L'anguria è forse il simbolo più immediato dell'estate: succosa, dolce, ricca d'acqua, viene consumata soprattutto nei mesi più caldi. Non è un caso che il suo consumo aumenti con il crescere delle temperature: con oltre il 90% di acqua nella polpa, rappresenta un alleato naturale contro la disidratazione e un'alternativa salutare alle bevande zuccherate. Tradizionalmente, il frutto è associato al periodo che va da giugno a settembre, con un picco di raccolta e consumo nei mesi di luglio e agosto. La sua stagionalità è strettamente legata alle condizioni climatiche.
In Italia, le aree di produzione più importanti si trovano in Emilia-Romagna, Lazio, Puglia, Sicilia e Calabria, ma la disponibilità varia a seconda delle zone e delle strategie di mercato. Se al Nord la domanda tende a mantenersi più costante anche a fine stagione, al Sud capita spesso che - con il calo improvviso delle vendite - grandi quantità di prodotto rimangano invendute.
Lo aveva già denunciato Coldiretti Calabria (cfr. FreshPlaza del 18/08/2025) e lo ribadisce il COAPI regionale: stagione disastrosa per le angurie. All'origine il prodotto viene pagato pochi centesimi al chilogrammo e, da metà agosto, la domanda si è praticamente azzerata.
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"La qualità del prodotto è ottima – spiega il produttore Paolo Lentini da Isola Capo Rizzuto, in località Sovereto – ma il 50-60% resta in campo. Le angurie raccolte e vendute finora sono state pagate tra 0,20 e 0,40 euro/kg, ma a tali cifre non si coprono neanche i costi di produzione e non se ne è ricavato alcun margine. Inoltre, dal 12 agosto la domanda ha subito uno stop e il prodotto, deperibile com'è, non trova sbocco. Siamo costretti quindi a lasciarlo nei campi o a trinciarlo".
L'azienda agricola Sovereto di Lentini Paolo ha coltivato 18 ettari di mini angurie Sirius, rosse senza semi. Per ogni ettaro sono stati effettuati circa 8.000 euro di investimento, con scelte attente alla sostenibilità: un impianto irriguo a goccia biodegradabile, pensato per ridurre i consumi idrici e rispettare l'ambiente.
Per non sprecare tutto, da oggi (si legga lunedì 25 agosto 2025, ndr) Lentini ha deciso di attivarsi con alcune associazioni benefiche e raccogliere parte della produzione, donandola in beneficenza. Un esempio: la mensa dei poveri San Dionigi di Crotone, dove la consegna avverrà domani, martedì 26 agosto, alle 9.00, con il supporto degli agricoltori locali. "È un peccato – sottolinea il produttore – lasciare le nostre angurie ai cinghiali o farle marcire. Meglio donarle a chi ha bisogno".
"Il gesto di solidarietà non cancella l'amarezza di chi lavora la terra senza ricevere un reddito dignitoso. Gli agricoltori non possono più essere l'anello debole della filiera: mentre nei supermercati i prezzi al consumo restano alti, ai produttori restano solo le briciole", denuncia il COAPI Calabria, che chiede interventi immediati alle istituzioni regionali e nazionali per salvare il comparto ortofrutticolo, garantire prezzi equi e sostenere le aziende agricole che investono in innovazione e sostenibilità.
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La questione della programmazione
Il fatto che l'anguria sia "un frutto che si mangia con il caldo" rende evidente quanto il mercato dipenda dalle condizioni climatiche. Estati più lunghe e calde possono prolungarne il consumo, mentre ondate di maltempo riducono drasticamente le vendite. Per questo la programmazione delle colture diventa cruciale e non deve essere lasciata al caso: distribuire le semine e le raccolte in modo scaglionato, coordinare i volumi tra Nord e Sud, differenziare le varietà sono strategie che possono fare la differenza tra una stagione positiva e una disastrosa.
Foto di copertina: © Luana Guzzetti