© Carolize Jansen | FreshPlaza.itLe tasse sui prodotti alimentari sono "regressive", cioè colpiscono proporzionalmente di più i consumatori a basso reddito. A sottolinearlo è l'ambasciatrice Darci Vetter, parlando a un pubblico attento al termine della prima giornata del congresso 2025 dell'Organizzazione Internazionale dei Mirtilli (IBO), tenutosi a Città del Capo. All'incontro hanno partecipato rappresentanti di 32 Paesi per discutere di un settore che vale 12 miliardi di dollari, definito lo scorso anno "oro blu" da The Economist e caratterizzato quasi ovunque, a eccezione del Sudafrica, dalla carenza di manodopera.
Il presidente dell'IBO, Mario Steta (nella foto a destra, con un cestino di piccoli frutti Berryworld acquistato da Woolworths), ha osservato che nel suo Paese d'origine, il Messico, nei campi lavorano i guatemaltechi, mentre il Marocco fatica a trovare manodopera durante l'alta stagione.
Le prospettive di esportazione di mirtilli dello Zimbabwe verso la Cina sono al centro dell'attenzione, mentre la crescita dei mirtilli in Cina ha sorpreso molti, e persino la Cina soffre di una carenza di manodopera durante l'alta stagione e sta valutando l'impiego di lavoratori stagionali dai Paesi vicini.
I dati del settore presentati nell'ultimo rapporto annuale dell'IBO sono stati analizzati dagli autori e un punto chiave emerso è che il valore dei mirtilli (trainato dai piccoli frutti premium) sta crescendo più dei volumi. Cort Brazelton, uno degli autori del rapporto di 288 pagine, ha affermato: "Vendiamo molti mirtilli, ma sempre agli stessi acquirenti. C'è ancora molto lavoro da fare per ampliare la base di consumatori".
Il deficit commerciale agricolo statunitense non è necessariamente anomalo
Cosa comportano i dazi statunitensi per i mirtilli? Per i produttori americani, i costi degli input sono più alti e l'export diventerà più costoso: quei mirtilli resteranno sul mercato interno? Verranno surgelati? Sono domande su cui le aziende dovrebbero già riflettere per formulare delle contromisure.
Un potenziale spiraglio, come ha osservato l'ambasciatrice Vetter, è che non è da escludere un'esenzione negoziata per i prodotti ortofrutticoli. Forse potrebbero essere inclusi i mirtilli fuori stagione, sebbene la forte produzione statunitense possa rappresentare un ostacolo, a differenza di avocado o caffè, per i quali è stata appena introdotta un'esenzione.
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L'ambasciatrice Darci Vetter, ex vice sottosegretario del Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti (USDA) durante l'era Obama, responsabile del Servizio agricolo estero, in seguito vicepresidente senior di PepsiCo, e oggi consulente.
L'ambasciatrice ha consigliato al settore di tenersi informato sulla natura mutevole delle decisioni commerciali dell'amministrazione Trump. "Affidatevi alle vostre associazioni di categoria", ha esortato Vetter. Molti burocrati non hanno le conoscenze pratiche per sapere quanto sia profondo l'impatto economico quando, ad esempio, i fertilizzanti diventano più costosi.
Peccato per gli importatori di beni assemblati con componenti di origine diversa, come i Ford Ranger costruiti in Sudafrica, che devono calcolare l'ammontare complessivo dei dazi applicati a ciascun Paese. "Gli agenti doganali ci guadagnano molto, aiutando a calcolare gli importi dei dazi (dovuti)", ha affermato l'ambasciatrice.
"Quando i prezzi inizieranno a colpire le tasche dei consumatori, le lamentele cominceranno a farsi più forti"
La Cina ha definito "irragionevoli" i dazi imposti. All'inizio di novembre, la Corte Suprema degli Stati Uniti esaminerà la tesi secondo cui l'emergenza richiamata dall'International Emergency Economic Powers Act, utilizzata dall'amministrazione Trump per imporre il regime tariffario, in realtà non esisterebbe. "L'atto è stato utilizzato dalle precedenti amministrazioni per emanare sanzioni globali, ma mai prima d'ora per i dazi", ha spiegato Vetter.
L'interpretazione dell'amministrazione attuale è che il deficit commerciale degli Stati Uniti costituisca un'emergenza. Tuttavia, l'ambasciatrice sostiene che un deficit commerciale non sia necessariamente un problema. Spesso rappresenta semplicemente ciò che gli Stati Uniti sono in grado o non riescono a produrre. Altre volte, riflettendo il mondo così com'è, aspettarsi un accordo commerciale di reciproco scambio con un Paese come il Lesotho è semplicemente irrealistico. Questo esemplifica la mancanza di coerenza che, secondo l'ambasciatrice, caratterizza l'attuale approccio al commercio.
L'effetto completo degli aumenti dei prezzi non si è ancora fatto sentire. "Quando i prezzi inizieranno a colpire le tasche dei consumatori, le lamentele cominceranno a farsi più forti". Le elezioni di medio termine potrebbero rappresentare un punto di svolta e Wall Street sembra puntare sul successo dei ricorsi in tribunale per ribaltare alcune di queste decisioni sui dazi.
E per quanto riguarda il resto del mondo, i Paesi hanno dimostrato il loro impegno per le infrastrutture commerciali internazionali, senza ricorrere ai dazi come invece hanno fatto gli Stati Uniti. La cooperazione regionale acquisirà maggiore importanza e i Paesi si rivolgeranno ad altri partner: la recente interazione della Shanghai Cooperation Organization con i leader di Cina, India e Russia mostra una direzione diversa. L'ambasciatrice ha citato il suo collega dell'amministrazione Obama, Michael Froman, che di recente ha dichiarato a Politico: "Fondamentalmente, è probabile che i Paesi adottino un approccio 'poliamoroso' al commercio".
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Elzette Schutte
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