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I commenti di alcuni operatori

Uva da tavola: segnali di ripresa anche da Madrid

Dopo settimane complesse che hanno messo a dura prova l'intera filiera, il settore dell'uva da tavola inizia finalmente a intravedere una luce. Nonostante il mercato continui a presentare sorprese e difficoltà, l'atteggiamento degli operatori, emerso anche durante la recente fiera internazionale di Madrid, è positivo e tenace

La kermesse spagnola, confermatasi un appuntamento chiave per il settore grazie al suo posizionamento strategico per la pianificazione della seconda e più importante parte della campagna viticola, ha registrato cauti segnali di ottimismo, soprattutto da parte dei produttori di Puglia e Sicilia, che proprio a Madrid hanno puntato su varietà tradizionali e strategie mirate per superare le difficoltà.

© Vincenzo Iannuzziello | FreshPlaza.it

Dalla Sicilia, il Consorzio dell'Uva da Tavola di Canicattì (Hall 4) guidato dal presidente Marsello Lo Sardo (in foto sopra), segnala una raccolta già oltre il 50%. "I prossimi 40 giorni saranno decisivi per capire come si chiuderà la stagione in corso. La ripresa è timida e ancora volatile, con richieste concrete però da Spagna e Polonia. Il nostro mercato principale resta la Francia. Nei primi due giorni di fiera, i segnali positivi non sono mancati. Confidiamo in un vero risveglio commerciale della campagna, ma soprattutto in una tendenza positiva e continuativa. Ottobre porterà un aumento degli ordinativi. Ciò che ci sta sorprendendo in queste ore è l'interessante ritorno alle uve con seme, specie per la varietà Italia, con richieste in Europa e oltremare".

© Vincenzo Iannuzziello | FreshPlaza.it

Dal padiglione 10, Raffaele Laciarrea, precisa: "Fin dalla partenza abbiamo pensato all'uva da tavola come protagonista nello stand, con varietà classiche come Red Globe e Italia, affiancate da seedless come Autumn King e Scarlett Royal. È però ancora presto per dichiarare superata la fase critica in termini di prezzi e vendite: ho notato infatti tra gli addetti ai lavori un po' di sfiducia, rispetto all'ottimismo che alcuni avevano nutrito alla fine della campagna precedente".

L'offerta rimane abbondante, anche per le uve seedless, ma l'azienda si muove per consolidare la propria posizione. "Stiamo cercando di rimanere agganciati con dei prezzi giusti, corretti, che ci consentono pochi margini, ma sufficienti per lasciarci alle spalle il momento difficile e arrivare alla seconda metà della campagna con una rete di vendita solida in mano".

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