Dall'11 al 14 settembre, Aracena ha ospitato il XV Congresso Europeo della Castagna, Eurocastanea 2025. Questo convegno si tiene annualmente in una delle località castanicole scelte dal Paese organizzatore, individuato per il 2025 nella Spagna. Per la prima volta il Congresso si è tenuto in Andalusia, ad Aracena, città situata nella parte settentrionale della provincia di Huelva, nel parco Naturale delle montagne della Sierra de Aracena y Picos de Aroche.
Questo territorio è molto conosciuto per il Prosciutto Iberico Jabugo Dop e per le castagne coltivate su una superficie di oltre 5.000 ettari, su un totale di 12.000 coltivati in Andalusia. Castagna e Prosciutto sono i prodotti fondamentali per garantire al territorio la sostenibilità economica, turistica e gastronomica.
Foto fornite da Luciano Trentini
La rete europea della castagna, alla quale aderiscono oggi sei paesi europei membri (Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Austria Grecia), ha visto la partecipazione di oltre 200 delegati provenienti da nove paesi dell'Europa, del Sud America, dell'Asia Occidentale. È stata l'occasione per discutere di molti argomenti, di condividere esperienze, di promuovere l'innovazione e la sostenibilità nell'ecosistema del castagno.
Numerosa la presenza Italiana, in rappresentanza della produzione nazionale: Distretto della Castagna e del Marrone della Campania, l'Associazione dei Consorzi dei Castanicoltori dell'Emilia-Romagna, Il CSDC- Centro di Studio e Documentazione sul Castagno di Marradi, le Università degli Studi di Bologna, Torino e Viterbo, il Centro di Castanicoltura di Chiusa Pesio del Piemonte, il Centro di Sperimentazione di Laimburg di Bolzano, e imprese portatrici di interessi nel settore come In Farm e Facma.
Oggetto di discussione particolarmente vivace è stato il cambiamento climatico, che provoca gravi danni alla castanicoltura di tutta Europa. In particolare, si è fatto riferimento alla disastrosa situazione causata dagli incendi in Portogallo, Spagna e anche Grecia, che hanno danneggiato in modo grave migliaia di ettari di castagneti, contribuendo così ad abbassare la disponibilità di prodotto da immettere sul mercato. Altri fattori climatologici importanti sono le temperature alte e prolungate del periodo estivo, che si alternano a periodi di piovosità molto intense in particolarmente nei periodi primaverili, che rischiano di compromettere la situazione produttiva europea. Nel complesso l'analisi dei dati indica che, al momento, per l'anno 2025 la produzione che si prevede di ottenere a livello europeo, sarà simile o leggermente inferiore a quella del 2024.

Tutto questo è emerso dalle relazioni dei Paesi afferenti alla rete europea Eurocastanea, che hanno evidenziato con chiarezza come il cambiamento climatico rappresenti oggi una delle principali problematiche del settore, con ripercussioni dirette su rese e qualità. Secondo quanto emerso, la scarsità di piogge e le ondate di calore sempre più frequenti stanno compromettendo la maturazione dei frutti in diversi areali produttivi europei. In particolare, in Portogallo e in Grecia la siccità estiva rischia di penalizzare ulteriormente la produzione, a causa di una riduzione importante delle pezzature.
Alla data di metà settembre, la valutazione della produzione sul territorio italiano - secondo i dati forniti da operatori qualificati - dimostra che nel nostro Paese la situazione produttiva risulta essere eterogenea, ma migliore rispetto ad altri areali europei. Al Nord, nonostante gli eventi estremi di fine agosto con forti piogge, vi è stato un buon decorso della maturazione dei frutti. Al centro dell'Italia, le condizioni meteoclimatiche favorevoli lasciano intravedere un incremento della produzione rispetto al triennio passato. Al Sud, la prolungata siccità estiva e in qualche caso il ritorno del Cinipide galligeno, potrebbero determinare cali produttivi significativi. Molto dipenderà dall'andamento meteorologico delle prossime settimane.
Un segnale preoccupante, emerso dal confronto fra i vari relatori, è la recrudescenza in molti areali castanicoli del mal dell'inchiostro. Le esperienze condivise per contenere l'avanzamento di questo patogeno si riassumono nelle buone pratiche di gestione integrata e in prospettiva nell'uso di portainnesti tolleranti, oggi in fase di valutazione. Qualche segnalazione anche per il ritorno, in alcuni areali europei, della Vespa cinese, che al momento sembra non creare danni importanti. L'applicazione del protocollo europeo messo a punto dai ricercatori che insieme hanno lavorato in team in Eurocastanea contro la Gnomoniopsis o marciume gessoso sembra fornire soluzioni interessanti, anche se al momento non risolutive.
Giovanni Gamba di "UniTo" prima di mostrare le previsioni di produzione spiega la situazione climatica in Italia
A questo proposito, ha suscitato molto interesse la relazione di Giacomo Gatti, del Centro sperimentale di Laimburg, cil quale ha portato all'attenzione dei presenti il tema della conservazione di castagne e marroni che devono essere trattati alla stregua della frutta fresca. Il cambiamento climatico, soprattutto di questi ultimi anni, ha reso più evidente l'errata collocazione di questi frutti nel raggruppamento della frutta in guscio, dove in realtà troviamo solo frutta secca con guscio. La salvaguardia della qualità di queste produzioni trova soluzione in un nuovo approccio verso un più mirato uso nel mantenimento della catena del freddo, essenziale per garantire la sanità dei frutti, che avrà effetti positivi su tutta la filiera.
Interessante e innovativa è stata la relazione del prof. Rodriguez dell'Università di Salamanca il quale ha messo in evidenza il "Valore dei servizi ambientali derivanti dall'ecosistema castagneto". Nessuno paga il castanicoltore per il contributo che con la sua attività riesce a dare al turismo, all'ambiente, al sequestro del carbonio, al paesaggio ,alla riduzione del rischio idrogeologico. Lo studio del prof. Rodriguez ha voluto dare una dimensione economica all'attività del castanicoltore, cercando di stabilire un rapporto fra Natura-Valore-Mercato. Nel caso della Spagna, il valore complessivo attribuito a questa attività è di 8.000 euro per ettaro coltivato.
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it
Luciano Trentini, in rappresentanza del CSDC, conferma che tanti altri argomenti importanti sono stati trattati, legati al futuro della castanicoltura, quali il ricambio generazionale, il rinnovamento dei sistemi produttivi per garantire continuità. Necessaria è pure una strategia innovativa nella trasformazione della materia prima, per uscire dal concetto della stagionalità. Castagne o marroni sono prodotti stagionali, il cui periodo di commercializzazione dura solo 3, 4 mesi, per questo è necessario studiare nuovi prodotti e nuovi approcci commerciali.
Trentini conclude ricordando che l'assemblea ha stabilito che l'edizione 2026 di Eurocastanea si terrà in Portogallo e, nel 2028, toccherà all'Italia.
Per maggiori informazioni
https://eurocastanea2025andalucia.com/it/