Non è stata una campagna uniforme: nella zona di Ferrara le rese sono state soddisfacenti, mentre nel bolognese si sono registrati anche cali importanti. "Come Agripat, riusciamo ad avere un quadro abbastanza completo - spiega Vittorio Vitali, presidente - e fin dai primi giorni di scavo ci siamo resi conto che il 2025 è un'annata molto variegata, a seconda delle zone".
Vittorio Vitali presidente Agripat
"Nel bolognese, l'area principale di coltivazione delle patate, diverse aziende hanno registrato cali del 20-30 per cento. Non si tratta solo di volumi in diminuzione, ma anche di più scarto che poi va a ridurre la produzione vendibile. In alcuni casi, pochi per fortuna, le aziende non hanno neppure scavato, perché lo scarto era troppo e la raccolta avrebbe causato un ulteriore aumento dei costi".
La varietà di punta, la Primura, ha risentito anche della malattia rhizoctonia, oltre che dei problemi soliti del comparto quale gli elateridi o gli eccessi di temperatura nel momento degli scavi.
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"Al contrario, nei terreni sciolti della provincia di Ferrara - prosegue il presidente di Agripat - le rese sono state anche più alte del 2024, con incrementi fino al 10% con una qualità medio-buona".
Sul fronte del mercato, la situazione pare di attesa. "Chi è organizzato e rientra in un sistema, è più tutelato rispetto ai liberi battitori che non hanno punti di riferimento certi per collocare il prodotto. Come sistema regionale noi puntiamo a mantenere sostenuti i prezzi, in modo da continuare a rendere la coltivazione remunerativa per i produttori. È chiaro che non è semplice, anche alla luce di prodotto estero che viene proposto a prezzi molto competitivi, come le patate della Francia".
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