La storia di una cipolla indissolubilmente legata a una comunità locale: parliamo della cipolla di Castrofilippo, in provincia di Agrigento, i cui abitanti erano un tempo conosciuti come "cipuddara", ovvero produttori di cipolla. Dario Brucculeri, presidente dell'Associazione Produttori Cipolla Paglina di Castrofilippo, racconta: "ci chiamavano così perché producevamo le cipolle e le portavamo a vendere in tutti i paesi vicini". Questa tradizione è celebrata ogni anno con la Sagra della Cipolla, giunta alla sua 32ª edizione, che si svolge ad agosto e serve da veicolo per una comunicazione di prossimità e territoriale.
Dario Brucculeri, nel suo racconto, ha offerto una panoramica approfondita sulla stagione commerciale e sulle prospettive future di questo ecotipo locale, che rappresenta un tesoro salvato dall'estinzione. La Cipolla Paglina di Castrofilippo, frutto di una coltivazione centenaria, è un bulbo dalle caratteristiche distintive che si inserisce in un segmento di mercato quasi di nicchia.
© Chedduci
"La nostra scelta di percorrere la strada del Presidio Slow Food, circa dieci anni fa (2016), è stata strategica - spiega l'agronomo che, avendo un po' esperienza dei marchi IGP, ha ritenuto il Presidio Slow Food il percorso più agevole per ottenere un riconoscimento per questa cipolla, rispetto a certificazioni più complesse come l'IGP o la DOP. L'Associazione è stata costituita in previsione dell'ottenimento del Presidio stesso.
La Cipolla Paglina si presenta con una forma discoidale e una pezzatura medio-grande, che può superare il chilogrammo. La polpa è bianca con un viraggio verso il giallo paglierino, da cui deriva il nome, ed è nota per la sua dolcezza e grande versatilità in cucina. Questo ecotipo esprime i migliori risultati su terreni di medio impasto, ricchi di sostanza organica e ben drenati, richiedendo un'irrigazione adeguata. Non predilige invece i terreni calcarei. La resa media si attesta intorno alle 40 tonnellate per ettaro.
La coltivazione avviene su appezzamenti relativamente piccoli, con lavorazione esclusivamente a mano. Questa dedizione è parte integrante della identità di questo bulbo, coltivato secondo antiche tradizioni che vanno dalla semina al trapianto, dal diserbo manuale mediante zappatura alla raccolta. Dario Brucculeri evidenzia che "il diserbo meccanico e non chimico" è un requisito fondamentale per l'adesione al Presidio Slow Food, e che la necessità della zappatura manuale rappresenta un fattore limitante per l'adesione di molti produttori, che invece utilizzano il diserbo chimico.
La stagionalità della Cipolla Paglina si estende dall'inizio della primavera all'autunno inoltrato. Il ciclo colturale prevede la semina tra settembre e ottobre, a seconda delle zone, e il trapianto in primavera. Le pezzature dei bulbi sono elevate, anche superiori a 1 kg di peso, tanto che durante la Sagra si assegna anche un premio alla cipolla più grande,
© Chedduci
L'Associazione Produttori Cipolla Paglina di Castrofilippo, composta da quattro produttori fondatori, si sta muovendo per ampliare le prospettive commerciali. Un'innovazione significativa riguarda la commercializzazione di cipolle complete di caule (la parte erbacea verde dell'ortaggio), una strategia che diversifica l'offerta e allunga il calendario produttivo. Questa cipolla, non del tutto matura ma molto gradevole, viene venduta in mazzi da quattro o cinque bulbi da 250 grammi ciascuno. Dario Brucculeri riferisce che questa tipologia ha trovato gradimento in Germania, dove è stato siglato un accordo con una catena di supermercati. L'obiettivo è quello di rendere riconoscibile la specialità, comunicando freschezza e un ridotto tempo dalla raccolta, configurandosi come un unicum nel panorama delle cipolle commercializzate.
La commercializzazione attuale avviene principalmente nei mercati locali, all'ingrosso e attraverso i canali Horeca regionali. Aziende associate, come la "Chedduci" (dal dialetto siciliano "che dolce"), riforniscono già ristoranti specializzati nei presidi Slow Food a Milano, oltre ai mercati ortofrutticoli di Roma e Milano.
Dario Brucculeri nota le analogie con altre cipolle tradizionali italiane, come quelle di Acquaviva delle Fonti o la Cipolla di Giarratana, immaginando una sinergia che potrebbe incontrare una nicchia di mercato specifica, valorizzando le comuni visioni e caratteristiche organolettiche di queste specialità.
Attualmente, sulla Paglina di Castrofilippo è in fase di istituzione una De.Co (Denominazione Comunale), in collaborazione con l'amministrazione locale.
Per maggiori informazioni:
Associazione Produttori
Cipolla Paglina di Castrofilippo
92020 Castrofilippo (Ag) - ITALY
Dario Brucculeri 3482268105 [email protected]
Sabrina Sanfilippo 3286485190 [email protected]
Tonino Matina 3470026782 [email protected]