Nuove varietà, gestione agronomica mirata, impianto di fertirrigazione: con questa ricetta gli impianti di noccioli di Terremerse stanno ottenendo buoni risultati produttivi. Nei giorni scorsi, la cooperativa di Bagnacavallo (Ravenna) ha organizzato un momento di incontro presso l'azienda Sirri di Forlì.
"Entro fine 2025, abbiamo in prospettiva di arrivare a 400 ettari di nocciolo - dice Ilenio Bastoni, responsabile settore ortofrutta di Terremerse - con altri ettari in programma nel 2026. Il nocciolo rappresenta una buona opportunità, ma solo se gestito in maniera corretta e con criteri moderni".
© Terremerse Soc. Coop.
Una volta tanto la tradizione non paga, mentre danno soddisfazioni le gestioni moderne con impianti di irrigazione, nuove varietà e gestione agronomica secondo i più moderni principi. "Ormai non bisogna più guardare quel che piace coltivare, ma quello che il mercato chiede. E le nocciole sono una di quelle referenze molto richieste", aggiunge Bastoni.
Ne è un esempio l'azienda Sirri di Forlì, che coltiva 4 ettari con un sesto di impianto 5x3 metri e una forma di allevamento a vaso cespugliato. La varietà è la tonda di Giffoni, autosterile, quindi occorrono gli impollinatori. L'irrigazione è praticamente obbligatoria se si vogliono risultati costanti e di alto livello: in questo caso vi è una doppia ala gocciolante interrata a 20-25 cm di profondità e 40 cm di distanza l'una dall'altra.
© Terremerse Soc. Coop.
"La coltivazione dà reddito - conclude Bastoni - perché il prezzo viene ragionato a partire dal costo di produzione. Noi come cooperativa ci impegniamo a ritirare il prodotto, effettuare una ulteriore cernita in stabilimento e poi sottoporre le nocciole all'essiccazione".
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Progetto nocciolo