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Fino a 80.000 tonnellate a causa dell'ondata di caldo

Pesanti perdite per i produttori marocchini di avocado

Un'ondata di calore che ha colpito il Marocco alla fine di giugno ha avuto un impatto grave sulle coltivazioni di avocado, dimezzando i volumi attesi per la prossima stagione e portando inevitabilmente a un aumento dei prezzi.

Abdelkrim Allaoui, presidente dell'Associazione dei produttori di avocado della regione del Gharb, racconta la situazione: "La nostra area, che ospita la maggior parte dei frutteti di avocado del Paese, ha subito un'ondata di caldo intensa durata tre giorni consecutivi, dal 28 al 30 giugno. Le temperature hanno raggiunto i 40 °C a Kenitra e i 49 °C a Moulay Bousselhem, un'area di produzione importante. Gli alberi semplicemente non hanno resistito al caldo e hanno lasciato cadere gran parte dei frutti".

© Abdelkrim Allaoui

L'ondata di calore di fine giugno non è stato l'unico evento climatico ad aver colpito il settore dell'avocado in questa stagione. Il rappresentante dei produttori spiega: "Già a marzo si erano verificati fenomeni meteorologici avversi, con temperature eccessivamente fredde e piogge torrenziali che hanno creato problemi durante la fioritura. Si prevedono, inoltre, altre ondate di caldo". La stagione rimane quindi incerta, anche perché ottobre è un periodo critico, con possibili tempeste e forti venti lungo la costa atlantica settentrionale del Marocco, principale area di coltivazione dell'avocado.

I danni riportati variano da un produttore all'altro ma, secondo Allaoui, le perdite a livello nazionale sono molto significative, pari a circa metà dei volumi stagionali. "Stimiamo che le perdite di volume per la stagione 2025/26 non saranno inferiori al 40%, e potrebbero raggiungere il 50% dei volumi persi tra marzo e agosto. Il danno è meno grave per i produttori che hanno protetto i propri frutteti. Abbiamo quindi rivisto al ribasso la nostra previsione per i volumi della prossima stagione, portandola a 80.000 tonnellate, rispetto alle stime iniziali di 140.000-160.000 tonnellate, cifra che potrebbe ancora cambiare".

© Abdelkrim Allaoui

Questo drastico calo dei volumi previsti costringerà i coltivatori a intensificare le pratiche agronomiche, in particolare irrigazione e nutrizione delle piante, poiché, secondo il rappresentante, l'unico modo per ridurre le perdite sarà puntare a frutti di grande calibro.

I rincari sono inevitabili in questa nuova situazione. Allaoui spiega: "I prezzi sono già in aumento, mesi prima della raccolta, e hanno raggiunto i 23 dirham al chilogrammo per frutti ancora sugli alberi. Riteniamo che la stagione inizierà con un prezzo minimo di 30 dirham, rispetto ai 17 dirham dell'inizio della scorsa stagione. Va ricordato che l'anno scorso i prezzi erano stati spinti al ribasso a causa della sovrapproduzione. In ogni caso, nelle attuali condizioni, non ci sarà raccolta finché i prezzi non saranno soddisfacenti per i produttori".

È quindi molto probabile che il picco della prossima raccolta avvenga più tardi del solito, mentre i produttori attendono quotazioni più elevate. La raccolta delle varietà a buccia verde in genere inizia a ottobre, seguita dalla Hass a novembre. "Nella prossima stagione i produttori aspetteranno la fine di gennaio, o addirittura marzo se necessario, per raccogliere la maggior parte degli Hass, quando i prezzi sui mercati internazionali sono ai massimi", aggiunge Allaoui.

© Abdelkrim Allaoui

Un'altra conseguenza da prevedere a livello commerciale riguarda soprattutto il rapporto tra produttori ed esportatori, in particolare le modalità di vendita. Generalmente, i frutti vengono venduti sull'albero o all'uscita dell'azienda agricola, sia al chilogrammo sia a forfait per appezzamento. Secondo Allaoui, nella prossima stagione si opterà esclusivamente per vendite al chilogrammo.

"I produttori dovranno fare notevoli sforzi agronomici per curare i propri alberi e ottenere frutti di grande calibro, così da salvare la stagione. Questo avrà inevitabilmente un impatto su costi, prezzi e modalità di vendita. Gli acquirenti ne sono consapevoli e, negli ultimi giorni, abbiamo visto numerosi importatori europei arrivare nella regione in una corsa contro il tempo per assicurarsi le forniture".

Per maggiori informazioni:
Abdelkrim Allaoui
Association of avocado growers in the Gharb
+212 672-077375
[email protected]

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