Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
L'analisi di Marco R. Butera - BetterBerries

Tripidi sul mirtillo, il Mediterraneo non può più considerarli un problema marginale

Negli ultimi anni, il panorama fitosanitario dei piccoli frutti nel bacino del Mediterraneo sta cambiando rapidamente. Marco R. Butera di BetterBerries, consulente specializzato nella coltivazione e gestione tecnica del mirtillo, ma anche di fragola, lampone e mora in contesti produttivi internazionali, racconta come le sue ultime visite a diverse aziende di mirtillo southern highbush abbiano confermato un'evidenza ormai difficile da ignorare: i tripidi non possono più essere considerati un problema secondario, ma stanno diventando una minaccia strutturale che richiede strategie di difesa continue e proattive.

© Marco R. Butera(Foto per gentile concessione di Marco R. Butera)

"Frankliniella occidentalis (Western Flower Thrips, WFT) è ormai consolidato, con infestazioni regolari in fioritura. La vera novità è rappresentata da Scirtothrips dorsalis, che in Spagna è stato confermato e risulta presente in alcune aree, sotto eradicazione, con numerosi appezzamenti interessati in Comunità Valenciana. In Turchia è stato rilevato per la prima volta nel 2020 su mirtillo (Adana) e successivamente segnalato anche nella stagione 2021/22 su fragola e agrumi, risultando quindi presente, ma non ampiamente distribuito. In Paesi come Italia e Grecia, al momento non risulta ufficialmente segnalato o stabilito. Rispetto a WFT, S. dorsalis mostra un potenziale di danno più elevato: attacca fiori, germogli, foglie e frutti giovani, con conseguente deprezzamento diretto della produzione. È anche noto come vettore di alcuni virus, ma nel mirtillo l'impatto principale rimane il danno diretto ai tessuti", spiega Butera.

La biologia di queste specie rende il problema ancora più complesso. Le popolazioni di tripidi dipendono in modo cruciale da temperatura e umidità. In condizioni favorevoli possono completare un ciclo vitale in meno di due settimane, con la possibilità di avere diverse generazioni sovrapposte in un arco temporale molto breve. "Scirtothrips dorsalis, ad esempio, a temperature di 25–27 °C completa lo sviluppo in meno di tre settimane, mentre Frankliniella occidentalis risulta ancora più rapido. Per quest'ultimo esistono già modelli previsionali basati sui gradi-giorno, con una soglia termica di circa 8 °C e un fabbisogno di 227-268 gradi-giorno per il passaggio da uovo ad adulto. Questi strumenti, già integrati in calcolatori e DSS, possono rappresentare un supporto prezioso per stimare i picchi di popolazione e ottimizzare la tempistica degli interventi", sottolinea Butera.

Il monitoraggio è il pilastro della difesa, ma non può limitarsi alle sole trappole cromotropiche adesive. "Queste ultime hanno un ruolo utile per il rilevamento e la cattura massale parziale, ma affidarsi esclusivamente a esse rischia di generare una pericolosa sensazione di sicurezza – evidenzia l'esperto – Il risultato è spesso una riduzione della frequenza dei rilievi diretti in campo, che porta a interventi tardivi, quando le popolazioni hanno già superato la soglia di rischio. Per questo motivo, è indispensabile integrare le osservazioni delle trappole con controlli sistematici su foglie giovani, germogli e fiori, correlando i dati con l'andamento climatico e con gli stadi fenologici della coltura. In questa direzione si stanno affacciando anche soluzioni innovative: alcune aziende propongono trappole automatiche dotate di intelligenza artificiale, in grado di riconoscere e contare in tempo reale le catture e inviare segnalazioni quando si superano le soglie critiche".

© Marco R. Butera
(Foto per gentile concessione di Marco R. Butera)

Il momento più delicato per il mirtillo è rappresentato dalla fase vegetativa, soprattutto nel periodo immediatamente precedente alla fioritura. "In questa fase i tessuti sono particolarmente teneri e appetibili e una pressione non controllata dei tripidi può compromettere la capacità fotosintetica delle foglie e ridurre l'allungamento dei germogli. La conseguenza è un indebolimento della pianta proprio nel momento in cui dovrebbe accumulare energia e prepararsi alla fioritura, con effetti negativi su vigore, produttività e induzione fiorale", continua Butera.

Di fronte a una sfida così articolata, la difesa non può basarsi su un solo strumento, ma richiede un approccio integrato. L'esperto insiste sulla necessità di combinare pratiche agronomiche, biocontrollo e difesa chimica mirata. "Le pratiche agronomiche comprendono il monitoraggio costante, la gestione delle infestanti e la riduzione delle possibili fonti di inoculo. Il biocontrollo può contare sull'impiego di predatori naturali come Orius spp. e acari fitoseidi, capaci di contenere le popolazioni in modo sostenibile. I trattamenti fitosanitari restano una risorsa importante, ma devono essere selettivi, condotti solo con prodotti autorizzati e registrati per il mirtillo, ed eseguiti in rotazione per evitare l'insorgenza di resistenze".

Il quadro, però, non è uniforme in tutto il Mediterraneo
In Spagna e Turchia la presenza ormai consolidata di Scirtothrips dorsalis richiede programmi di difesa intensivi e ben strutturati. In Italia e Grecia, al contrario, prevale ancora Frankliniella occidentalis, che di solito provoca danni più contenuti. "Ufficialmente S. dorsalis non è stato ancora dichiarato in queste aree, ma l'esperienza di altri Paesi e la facilità con cui le piante e i frutti circolano nel mercato internazionale rendono plausibile un suo arrivo a breve. Proprio per questo motivo la prevenzione e il monitoraggio precoce sono elementi imprescindibili per guadagnare tempo e prepararsi a una gestione efficace", spiega Butera.

Le prospettive a lungo termine delineano due approcci distinti. "Per Frankliniella occidentalis l'obiettivo resta quello di mantenere le popolazioni stabilmente al di sotto della soglia economica di danno. Per Scirtothrips dorsalis, invece, la strategia deve essere di contenimento immediato e deciso fin dai primi ritrovamenti, perché una volta che la specie si insedia diventa praticamente impossibile eliminarla. La lezione che arriva dai Paesi dove è già presente è chiara: occorre investire in sistemi di monitoraggio capillari, nella formazione degli operatori e in protocolli di difesa pronti all'uso, così da evitare ritardi fatali", conclude Butera.

Foto di apertura per gentile concessione di Marco R. Butera

Per maggiori informazioni:
Marco R. Butera - Global Berry Specialist
BetterBerries
[email protected]
betterberries.it

Articoli Correlati → Vedi