Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Reportage fotografico sul Simposio della Japan Plant Factory Association (JPFA)

Le vertical farm giapponesi non possono sfuggire all'aumento dei costi di manodopera ed energia

"Con un aumento del 5% dei costi di manodopera diventa sempre più difficile mantenere i nostri margini", esordisce un coltivatore giapponese. Anche in Giappone, i produttori non possono sfuggire all'aumento dei costi e, alla fine, il margine resta invariato. Ma è davvero così? "Fortunatamente, possiamo aumentare leggermente i prezzi al dettaglio per assicurarci di non perdere troppi profitti".

© Rebekka Boekhout | FreshPlaza.it
Cos'è verde e piccante? Il wasabi! Shun Sano della Cai Foods ha aggiornato i partecipanti sulla sua vertical farm, che attualmente coltiva circa 2.500 piante in un sistema a 4 livelli nel Michigan, Stati Uniti. Seguirà presto un articolo dedicato.

Clicca qui per accedere al reportage fotografico del 2° Simposio JPFA

La maggior parte delle aziende agricole giapponesi dipende in larga misura dalla manodopera e deve quindi affrontare costi operativi più elevati, portandole a considerare soluzioni più estese di automazione. Ed è proprio questo il prossimo obiettivo dei coltivatori: l'automazione, una parola spesso ricorrente al simposio. Per mantenere un margine di profitto adeguato, i coltivatori stanno implementando soluzioni di automazione mirate a processi specifici. Poiché diversi operatori si sono specializzati nella produzione su larga scala di colture commodity, alcuni finora hanno rinunciato a introdurre componenti automatizzati. Le aree principali sono il trapianto, la raccolta e il confezionamento, che appaiono "facilmente" ottimizzabili, vista l'ampia gamma di soluzioni già disponibili sul mercato.

© Rebekka Boekhout | FreshPlaza.it
Masahiko Suzuki e Gauri Maharjan della Signify hanno presentato il sistema di illuminazione dinamica dell'azienda per rispondere alle mutevoli esigenze del mercato giapponese.

Clicca qui per accedere al reportage fotografico del 2° Simposio JPFA

© Rebekka Boekhout | FreshPlaza.it
Rianne Vink della Dutch Greenhouse Delta, Jeroen Ratterman del Wesenmael Group, Maurice Verbakel della BOAL Systems, Rene Ratterman del Wesemael Group, Remko Bakelaar della GreenSquare International, Johan Kreeft di Gearbox Innovations e Daisuke Sakurai hanno parlato di collaborazione.

L'automazione è la chiave del successo?
Tuttavia, come emerso dalle osservazioni del GPEC (Global Plant & Equipment Conference) dello scorso anno, è più facile a dirsi che a farsi. Le soluzioni fornite dai fornitori esteri sono considerate "su larga scala" e troppo costose rispetto al livello di automazione richiesto dai coltivatori nazionali. Pertanto, questo riduce le opzioni disponibili per gli operatori delle vertical farm. Lo stesso discorso vale per i software agricoli. Nonostante molte aziende utilizzino già programmi di gestione basati su cloud, ora è necessario ottimizzare ulteriormente questi sistemi per consentire una migliore comunicazione tra le aziende agricole che implementeranno più fattori di automazione.

© Rebekka Boekhout | FreshPlaza.it
Jidong Kim dell'azienda coreana FutureGreen ha parlato delle loro soluzioni di illuminazione dinamica per vertical farm e serre.

Clicca qui per accedere al reportage fotografico del 2° Simposio JPFA

A differenza di altri Paesi, l'industria giapponese sembra essere in fase di crescita, in un settore che sta maturando. Come mostrato durante il simposio, i ricercatori giapponesi si trovano in una fase più avanzata della curva di crescita del settore. Mentre le aziende occidentali di vertical farming tendono a raccogliere fondi per coltivare frutti o, più specificamente, soia e riso, la ricerca giapponese ha già ottenuto risultati concreti.

Naturalmente, non si tratta di ricerche limitate al Giappone, ma piuttosto di un passaggio dalle potenzialità a una fase di sviluppo accelerato di prodotti di valore, come i medicinali. Ad esempio, i ricercatori giapponesi hanno scoperto che i farmaci orali a base di riso sono più efficaci dei vaccini, poiché supportano l'intero sistema immunitario. Il potenziale della soia viene concretamente sfruttato attraverso sperimentazioni condotte su larga scala. Colture precedentemente considerate di "potenziale interesse" vengono ora trasformate in progetti commerciali realizzati in collaborazione con aziende nazionali.

© Rebekka Boekhout | FreshPlaza.it
Dice K. Isayama ed Edwin Ong di Arianetech Co. mostrano le loro lampade per la coltivazione

Collaborazione tra aziende
La trasparenza è un valore molto apprezzato dagli operatori del settore a livello globale. Tuttavia, in Giappone questa è una realtà: gli operatori si riuniscono ogni due settimane per discutere criticità e opportunità, elaborando strategie e soluzioni condivise per affrontare i problemi. "Condividendo i dati con i colleghi, possiamo prevenire problemi che altri hanno già affrontato. Inoltre, possiamo gestire in modo collaborativo domanda e offerta, mantenendo una solida posizione di mercato", ha affermato un coltivatore giapponese.

Clicca qui per accedere al reportage fotografico del 2° Simposio JPFA

Considerata una coltura di base e proposta a un prezzo competitivo di 110-160 yen (0,63-0,92 euro), la lattuga coltivata verticalmente si distingue per qualità e prezzo costanti. Per soddisfare un flusso di approvvigionamento costante, quando un produttore non riesce a soddisfare una fornitura a causa di circostanze impreviste, la maggior parte delle vertical farm interviene per coprire la carenza. In questo modo, le aziende mantengono la loro posizione di forza sul mercato e possono sempre rispettare i contratti stabiliti.

© Rebekka Boekhout | FreshPlaza.it
Nagateru Ozawa e Yoshio Shiina della MIRAI presentano i loro prodotti.

Clicca qui per accedere al reportage fotografico del 2° Simposio JPFA

Serre vs vertical farm
Alla domanda sui sussidi per le strutture CEA (Controlled Environment Agriculture), i tunnel in polietilene sembrano essere l'opzione più conveniente e sono supportate dal governo. Le vertical farm, tuttavia, sono considerate le strutture di produzione più affidabili, insieme alle serre in vetro. Tuttavia, un fornitore ha spiegato che il via libera dipende dalla prefettura.

A causa dei cambiamenti climatici estremi, le serre in vetro a bassa e media tecnologia sono esposte a tornado, inondazioni e tsunami, rappresentando un rischio elevato per l'ambiente e, in particolare, per il suolo. Al contrario, le serre ad alta tecnologia, con fondazioni solide e infrastrutture robuste, risultano più resilienti a tali eventi meteorologici. Per questo motivo, sia le serre avanzate sia le vertical farm sono considerate le soluzioni del futuro, auspicabilmente in grado di far fronte anche all'aumento dei costi, come il resto del settore.

Questo articolo rientra in una serie realizzata in collaborazione con:

Japan Plant Factory Association
Eri Hayashi, presidente
[email protected]
www.npoplantfactory.org

Articoli Correlati → Vedi