Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
La paradossale storia di Claudio Taroni, agricoltore di Faenza (Ravenna)

"I miei frutteti sono sommersi da legname e detriti, ma per qualcuno non sono un alluvionato"

Ha dell'incredibile la vicenda dell'agricoltore Claudio Taroni, 56enne di Faenza (Ravenna). Premessa: la sua azienda, oltre 9 ettari adiacenti al torrente Marzeno, così come tutta la zona, ha subito violente inondazioni nel 2023 e nel 2024. Eppure secondo gli enti preposti e secondo delle rilevazioni aeree, il suo terreno non sarebbe stato allagato e quindi non ha ancora avuto alcun risarcimento.

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itClaudio Taroni, affranto di fronte a quelli che erano i suoi frutteti

"È una situazione paradossale - esordisce l'agricoltore - in quanto, pur ritrovandomi con l'azienda disastrata e pur avendo fatto fare tutte le perizie secondo la legge, pare che non abbia diritto a risarcimenti. O, per lo meno, ancora non mi è arrivato nulla nonostante già da mesi gli enti preposti abbiano risarcito tante aziende, imprenditori agricoli, comuni cittadini".

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itTonnellate di legname riversate dal torrente Marzeno sugli impianti di drupacee

Un riepilogo dei fatti: la terribile alluvione del maggio 2023 ha causato danni all'azienda Taroni, ma tutto sommato neppure tanti. L'agricoltore coltiva per lo più drupacee. "Nei frutteti c'era molta acqua, ovviamente, ma tutto sommato se ne è andata in poche ore, lasciando solo melma e fango e qualche pianta abbattuta. Nulla di irrimediabile, tanto più che qui in zona siamo abituati a esondazioni del torrente. Ma il vero disastro è arrivato l'anno successivo, nel 2024".

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itImpossibile raccogliere la frutta

A seguito delle polemiche e delle proteste per lo stato di abbandono di fiumi e torrenti, nel 2023 le autorità hanno iniziato una sistematica pulizia degli alvei, così come non era stato più fatto negli ultimi 30 anni. Ciò è avvenuto anche nel Marzeno. Dall'estate del 2023 in avanti è stata portata avanti una pulizia che sta proseguendo anche ora. Ma, paradossalmente, proprio questo ha causato il disastro nell'azienda Taroni.

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itPali, cavi e tubi di irrigazione semi sepolti

"Tutti gli alberi tagliati lungo l'asta del fiume sono stati lasciati sull'argine, in attesa di essere rimossi. Ma quel giorno, il 19 settembre del 2024, la pioggia torrenziale ha portato a valle migliaia di metri cubi di legna, tronchi, detriti vari e questi hanno devastato quasi tutti i miei frutteti, in pratica 7 ettari su 9. In alcuni punti vi sono più di due metri di legnami che hanno sommerso e distrutto tutto".

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it

Per sistemare l'azienda e farla tornare coltivabile servono interventi che un agricoltore, da solo. non può fare: "Si tratta di tonnellate e tonnellate di legna, arrivate nei miei frutteti perché tagliata a monte. E qualcuno sostiene che io non sarei un alluvionato. Per sistemare tutto servono decine, più probabilmente centinaia di migliaia di euro di lavoro continuativo, con trattori e mezzi pesanti. Io sono già oberato dai debiti perché avevo fatto investimenti importanti per i nuovi impianti: il piano di ritorno era calcolato e, negli anni, avrei saldato tutto con le banche. Ma così non posso lavorare e onorare i miei impegni".

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itTaroni mostra un grosso tronco con l'evidente segno del taglio da motosega

E continua, affranto: "Mi vergogno di avere un'azienda in questo stato, ma da solo non posso imbarcarmi in un lavoro di tali proporzioni. Non ho i mezzi e, soprattutto, voglio che tutte le autorità possano vedere da sole che non dico fesserie. Ci sono tronchi giganteschi con il taglio netto della motosega: non è stato un fatto accidentale! Questi tronchi sono arrivati perché erano stati tagliati a monte e lasciati accatastati sulla riva".

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itAlcuni tronchi sono lunghi fino a 10 metri e pesanti decine di quintali

"Cosa vorrei? Vorrei solo poter lavorare la mia terra, non voglio nulla di più di quanto mi spetta, cioè il risarcimento per questa calamità: sono un agricoltore e un cittadino come tutti gli altri, merito rispetto e risposte certe", conclude Taroni.

Articoli Correlati → Vedi