Il commercio di mele in India si appresta a vivere un passaggio stagionale, spostandosi da una forte dipendenza dalle importazioni all'arrivo dei raccolti freschi da Himachal Pradesh e Jammu & Kashmir, come spiega Santosh Chauhan, della Chauhan EXIM, azienda locale di import-export di frutta fresca. "Durante questa fase di transizione, le mele importate continueranno a svolgere un ruolo cruciale nel soddisfare la domanda, in attesa che i volumi locali raggiungano il picco".
Secondo Chauhan, le mele importate hanno una posizione consolidata nei segmenti premium e urbani grazie all'uniformità, alla croccantezza e alla qualità del packaging. "Le differenze qualitative sono evidenti, con le mele importate che offrono maggiore costanza e una shelf-life più lunga rispetto a quelle domestiche. I principali fornitori dell'emisfero nord sono Iran, Turchia e, fino alla fine del 2024, la Polonia, che ha però registrato un calo nelle spedizioni di Gala a causa di problemi produttivi. Da metà 2025, le Royal Gala della Nuova Zelanda hanno registrato vendite molto rapide nelle aree metropolitane, segnalando uno spostamento della domanda verso questa varietà. Anche altri fornitori dell'emisfero sud, come Cile e Brasile, restano fondamentali per colmare i vuoti di offerta quando i volumi dall'emisfero nord diminuiscono".
© Chauhan EXIM
Chauhan evidenzia inoltre le sue nuove priorità di approvvigionamento dagli Stati Uniti, nonostante i costi di sbarco più elevati: "Le mele di origine statunitense attraggono i consumatori più facoltosi, ma riduzioni tariffarie o accordi commerciali sarebbero determinanti per la competitività. Attualmente, il dazio di importazione è di 0,6 dollari/kg, con costi medi di sbarco di 0,8 dollari/kg per la Turchia, 0,7 dollari/kg per l'Iran e 1 dollaro/kg per le mele premium di origine statunitense".
Per quanto riguarda la produzione interna, Chauhan segnala una previsione di 2,55 milioni di tonnellate, in crescita del 6% rispetto all'anno scorso, grazie alle condizioni climatiche favorevoli nel Jammu & Kashmir (che rappresenta il 70% della produzione) e in Himachal Pradesh (20%). Tra le varietà più apprezzate figurano Red Delicious, Golden Delicious, Ambri, McIntosh Red e Granny Smith.
Tuttavia Chauhan aggiunge: "I limiti della catena del freddo e dei trasporti refrigerati riducono la portata delle mele indiane oltre le regioni settentrionali, mantenendo le importazioni rilevanti per i mercati del sud e del centro. Ecco perché la domanda di prodotti importati di alta qualità resta forte, anche a fronte dell'aumento della produzione locale".
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"Poiché la finestra di transizione va da metà agosto a fine ottobre, ci aspettiamo che le mele precoci dell'Himachal dominino tra metà agosto e settembre, mentre la fornitura dal Kashmir arriverà leggermente più tardi a causa della fioritura ritardata. Da fine settembre a ottobre, i volumi di picco dal Kashmir raggiungeranno il mercato, riducendo progressivamente la necessità di importazioni", spiega Chauhan.
"In questo periodo, le importazioni dall'emisfero nord - Polonia, Iran e Turchia - andranno diminuendo, mentre i volumi più economici da Iran e Turchia potranno ancora servire i mercati meridionali. I rivenditori, invece, dovrebbero smaltire le scorte dell'emisfero sud (Cile e Nuova Zelanda) con sconti, per fare spazio ai raccolti domestici. Le importazioni premium, come le Gala neozelandesi e le Fuji statunitensi, manterranno invece la loro nicchia fino a quando i volumi locali non si saranno completamente stabilizzati", conclude Chauhan.
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