"L'andamento meteo ha causato un marcato calo produttivo nella coltura del pomodoro da industria e mi riferisco alle nostre aree produttive: le province di Ravenna e Ferrara. A campagna conclusa, la diminuzione si attesta attorno al 25%". Lo afferma Arturo Santini, general manager de La Cesenate Conserve Alimentari, azienda che lavora ogni anno circa 53mila tonnellate di pomodoro.
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itArturo Santini
"È un calo abbastanza generalizzato nel nord d'Italia, ma anche al sud le cose non sono andate benissimo. A ogni modo, per La Cesenate il calo è stato di un quarto rispetto a un'annata normale. La nostra campagna era iniziata al 20 luglio ed è terminata il 5 ottobre: un vero record come durata, due mesi e mezzo. Tutto questo ha causato anche un forte aumento dei costi".
Le piogge intermittenti, gli sbalzi di temperatura, i picchi di calore hanno rallentato il normale sviluppo delle bacche. "Vi erano meno frutti sulle piante e queste erano meno carichi, perciò le rese sono state inferiori sotto tutti i punti di vista. I tecnici hanno riscontrato anche frequenti aborti dei fiori e cascole", precisa Santini.
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Il tutto era partito male fin dalla primavera: a causa delle piogge i terreni non erano stati preparati nel migliore dei modi, almeno non tutti e, di conseguenza, alcuni trapianti non sono andati a buon fine specie nelle province di Ravenna e Ferrara, zone con elevata concentrazione di ettari dedicati al pomodoro da industria.
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