passando per il rilancio dei consultori familiari rurali. Sono queste alcune delle proposte presentate ieri 15 ottobre 2025 da Donne in Campo-Cia nella sua Assemblea nazionale, dal titolo "Donne rurali: energia vitale per un territorio in salute", a Roma. Proposte non solo politiche ed economiche, ma anche sociosanitarie, pensate per dare risposte concrete e complete alle aziende agricole femminili, soprattutto nelle aree interne del Paese.

"Vogliamo costruire un piano d'azione che parta dalle esigenze reali delle imprenditrici agricole – ha detto la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi – Pilastri di un'agricoltura sostenibile e multifunzionale e motore dei territori rurali, ma troppo spesso dimenticate dalle politiche di welfare e sviluppo".

© Donne in Campo-Cia

In Italia il 31,5% delle imprese agricole è guidato da donne, circa 355mila aziende, e le lavoratrici rappresentano il 32% della manodopera, pari a 470mila persone. In totale, oltre 800mila donne che contribuiscono ogni giorno alla vitalità economica e sociale delle aree interne. "Eppure questa forza diffusa opera in contesti dove la desertificazione dei servizi - dall'assistenza sanitaria ai trasporti, dagli asili ai consultori - limita pesantemente la possibilità di conciliare vita e lavoro, sovraccaricando le imprenditrici, spesso madri o caregiver di familiari anziani o con bisogni speciali, con conseguenze su produttività e salute fisica e mentale", ha sottolineato Terenzi. Per questo, Donne in Campo-Cia ha messo in fila un insieme di interventi "fondamentali per sostenere la permanenza della donna e della sua famiglia agricola nei territori e per trasformare l'impegno quotidiano delle imprenditrici in sviluppo per tutto il Paese.

© Donne in Campo-Cia

Tra le proposte, l'introduzione del co-manager dell'imprenditrice agricola, per garantire la continuità dell'attività durante i periodi di gestazione, maternità o assenza forzata, consentendo alla donna di scegliere personale di fiducia. Centrale anche la richiesta di mantenere e potenziare i punti nascita nelle aree interne, superando lo scoglio demografico che oggi ne determina la chiusura. Altro punto chiave è il rilancio dei consultori familiari rurali, come presidi di medicina di genere e sostegno psicologico per donne e giovani agricoltori.

Fra le priorità, inoltre, valorizzare il ruolo sociale delle imprese agricole femminili, riconoscendo la loro capacità di offrire servizi educativi e di assistenza nelle comunità: fattorie didattiche e sociali, agriasili e agriturismi come centri di welfare di prossimità. Altrettanto necessario è prevedere una congrua dotazione finanziaria dedicata a livello nazionale e una legge quadro per l'imprenditoria agricola femminile, oggi marginale nei principali fondi e programmi come la Pac e il Pnrr, oltre a un pieno riconoscimento dei bisogni delle donne nel ridisegno della politica agricola europea.

Tutti interventi che si affiancano alle alleanze strategiche costruite da Donne in Campo-Cia con il mondo dell'associazionismo, della ricerca e della cultura e portate in Assemblea: la collaborazione con Cittadinanzattiva per il diritto alla salute delle donne nelle aree interne, la partnership con l'Università di Cassino e SIDEA sull'impresa femminile, la sinergia con la Fondazione Lagostena Bassi per la prevenzione della violenza di genere attraverso il lavoro e l'indipendenza economica.

© Donne in Campo-Cia

"In un momento di grande trasformazione per il mondo agricolo, il lavoro di Donne in Campo rappresenta un segnale concreto di innovazione e di visione – ha chiosato il presidente di Cia, Cristiano Fini – La transizione verso sistemi agroalimentari più inclusivi, resilienti e sostenibili passa dal pieno riconoscimento del ruolo delle donne. Garantire loro pari accesso alle risorse, alla terra, al credito non è solo una questione di equità, ma una leva strategica per l'efficienza dell'intero settore. Sostenere il contributo delle donne in agricoltura significa investire nell'energia vitale dei territori e nel futuro delle nostre comunità rurali".

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