Dopo la forte incidenza dei tripidi nella scorsa stagione nei peperoni di Almería, i primi coltivatori di Berja e Dalías stanno già formulando le loro prime valutazioni sulla nuova campagna, e sembra prevalere il pessimismo.
"Credo che quest'anno subiremo di nuovo danni da tripidi. Molti coltivatori hanno deciso di non piantare peperoni, ma nella nostra zona vedo una pressione dei tripidi ancora maggiore rispetto all'anno scorso. Forse a El Ejido la situazione sarà la stessa", afferma Guillermo Luque, direttore della Daliber.
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"Siamo in anticipo sul calendario e stiamo già osservando la presenza di parassiti come il Thrips parvispinus. Spero di sbagliarmi e che il meteo ci aiuti ma, se le temperature continueranno a essere elevate, i parassiti persisteranno. Credo che ai coltivatori dovrebbe essere consentito l'uso di determinati prodotti fitosanitari in momenti specifici", osserva Luque.
Tuttavia, la resistenza a questi prodotti si sta indebolendo, il che complica le prospettive. "Se la situazione dovesse continuare, con temperature sempre più alte ogni anno, la soluzione sarebbe consentire l'uso di prodotti aggiuntivi in determinati periodi. Ciò che conta è mantenere in vita il raccolto: se si perdono troppe coltivazioni, ci sarà meno prodotto".
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Sfide per i peperoni California biologici
I peperoni quadrati bio sono particolarmente difficili da difendere dai parassiti. "Nella nostra zona ci troviamo a da affrontare la presenza del ragnetto rosso e degli afidi, oltre allo Scirtothrips dorsalis. A El Ejido, è più frequente il Thrips parvispinus, che l'anno scorso ha distrutto intere piantagioni", sottolinea Luque.
Il direttore della Daliber non crede che sia la monocoltura la causa principale. "È il clima. Nella nostra zona, piantiamo molto presto, a maggio, e la coltura affronta temperature estive estreme fino all'inizio della raccolta a luglio. A settembre, quando le temperature scendono, l'incidenza dei parassiti è inferiore. Trovarsi in una zona leggermente più in quota aiuta, ma i tripidi rimangono una seria minaccia per i peperoni biologici".
Convenzionale vs biologico
"Il convenzionale si sta avvicinando alle tecniche biologiche, ma avrà sempre più strumenti contro i parassiti. Al momento, è difficile che entrambe le colture prosperino allo stesso modo", spiega Luque.
Allo stesso tempo, il direttore ritiene che entrambe continueranno a coesistere. "Negli ultimi dieci anni, il divario si è ridotto in termini di tecniche, ma seguono ancora percorsi differenti".
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Un'altra preoccupazione è la concorrenza con le importazioni da Paesi terzi. "Noi dobbiamo far fronte a requisiti rigorosi, mentre nei Paesi terzi praticamente non si applicano vincoli simili. Le dogane dell'Ue difficilmente rilevano prodotti orticoli trattati con agrofarmaci vietati qui da anni", sottolinea Luque.
Daliber produce circa 5.000 tonnellate di peperoni quadrati all'anno, sia convenzionali sia biologici, destinati principalmente a Germania e Francia. "Questi mercati apprezzano ancora il biologico, perché sanno quanto sia difficile produrlo. È anche per questo che molti coltivatori decidono di abbandonarlo", conclude il direttore.
Daliber si dedica alla coltivazione di peperoni nella zona di Dalías e Berja, ad Almeria.
Per maggiori informazioni:
Guillermo Luque - direttore
Daliber
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