Nato in primavera su un canale Telegram riservato, il movimento "Bloquons tout" (Blocchiamo tutto) è stato avviato da un piccolo collettivo associativo del nord, "Les Essentiels", che inizialmente invitava a un "autoconfinamento generalizzato": non lavorare, non consumare e restare a casa per "bloccare il Paese". Nel corso dell'estate, gli appelli hanno preso piede, diffondendosi su Facebook, X, TikTok e altri social network. L'obiettivo si è ampliato: sciopero generale, manifestazioni e blocco di siti strategici. Senza alcuna struttura sindacale o politica alle spalle, il movimento si è definito orizzontale, sull'esempio dei Gilet Gialli. Tuttavia, ben presto, diversi partiti di sinistra (LFI, PS, EELV, PCF) e vari sindacati (CGT - in particolare Commercio e Servizi -, Solidaires, Confédération paysanne) hanno aderito all'appello. La FNSEA, invece, ha approfittato della conferenza stampa di inizio anno per annunciare che non avrebbe partecipato a questa giornata, ma ha comunque preparato una mobilitazione agricola "entro la fine dell'autunno". In questo contesto, quali potrebbero essere le conseguenze per il settore ortofrutticolo?
"Stazioni ferroviarie, porti, aeroporti [...] e MIN di Rungis"
Il ministro dell'Interno Bruno Retailleau ha chiesto ai prefetti di impedire "ogni tentativo di blocco delle infrastrutture essenziali per la vita della nazione, che dovranno essere sbloccate sistematicamente nel più breve tempo possibile". Secondo quanto riportato da Le Parisien, una nota dei servizi segreti territoriali avrebbe rivelato che la mobilitazione dovrebbe esprimersi soprattutto attraverso "blocchi e occupazioni di luoghi, piuttosto che attraverso le tradizionali manifestazioni su strada, poco apprezzate dai contestatori". Tra i potenziali obiettivi figurano stazioni ferroviarie, porti, aeroporti, assi stradali, centrali elettriche, depositi petroliferi, piattaforme logistiche e centri di approvvigionamento strategici come il mercato di interesse nazionale di Rungis.
Anche il porto di Le Havre è segnalato sulla mappa delle mobilitazioni. Nel mirino ci sono anche gli aeroporti. Il sindacato Sud Aérien ha indetto uno sciopero e il blocco delle piattaforme.
Anche il settore della distribuzione è in allerta. Come riportato da LSA, la CGT Commerce et Services invita ad ampliare le azioni il 10 settembre in numerose catene di ristorazione collettiva (Flunch, Elior, Sodexo, Sysco), ma anche in catene distributive come Carrefour. Se l'entità degli scioperi rimane sconosciuta, ai blocchi logistici potrebbero aggiungersi delle perturbazioni locali.
Un movimento difficile da prevedere
Rimane difficile prevedere se la giornata assumerà la forma di una mobilitazione simbolica o di un vero e proprio blocco dell'economia, dato che i contorni del 10 settembre rimangono ancora poco chiari. Gli appelli vengono lanciati a livello locale tramite i social network e le app di messaggistica crittografata (come Telegram e Signal) con l'obiettivo di "organizzare lo sciopero ovunque sia possibile". Mappe interattive (come quella sopra, tratta dal sito indignonsnous.fr) elencano i punti di raccolta e le azioni previste. Raduni, blocchi, pedaggi gratuiti: le modalità di azione sono molteplici, ma nulla è ufficialmente regolamentato. Questa mancanza di coordinamento rende lo scenario imprevedibile.