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James Hutton Institute

"Fruit for the Future": il reportage fotografico

Giovedì 17 luglio 2025, il James Hutton Institute ha tenuto il suo evento annuale "Fruit for the Future" presso il campus di Invergowrie a Dundee (Regno Unito). Coltivatori, breeder e ricercatori si sono riuniti per condividere i progressi nella selezione di nuove varietà, con l'obiettivo di affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico e promuovere la sostenibilità del settore dei piccoli frutti.

© FreshPlaza.com
Jonathon Snape

Gli ospiti sono stati accolti dal coltivatore di piccoli frutti Peter Thompson e da Jonathon Snape, direttore del James Hutton Institute.

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Il tour è iniziato con una visita all'area di sperimentazione e una presentazione di Andrea Marshall della Sinclair e Christopher Reid della Westland, che hanno parlato delle sfide che il settore dei piccoli frutti deve affrontare: aumento dei prezzi, lunghi tempi di consegna, deforestazione nei Paesi produttori di fibra di cocco e l'imminente divieto di utilizzo della torba. La Westland ha collaborato con il James Hutton Institute per testare substrati privi di torba, attualmente impiegati nel settore ornamentale, anche nella coltivazione dei piccoli frutti. Questi substrati possono ridurre la quantità di acqua e di nutrienti necessaria per la crescita delle piante. I primi risultati sono molto promettenti, con una riduzione del 50% del fabbisogno di acqua e nutrienti.

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Susan McCallum

Breeding per il futuro
Susan McCallum, ricercatrice e breeder nel settore dei piccoli frutti presso il James Hutton Institute, ha parlato anche delle sfide che i coltivatori devono affrontare, la principale delle quali è l'aumento dei costi di produzione. Questi costi sono in aumento da anni ma, soprattutto negli ultimi cinque anni, i coltivatori hanno risentito maggiormente della crisi. I prezzi dell'energia, i costi di trasporto e gli aumenti salariali hanno continuato a salire, mentre il prezzo dei fertilizzanti è cresciuto del 47%. Supermercati e fornitori puntano costantemente a incrementare i propri margini di profitto. L'unica voce rimasta invariata sono stati i ricavi per i coltivatori.

Molti di loro, non riuscendo più a sostenere la situazione, hanno deciso di vendere e uscire dal settore.

"Stiamo valutando una soluzione a lungo termine, selezionando nuove varietà per ottenere una qualità superiore. Alcune delle varietà attualmente utilizzate risalgono a 20 anni fa. Stiamo affrontando questa sfida con un approccio scientifico. Stiamo valutando l'utilizzo di substrati diversi per produrre radici più robuste e coltivare piante che richiedano meno nutrienti. Al momento disponiamo di un solo anno di dati, ma i risultati sono finora promettenti: alcune piante hanno mostrato performance migliori con appena il 50% degli input. La sperimentazione proseguirà anche il prossimo anno", ha affermato McCallum.

"Stiamo conducendo sperimentazioni in otto diversi Paesi, per valutare le loro prestazioni in climi diversi. L'obiettivo è sviluppare una base genetica e creare un database. Alcune varietà possono essere resistenti al clima, ma non offrire frutti di buona qualità. Stiamo inoltre analizzando varietà sviluppate oltre vent'anni fa per individuare i tratti più interessanti e isolare i geni chiave da preservare o migliorare".

Il James Hutton Institute ha sviluppato una nuova varietà di mirtillo negli ultimi otto anni: la Highland Charm. Il frutto ha un'ottima resa e buoni calibri, con un buon equilibrio tra zuccheri e acidità.

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Amanda Moura

Ribes rosso
Amanda Moura ha illustrato agli ospiti le ricerche e le sperimentazioni in corso sui ribes rossi. Questo progetto, avviato nel 2020 con un solo coltivatore olandese, ora è stato esteso a quattro partner in Europa. La maggior parte dei ribes rossi sul mercato è costituita da una sola varietà, la Rovada. Avere in piena produzione un'unica varietà è molto rischioso, poiché può risultare vulnerabile a malattie come l'oidio. La Rovada ha una shelf life eccellente, ma stava progressivamente perdendo terreno nella resistenza all'oidio, spingendo i coltivatori olandesi a richiedere un'alternativa, preferibilmente con una maggiore dolcezza.

Il James Hutton Institute sta conducendo sperimentazioni e selezionando piante che mostrano resistenza all'oidio. Hanno sviluppato cinque varietà prive di oidio e che non richiedono trattamenti fitosanitari. Inoltre, c'è interesse per varietà sia tardive che precoci, per allungare la stagione.

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Nikki Jennings

Lamponi e more
Nikki Jennings ha accompagnato gli ospiti nei tunnel sperimentali per la coltivazione di more e lamponi, dove ha illustrato i programmi di breeding.

Loch Katrine è il primo programma di breeding commerciale per le more, avviato nel 2018. L'attenzione si è concentrata sul sapore, sulla facilità di raccolta, oltre ad altre caratteristiche. Questa varietà si distingue per la bassa acidità. La varietà Loch Ness è stata sviluppata negli anni '70, una pianta senza spine e di calibro uniforme. È ora in fase di sperimentazione in Europa dove sta ottenendo riscontri molto positivi.

Otto partner globali stanno conducendo delle ricerche private con il James Hutton Institute su nuove varietà di lampone, su varietà primocane e floracane. Queste varietà si caratterizzano per un'alta produttività, un gusto eccellente e una minore necessità di input agricoli. Sono in corso diverse nuove selezioni.

La Glen Eden è facile da gestire e da raccogliere, con frutti di grandi calibri e un sapore eccellente. Altre varietà sono Glen Dee e Glen Mor, quest'ultima una varietà precoce, anch'essa caratterizzata da una raccolta agevole.

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Andrew Christie

La Mean steam machine
Andrew Christie ha guidato gli ospiti nella dimostrazione del diserbante a vapore, recentemente premiato al Royal Highland Show. Si tratta di un'alternativa ai diserbanti chimici. Nel 2017, alcuni diserbanti non sono più disponibili per i coltivatori, quindi il James Hutton Institute ha avviato uno studio sulle alternative. Si è scoperto che un diserbante elettrico consumava troppa energia e la tecnologia alla base non era sufficientemente avanzata. I diserbanti meccanici invece causavano troppi danni alle piante e stimolavano anche la crescita di nuove infestanti.

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Andrew ha spiegato che il diserbante a vapore è una soluzione più efficiente, grazie all'utilizzo di generatori di vapore già consolidati e alla possibilità di controllare con precisione il calore applicato. La tecnologia è stata sviluppata con il supporto di un'azienda specializzata in idropulitrici. Il diserbante, montato anteriormente e alimentato dal trattore, elimina le infestanti per contatto diretto, senza arrecare danni alle piante coltivate.

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