Consumi in crescita, logistica complessa, segmentazione distributiva ancora limitata in Italia: sono questi alcuni dei tratti distintivi del comparto esotico e controstagionale secondo Giorgio Mancuso, amministratore unico di Viento Tropical, realtà marchigiana specializzata nell'importazione e distribuzione di prodotti come ananas, arance, avocado, zenzero, lime, limoni, mango, melagrane, meloni gialletto, papaya, frutto della passione e pompelmi, con particolare attenzione al mantenimento della qualità lungo la catena logistica.
© Sabine Meyer
Giorgio Mancuso
Frutta esotica: mercato maturo ma con margini di crescita, soprattutto in Italia
La domanda di frutta esotica continua a crescere in Europa, con un ritmo più lento in Italia. "Il mercato francese e quello tedesco – sottolinea Mancuso – hanno ormai integrato frutti come avocado e mango tra le referenze abituali, con ampie esposizioni e segmentazione di prodotto (maturo, verde, in rete, preconfezionato). In Italia invece si fa ancora fatica, con spazi espositivi ridotti e offerta limitata".
Nel caso della papaya, ad esempio, il consumo resta marginale e legato quasi esclusivamente a canali specializzati. "La varietà più interessante resta la Formosa brasiliana, ma è un prodotto impegnativo per dimensione e shelf-life, quindi poco gestibile nel retail generalista".
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L'avocado, al contrario, si afferma come il frutto esotico a più alto potenziale. "L'Italia resta indietro rispetto ai big player europei, ma la presenza di avocado pronto al consumo nella Grande distribuzione organizzata sta aumentando".
Secondo Mancuso, l'evoluzione del comparto esotico in Italia passa da un punto cruciale: la formazione del consumatore e della filiera distributiva. "Occorre lavorare non solo sull'importazione e sulla logistica, ma anche sulla cultura del consumo. Servono assortimenti più ampi, informazione più precisa e investimenti nella maturazione controllata. L'esotico non è solo una moda: è un comparto in espansione, ma richiede competenze e gestione attenta".
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Lime: stagionalità, criticità logistiche e standard qualitativi
Per quanto riguarda il lime, il consumo annuale è ormai stabilizzato, con un picco estivo legato principalmente al comparto beverage. "Il lime si consuma tutto l'anno, ma è il periodo estivo a trainare le vendite grazie al canale mixology (l'arte della preparazione dei cocktail, ndr) – spiega Mancuso – mentre non beneficia dei picchi festivi come ananas o mango".
L'offerta europea è oggi dominata dal Brasile, con minori volumi in arrivo da Colombia, Perù, Vietnam e alcune produzioni dal bacino Mediterraneo (Spagna, Egitto e Italia). Tuttavia, l'origine brasiliana soffre l'instabilità climatica: "Piogge e siccità alternano le disponibilità e impattano direttamente su qualità e calibro. Il Perù è in crescita, ma ancora limitato dalle pezzature piccole, poco adatte al mercato europeo".
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Sul piano logistico, come altri esotici, il lime subisce ritardi navali, carenza di spazi refrigerati e scarsa regolarità nei flussi. "La maggior parte dei volumi arriva attraverso i porti olandesi – spiega Mancuso – e oggi il mercato in Nord Europa è particolarmente forte, con prezzi all'ingrosso che toccano 9-10 euro per cassetta da 4,5 kg".
Uno degli aspetti critici resta la percezione qualitativa da parte del mercato. "Il consumatore italiano, ma anche molti buyer, pretendono un prodotto verde brillante, che in realtà non è sinonimo di qualità. Nei Paesi produttori, il lime si consuma giallo chiaro, più maturo, più succoso. Ma da noi, se non è verde, viene contestato. È lo stesso discorso che si faceva anni fa con l'avocado duro: finché non si è introdotta l'offerta di prodotto maturo, il consumo è rimasto marginale".
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Questa resistenza culturale si traduce in difficoltà gestionali e alto tasso di contestazione per merce semplicemente più matura, ma migliore a livello organolettico. "Il problema è a monte: finché l'offerta si adatta alla logica della lunga shelf-life e non a quella del consumo immediato, il potenziale resta inespresso".
Previsione a breve-medio termine
Le aspettative sul lime restano improntate alla stabilità con possibili rialzi. "L'estate calda sostiene i consumi – osserva Mancuso – e l'offerta non è in eccesso".
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Più incerta la situazione per l'avocado, a causa della molteplicità di origini (Sudafrica, Perù, Messico, per citarne alcune) e varietà in circolazione. "È un prodotto che va da sé, difficile da standardizzare. La varietà Hass domina, ma convivono ancora tante tipologie diverse che generano confusione a livello commerciale".
Anche il mango siciliano, atteso a fine agosto, dovrebbe trovare buon mercato grazie alla scarsità di prodotto locale prevista quest'anno. "Se la qualità sarà all'altezza, il mango nazionale può giocare un ruolo importante nella fascia alta del mercato europeo".
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