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Nonostante la stagnazione dell'areale

La produzione di lamponi in Marocco è aumentata del 14 per cento nella scorsa stagione

La prossima campagna dei lamponi marocchini inizierà tra circa dieci giorni. Il settore sta vivendo un periodo di stabilità o, nel peggiore dei casi, di stagnazione positiva. L'areale di coltivazione è rimasto invariato per diverse stagioni e le problematiche legate al clima e alla manodopera stanno diventando sempre più pressanti. Dall'altra parte, la domanda è forte e i coltivatori stanno ottenendo rese migliori. A riferirlo è Amine Bennani, presidente dell'Associazione marocchina dei produttori di piccoli frutti.

L'areale dedicato alla coltivazione di lamponi è rimasto stabile nelle ultime due o tre stagioni, in linea con la domanda del mercato, in termini di volume. Bennani spiega: "Nelle ultime stagioni, abbiamo coltivato su circa 4.600-4.800 ettari distribuiti nelle regioni di Loukkos e Souss Massa e nei rispettivi principali siti di produzione, Larache e Agadir. Non prevedo cambiamenti nella prossima stagione, poiché questo areale risponde alle esigenze del mercato, ovvero una produzione di 64.000-68.000 tonnellate nella campagna 2024/25, di cui 35.000 tonnellate nel Souss Massa e 29.000 tonnellate nella regione di Loukkos".

© Moroccan Association of Soft Fruit

Nonostante la stabilità delle superfici coltivate, i produttori riescono a ottenere rese più elevate. Bennani aggiunge: "Se confrontiamo i risultati della scorsa stagione (2024/25) con quella precedente (2023/24), la produzione è aumentata del 14%, passando da 56.280 tonnellate a 64.000 tonnellate. Si tratta di un risultato davvero positivo, nonostante i raccolti irregolari dovuti a un clima sempre più imprevedibile".

Dal punto di vista commerciale, le esportazioni di lamponi marocchini hanno registrato una buona performance, soprattutto sul mercato europeo. Bennani spiega: "La principale destinazione per i lamponi marocchini rimane l'Europa. Il mercato del Regno Unito è stato la nostra destinazione principale nell'annata 2024/25 con 19.979 tonnellate, seguito dalla Spagna con 18.378 tonnellate, dalla Germania con 16.860 tonnellate, dai Paesi Bassi con 8.954 tonnellate e dalla Francia con 6.989 tonnellate. Il Marocco ha esportato anche in altri Paesi, come Italia, Portogallo, Tunisia, Giordania e Paesi del Golfo, con quantitativi inferiori a 1.000 tonnellate. L'origine marocchina è la più presente in alcuni mercati, come il Medio Oriente, ma questi volumi restano trascurabili rispetto alle esportazioni totali".

Per la prossima stagione, che inizierà a breve, la sfida climatica si fa sempre più pressante, con brusche escursioni termiche e intense ondate di calore durante l'estate. Bennani commenta: "È ancora troppo presto per dire cosa porterà la prossima campagna. Lo spettro del cambiamento climatico incombe sotto forma di condizioni meteo avverse o carenza idrica, e le piante risultano molto stressate. Tuttavia, i coltivatori stanno gestendo le loro attività al meglio delle possibilità e, se non riusciremo a incrementare i volumi, speriamo almeno di stabilizzare la produzione. In effetti, nonostante l'aumento della produzione dello scorso anno, i raccolti sono stati irregolari e, in alcuni momenti della stagione, i lamponi non sono risultati disponibili quando ci si sarebbe aspettato".

Secondo il rappresentante dei coltivatori, la sfida climatica è aggravata da un altro importante problema, ovvero la carenza di manodopera che colpisce in particolare il settore dei frutti rossi, inclusi i lamponi. "Stiamo assistendo anche all'emergere di un'altra sfida, questa volta a livello commerciale, con l'aumento delle esportazioni "one-shot". Si tratta di operazioni di esportazione che sfruttano le opportunità derivanti dalla carenza in determinati mercati e sono quindi caratterizzate da piccoli quantitativi e prezzi elevati. Sebbene queste esportazioni siano positive, in quanto possono fungere da test commerciali in determinati mercati e aprire la strada allo sviluppo aziendale, hanno effetti collaterali negativi, come creare tensione tra coltivatori ed esportatori sui prezzi medi settimanali, oltre a sollevare anche problemi di conformità normativa, come licenze varietali e impegni contrattuali con i clienti consolidati", conclude Bennani.

Per maggiori informazioni:
Amine Bennani
Moroccan Association of Soft Fruit Growers
+212661243424
[email protected]

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