Un'analisi approfondita del mercato dell'uva pugliese, in particolar modo di quella coltivata nel sud-est barese, rivela un clima di generale malcontento tra i produttori, specie in vista delle prossime settimane, cruciali per il commercio.
Le dinamiche attuali pongono l'accento sulla tensione tra la quantità del prodotto e le pressioni del mercato, con interrogativi sulla capacità del settore di valorizzare adeguatamente il proprio raccolto.
© Lorenzo Grassi
Un produttore di uva del sud est barese di nome Lorenzo evidenzia come la sua esperienza iniziale sia stata differente rispetto al sentiment attuale e diffuso: "Ho tagliato i primi grappoli nella prima decade di luglio. Non è andata male, con quotazioni di circa 1,50 euro al chilo, per varietà come le seedless Prime (bianca) e la Star Light (rossa). Attualmente disponiamo di uva da vendere, in particolare varietà Regal e Italia. Da inizio settembre mi attiverò per individuare un commerciante interessato alla mia produzione. La situazione generale è caratterizzata da un diffuso malcontento: molti produttori nutrono pregiudizi sul futuro della stagione 2025, mentre i mediatori continuano a girare fino a quando qualcuno decide di accettare proposte commerciali poco entusiasmanti, se viste nel lungo periodo".
Tuttavia, si nota una tendenza poco positiva: "Quando inizi a deprezzare l'uva già da subito, non è un buon segnale - precisa Lorenzo - La produzione quest'anno non è in eccesso. Questa è soltanto una stagione con rese nella norma, ma diventa fondamentale la volontà dei produttori di valorizzare il raccolto. La vera campagna dell'uva inizia, di fatto, solo ora".
Nonostante un'annata secca, durante la quale in molti hanno evitato l'uso di prodotti anti-peronosporici grazie all'assenza di muffe, i produttori hanno comunque sostenuto costi elevati, in particolare per l'irrigazione settimanale.
"Questa situazione finanziaria rende i coltivatori più esposti ad agosto, spingendoli a monetizzare per recuperare i soldi spesi dall'inizio dell'anno, anche per il timore di un'eccessiva offerta a settembre. I commercianti, nel frattempo, cercano di accaparrarsi il prodotto al prezzo più basso possibile".
La fragilità, la divisione e i timori manifestati dai coltivatori hanno conseguenze inevitabili, tanto da portare alcuni imprenditori a vendere l'uva a blocco, a prezzi molto bassi. "Questa pratica rovina il mercato, poiché il commerciante, avendo acquisito i grappoli a pochi centesimi, finisce per drogare il mercato, creando un effetto domino che costringe altri intermediari a fare lo stesso. Prestiamo attenzione".
Per maggiori informazioni:
Azienda Agricola Pontrelli & Figli
+39 328 366 5701 (Lorenzo)