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La PAC "disintegrata" scatena la protesta

Bilancio UE post 2027: agricoltura italiana in allarme

La proposta della Commissione Europea sul bilancio pluriennale post 2027 (2028-2034), presentata dalla Presidente Ursula von der Leyen, ha scatenato forti reazioni e un'ondata di preoccupazione tra le principali confederazioni agricole italiane, tra cui Fedagripesca Confcooperative, Confeuro, Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Copagri. Il punto focale della critica è la decisione di accorpare la Politica Agricola Comune (PAC) con i fondi di coesione in un unico contenitore finanziario, ritenuta un vero e proprio smantellamento o disintegrazione della PAC.

Le organizzazioni esprimono un profondo disappunto e parlano di un "pericoloso segnale di abbandono" del comparto agricolo. Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca, sottolinea come la Commissione stia "rinnegando l'essenza stessa dell'Unione Europea smantellando il principale pilastro della casa comune", ovvero la PAC, l'unica vera politica strutturale e coesa promossa dall'Europa fin dalla sua nascita. Drei definisce l'approccio europeo "anacronistico", poiché in un momento di delicate relazioni commerciali internazionali si sceglie di non andare in una direzione unitaria, dando spazio a molteplici scelte autonome dei singoli paesi.

Andrea Tiso, presidente di Confeuro, giudica il bilancio "da bocciare senza se e senza ma", affermando che penalizza il settore agricolo e nega alla PAC quella specificità e centralità storicamente riconosciute. Tiso paventa che la fusione dei fondi non solo rischia di limitare lo sviluppo del settore primario, ma potrebbe anche rappresentare un pericoloso precedente che mina l'efficacia delle politiche europee, ispirato da "derive nazionaliste" che tentano di "de-europeizzare" le politiche comuni. Per Confeuro, la von der Leyen ha "tradito la fiducia degli agricoltori e dei cittadini europei". Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ha definito la proposta un "vergognoso e indicibile attacco all'agricoltura", lamentando un taglio di quasi il 30% delle risorse per il settore. Secondo Fini, ciò farà "l'Europa a brandelli" e solleva interrogativi su come la Commissione intenda garantire la sicurezza alimentare degli europei, soprattutto considerando il contesto di crescenti tensioni geopolitiche e una "scellerata corsa agli armamenti".

Le critiche si estendono con forza attraverso le dichiarazioni di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, che definisce la proposta di von der Leyen una "vera e propria dichiarazione di guerra all'agricoltura". Giansanti esprime totale disaccordo, evidenziando come l'agricoltura non potrà essere rafforzata con un taglio di 86 miliardi di euro nel budget per i pagamenti diretti agli agricoltori, affermando che i 300 miliardi annunciati sono insufficienti rispetto ai 386 del periodo precedente. Per Confagricoltura, la Commissione non è attenta al mondo agricolo e non investire in questo settore significa mettere in difficoltà le produzioni e la capacità dei cittadini di accedere a prodotti alimentari sicuri e di qualità. Giansanti lamenta una contraddizione tra le promesse elettorali di von der Leyen, che sosteneva il ruolo strategico del settore, e le azioni attuali, interpretando la mossa come un "inizio del processo di smantellamento dell'UE" stessa, ponendo fine a una visione comune per "qualche arma in più".

Anche la Copagri, tramite il suo Esecutivo e il presidente Tommaso Battista, si schiera con decisione contro la proposta, definendola "irricevibile". La Confederazione rimarca che la riduzione dei fondi e l'accorpamento della PAC in un fondo unico, destinato a molteplici obiettivi, "mette seriamente a rischio la sicurezza alimentare dell'Unione Europea, nonché la tenuta e la competitività delle migliaia di imprese agricole dell'UE".

© CopagriLa delegazione Copagri a Bruxelles

Un punto di preoccupazione cruciale per Copagri è la "scomparsa di strumenti quali il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)", da sempre essenziali per la stabilità e la programmazione delle imprese. Questa fusione, che riguarda sia i pagamenti diretti (primo pilastro) che lo sviluppo rurale (secondo pilastro) con i fondi di coesione, incide negativamente sulla capacità di promuovere interventi mirati per lo sviluppo locale, l'innovazione e la sostenibilità ambientale. Battista sottolinea che l'impostazione proposta non offre garanzie adeguate per il sostegno al reddito, il ricambio generazionale, la gestione del rischio e la promozione di una sostenibilità intesa in chiave economica, ambientale e sociale. Secondo Copagri, questa proposta "sminuisce la regia europea, frammentando le politiche agricole e indebolendo il Primario", creando disparità tra Stati membri e riducendo la capacità dell'UE di affrontare sfide globali.

Tutte le organizzazioni hanno partecipato a una manifestazione organizzata dal Copa-Cogeca a Bruxelles per protestare contro la proposta.

Data di pubblicazione:

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