Il Centro Internazionale di Archeologia Subacquea di Zara ha completato le ricerche su un relitto romano nella baia di Barbir, vicino a Sukošan, in Croazia. Nel corso di quattro anni, l'imbarcazione di 12,5 metri è stata riportata alla luce e documentata tramite fotografie quotidiane, successivamente elaborate in modelli tridimensionali.
Mladen Pešić, direttore del centro, ha spiegato: "Ci siamo imbattuti in un pezzo di legno con un chiodo di ferro, che ci ha fatto capire che poteva esserci qualcosa di più. L'anno successivo, abbiamo esplorato un'area più ampia e abbiamo scoperto un relitto romano. Quattro anni e mezzo dopo, abbiamo riportato alla luce l'intera nave".
© M. Kaleb/International Center for Underwater Archaeology
Il relitto ha attirato l'attenzione per la prima volta nel 2021 quando, durante indagini di routine in quello che un tempo era un porto romano, è stata recuperata una tavola di legno vecchia di 2.000 anni. Gli scavi hanno rivelato che lo scafo, risalente al I-II secolo d.C., era conservato con gran parte della struttura superiore ancora intatta. Ricercatori dell'Università di Toruń, del Max Planck Institute, dell'Università di Aix-Marseille, di Ipso Facto (Francia) e di NavArchos (Croazia) hanno contribuito alla conservazione e alla documentazione.
Gli archeologi hanno recuperato a bordo centinaia di noccioli di oliva e resti di uva, pesche e noci. Resti simili sono stati rinvenuti negli strati del porto vicino, suggerendo che il sito fungesse da snodo commerciale agricolo collegato a una villa romana. Anton Divić di NavArchos ha dichiarato a quotidiano croato Jutarnji List: "Si tratta di un tipo di costruzione molto preciso e stabile, costruito per trasportare carichi pesanti durante viaggi di media e lunga percorrenza".
Kato Nees, dottorando presso l'Università di Aix-Marseille, ha descritto la nave. "Eccezionalmente conservata, con una lunghezza di costruzione di 12 metri e molte parti ancora intatte sul lato meridionale". L'analista del legno Alba Ferreira Dominguez ha studiato oltre 300 campioni per valutare il motivo per cui nella costruzione siano state utilizzate tre specie di legno differenti.
Una volta completata la documentazione digitale, la nave verrà ricoperta con geotessile e riposizionata sotto la sabbia. Sollevare lo scafo è tecnicamente possibile, ma economicamente irrealizzabile, pertanto un modello in scala 1:10 sarà esposto al Centro di archeologia subacquea di Zara.
Le prove indicano che la nave è probabilmente affondata a causa del maltempo. La sua struttura e il suo carico suggeriscono che era stata progettata per il commercio costiero a medio raggio piuttosto che per il trasporto di grano a lunga distanza. Scoperte analoghe degli ultimi anni, tra cui giare di terracotta romane al largo dell'Italia nel 2023 e una nave mercantile greca al largo della Bulgaria nel 2018, dimostrano che i resti sommersi continuano a fornire informazioni sulle reti commerciali del Mediterraneo.
Fonte: Jerusalem Post