La campagna del pomodoro da industria nel Sud Italia sta per concludersi. "Prevediamo di chiudere gli impianti entro il 10 ottobre", afferma Filippo Torrente, alla guida dell'omonima azienda familiare, giunta alla terza generazione di imprenditori.
In Puglia, nella Capitanata, la raccolta è quasi terminata e resta da lavorare solo il prodotto proveniente dall'areale dell'alto potentino. Nonostante la chiusura imminente, Torrente precisa che "con il nuovo impianto di trasformazione inaugurato a inizio campagna abbiamo già superato in volume la materia prima lavorata l'anno scorso".
© La Torrente Srl
Secondo Torrente, la qualità della materia prima di questa campagna è superiore a quella precedente. Questo ha giustificato un aumento dei prezzi in campagna, con l'azienda che ha adeguato i compensi per i produttori nel corso della stagione. L'accordo quadro di settore ha infatti registrato una maggiorazione del 15-20% sia per gli areali del Nord sia per quelli del Sud Italia. I volumi complessivi lavorati nel Mezzogiorno si attestano intorno a 2,7 milioni di tonnellate, a fronte dei 3 milioni di tonnellate trasformate nel Nord Italia.
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Questa prima campagna con il nuovo sito produttivo è considerata una fase di rodaggio, ma i risultati sono stati soddisfacenti. L'obiettivo ora è ampliare gradualmente la capacità produttiva, puntando a una qualità di processo superiore. Torrente osserva che il mercato delle conserve di pomodoro sta cambiando, guidato da nuove esigenze e da un contesto economico che impone una maggiore selettività negli acquisti. Di conseguenza, i parametri decisivi per il consumatore diventano la qualità della materia prima e la cura nei processi di trasformazione.
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L'azienda Torrente è una delle principali industrie conserviere del Sud Italia, con un'offerta di circa 80 referenze da pomodoro 100% italiano, proveniente sia da agricoltura convenzionale che biologica. La gamma include la lavorazione di oltre 10 varietà di pomodoro, tra cui il rosso lungo e tondo, i pomodorini gialli, il San Marzano e il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio.
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Il mercato italiano rappresenta l'85% del fatturato, mentre l'export è presente in Spagna, Regno Unito, Belgio, Svezia, Stati Uniti, Canada, Giappone e India. L'azienda possiede le principali certificazioni internazionali del settore.
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